martedì 29 giugno 2010

Pedofilia, la Corte suprema Usa decide di non decidere. Il presunto pedofilo fu dimesso dallo stato clericale nel 1966 (Molinari)


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La Corte suprema Usa decide di non decidere

La Santa Sede rischia un procedimento civile dopo la causa contro un sacerdote nell’Oregon

DA NEW YORK

ELENA MOLINARI

La Corte suprema americana ha deciso di non prendere in esame un ricorso del Vaticano, permettendo di fatto a un abitante dell’Oregon di cercare un compenso economico dalla Santa Sede per gli abusi che sostiene di aver subito quand’era ragazzo da parte di un sacerdote.
Rifiutando di esprimere un’opinione sul caso, il massimo organo giudiziario americano, nel suo ultimo giorno di sessione prima della pausa estiva, di fatto rimanda la palla alla Corte d’appello del nono circuito, responsabile per l’Oregon. Qui un anonimo querelante (indicato negli atti con il generico nome «John Doe») dovrà dimostrare che il sacerdote che a suo dire lo molestò negli anni Sessanta può essere considerato un dipendente del Vaticano. Solo se ci riuscirà il tribunale potrà in un secondo tempo indire un altro processo e chiamare a giudizio la Santa Sede, quindi stabilire se considerarla finanziariamente responsabile per le azioni del sacerdote.
Alla radice della questione ci sono le azioni di cui venne accusato il reverendo Andrew Ronan, dimesso dallo stato clericale nel 1966 e defunto nel ’92, quando era sacerdote della parrocchia di St. Albert a Portland, in Oregon.
Ronan a suo tempo ammise di aver sessualmente abusato di minorenni mentre operava nell’arcidiocesi di Armagh, in Irlanda, e poi alla scuola superiore di St. Philips, a Chicago, prima di essere trasferito a Portland.
«John Doe» nella sua causa sostiene che il Vaticano è corresponsabile delle azioni del sacerdote, in quanto è responsabile dei suoi trasferimenti, e che non può essere considerato immune in quanto Stato sovrano che la legge Usa protegge dal giudizio dei propri tribunali. La corte d’appello del nono circuito aveva accettato questa interpretazione, perché un legame di dipendenza professionale diretta crea un’eccezione all’immunità degli Stati sovrani, e in base al modo in cui lo Stato dell’Oregon definisce i legami di dipendenza Ronan puo’ essere considerato un dipendente del Vaticano. Il Vaticano si era opposto a questa tesi querelante, e aveva fatto notare alla Corte suprema che la Santa Sede non può esser ritenuta colpevole dei comportamenti di singoli sacerdoti delle singole diocesi. «La Corte Suprema non ha riconosciuto i meriti legali di questo ricorso – spiega ad Avvenire Thomas C. Goldstein, avvocato che presenta regolarmente casi alla corte e fondatore del sito “Scotusblog”, che si occupa esclusivamente della Corte – ma questo non va letto come un’opinione di merito nel caso o come un precedente. Ora si riparte da zero. Il querelante deve tornare al grado di giudizio inferiore. Qui la sua tesi sarà sottoposta a un livello di prova maggiore di quello che gli è stato necessario per arrivare fin qui». Secondo l’avvocato del Vaticano Jeffrey Lena inoltre «la decisione della Corte suprema non significa che eravamo in errore nella interpretazione della legge». Lena ha ricordato che l’amministrazione Obama ha già dato ragione alla Santa Sede: «I giudici di Washington, interpellati, hanno valutato che il caso non meritava di essere esaminato al loro livello», ha spiegato ieri.
I documenti presentanti dal Vaticano alla Corte suprema dimostrano che «non c’e’ alcuna prova negli archivi dell’archidiocesi (di Portland) che mostrano che l’arcivescovo possa essere considerato un ‘dipendente’ della Santa Sede e che l’arcivescovo seguì le linee guida obbligatorie della Santa Sede per le gestione dei casi di abuso sessuale di minori da parte di sacerdoti».
Secondo Jeff Anderson, l’avvocato che rappresenta «John Doe» nel caso, «l’azione della Corte e’ una risposta alle preghiere di migliaia di sopravvissuti alle molestie sessuali dei preti che finalmente avranno una chance di avere giustizia».

© Copyright Avvenire, 29 giugno 2010

Quindi non solo gli abusi avvennero negli anni Sessanta ma il presunto pedofilo fu dimesso dallo stato clericale nel 1966!
Domanda: ma di che cosa stiamo parlando?

R.

8 commenti:

guglielmo ha detto...

Ho trovato questa documentazione sul caso: http://www.archdiocesedocuments.org/uploads/PD_0380.pdf

e nell'ultima pagina infatti c'è un comunicato dell'arcidiocesi che dice che è stato dimesso dallo stato laicale nel 1966

Anonimo ha detto...

Mi sa che ho sbagliato il link, la documentazione completa è qui
http://www.archdiocesedocuments.org/uploads/Fr_Ronan.pdf

Anonimo ha detto...

Di soldi, solo di soldi...
SdC

Anonimo ha detto...

dei soldati dipendenti dello stato americano, mentre erano in funzione si divertono,vanno a tutta birra a bassa quota, ammazzano una ventina di persone sul cermis,si finisce a tarallucci e vino. Zero condanne, anzi una di 4 mesi. Ridicoli.
risarcimentoperle vittime?

Dei risarcimenti hanno dovuto farsi carico,la Provincia Autonoma di Trento e il Parlamento Italiano.

50 000 euro a persona uccisa.

E questi chiedono milioni di euro per una violenza di un sacerdote nel 66 pure spretato dopo.
Gli americano hanno proprio la faccia come il c....

Max

mariateresa ha detto...

mi sembra di sognare. Altro che il "cerchio si stringe". Quello che si stringe è meglio che io non lo dica.

Anonimo ha detto...

Robe da matti!!!!!

Anonimo ha detto...

E poi vogliono farci credere che dietro a tutto questo non ci siano potenti lobbies che hanno l'unico scopo di affondare la Chiesa? E che l'America ha solo a cuore il risarcimento delle vittime di quarant'anni fa, per un altissimo senso della giustizia? ...
Il resto, a mio avviso, è questione di lana caprina e la sentenza della Corte lo dimostra. Maria Pia

Anonimo ha detto...

Grazie a Guglielmo, dal fascicolo del caso Ronan risulta inequivocabilmente che è assolutamente falsa la tesi che sia stato il Vaticano a trasferirlo dall'Irlanda agli Usa. Risulta anzi che tutto il carteggio fu interno alla Congregazione e dalla lettera del Provinciale dei Frati Servi Loius Cortney del 29 nov 1963 risulta che fu lui a rimuoverlo dall'impiego pastorale in Irlanda e che la sua rimozione coincise con un suo viaggio in Usa, coincidenza che il Provinciale definiva fortunata così che la sua rimozione non creava stupore.
Appena le denunce sono state portate alla diocesi di Portland risulta verbalizzato il processo e subito dopo la laicizzazione. Nessun carteggio risulta con la Santa Sede prima della richiesta di laicizzazione del 1966.
Alberto