giovedì 21 ottobre 2010

Legionari, Mons. De Paolis: Le responsabilita' del Fondatore non possono essere trasferite semplicemente sulla stessa Legione de Cristo (Asca)

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Nuove porpore, immutabile senso. Come fuoco all’orizzonte (Maccioni)

Concistoro. Mentre parecchi tradizionalisti ritengono vi sia un'eccessiva presenza di modernisti, il progressista Golias ritiene che gli equilibri attuali siano fondamentalmente conservati e che semmai "si rafforza il partito degli ultra-tradizionalisti"

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Berretta rossa per monsignor De Paolis (Bersani)

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Sinodo, i Cristiani segno di speranza. Padre Lombardi: dal Medio Oriente una grande testimonianza (Mazza)

Il Papa: a novembre 24 nuovi cardinali. Tra coloro che il 20 novembre riceveranno la porpora, dieci sono arcivescovi residenziali, tra loro l'arcivescovo di Colombo, e dieci di curia, 4 gli ultraottantenni (AsiaNews)

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I vescovi del Belgio hanno deciso di abbandonare l’idea di creare una nuova commissione di inchiesta sugli abusi sessuali commessi dal clero (Sir e Radio Vaticana)

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Il Papa: "Nella figura di Santa Elisabetta d'Ungheria vediamo come la fede, l'amicizia con Cristo creino il senso della giustizia, dell'uguaglianza di tutti, dei diritti degli altri e creino l'amore, la carità. E da questa carità nasce anche la speranza, la certezza che siamo amati da Cristo e che l'amore di Cristo ci aspetta e così ci rende capaci di imitare Cristo e di vedere Cristo negli altri" (Catechesi)

Il Papa: Santa Elisabetta d'Ungheria, "un vero esempio per tutti coloro che ricoprono ruoli di guida" (Apcom)
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LEGIONARI: COMMISSARIO, ATTI FONDATORE NON HANNO DISTRUTTO LEGIONE

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 21 ott

Di fronte alle rivelazioni sulla vita del fondatore della Legione di Cristo, p. Marcial Maciel Degollado, responsabile di abusi su seminaristi, padre di alcuni figli e al centro di una rete di operazioni economiche ancora da chierire, la ''grande maggioranza dei Legionari'' ha ''reagito positivamente riaffermando la gratitudine a Dio per la loro vocazione e scoprendo il tanto bene che la Legione aveva pure compiuto e sta tuttora compiendo''.
Lo scrive in una lettera ai membri della Congregazione mons. Velasio de Paolis, 'delegato' da parte di papa Benedetto XVI a controllare il ''rinnovamento'' dell'ordine dopo gli scandali che l'hanno coinvolto. ''La Legione del resto - scrive il commissario pontificio - e' stata approvata dalla Chiesa e non puo' non essere ritenuta opera di Dio, al servizio del Suo Regno e della Chiesa.
Le responsabilita' del Fondatore non possono essere trasferite semplicemente sulla stessa Legione de Cristo''. Quanto al rapporto tra il suo carismatico fondatore e la stessa Legione, definita una ''questione molto delicata'', De Paolis afferma che ''la mancata distinzione tra norme costituzionali e norme di diritto ha forse nociuto all'individuazione del carisma stesso'' dell'ordine. ''Ma sembra innegabile - aggiunge - che esso risulta sufficientemente chiaro e preciso, ed e' quanto mai attuale. Si impone una riflessione ed approfondimento''. Il delegato affronta anche il complesso capitolo delle delle responsabilita' dirette dei collaboratori di Maciel, oggi alla guida della Congregazione. ''Una difficolta' e' ritornata piu' volte e da piu' parti - scrive De Paolis - secondo la quale gli attuali superiori non potevano non conoscere le colpe del Fondatore. Tacendole essi avrebbero mentito. Ma si sa che il problema non e' tanto semplice''. ''Le diverse denuncie pubblicate sui giornali fin dagli anni 1990 erano ben note - prosegue - anche ai superiori della Congregazione. Ma altra cosa e' avere le prove della fondatezza e piu' ancora la certezza di esse. Questa e' avvenuta solo molto piu' tardi e gradualmente. In casi simili la comunicazione non e' facile. Si impone l'esigenza di ritrovare la fiducia, per la necessaria collaborazione''. De Paolis, di fronte alle voci insistenti di dimissioni di alcuni superiori della Legione, ribadisce che ''i superiori rimangono in carica a norma delle costituzioni'' e che ''essi devono procedere in armonia con lo stesso Delegato Pontificio'' che 'commissaria' l'ordine. ''Cio' significa - chiarsice - che la prima istanza per una trattazione dei problemi della stessa Legione sono i superiori, ai quali i religiosi sono pertanto invitati prima di tutto a rivolgersi'' ma, sottolinea, anche che i superiori ''sono chiamati ad organizzare, stimolare, suscitare e impegnare tutti, attivamente e ordinatamente'' nel ''rinnovamento'' della congregazione. ''A me pare - conclude de Paolis - che si puo' e si deve sperare in un positivo cammino di rinnovamento... Lo shock provocato dalle vicende del Fondatore e' stato di un impatto terribile, in grado di distruggere la stessa Congregazione, come del resto tanti vaticinavano. Essa invece non solo sopravvive, ma e' ancora quasi intatta nella sua vitalita'''.

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LEGIONARI: COMMISSARIO, APRIRSI A CONCILIO MA NON ABBANDONARE DISCIPLINA

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 21 ott

In una lettera ai Legionari di Cristo, il delegato pontificio mons. Velasio De Paolis, esorta la Congregazione religiosa fondata da p. Marcial Maciel Degollado ad ''aprirsi di piu' a questo rinnovamento postconciliare della disciplina e dell'esercizio dell'autorita'''. ''Nella vicenda dei Legionari di Cristo si sta vivendo una specie di paradosso - scrive De Paolis, nominato ieri cardinale da papa Benedetto XVI, nella lettera datata 19 ottobre e pubblicata oggi sul sito della Legione -. Per gli Istituti religiosi in genere si lamenta che in nome del rinnovamento postconciliare richiesto dal Concilio, e' venuta a mancare la disciplina e il senso dell'autorita', con una certa rilassatezza anche nella pratica dei consigli evangelici e con una crisi vocazionale impressionante, nonostante la ricchezza della teologia sulla vita religiosa che si e' sviluppata in questo periodo; per i Legionari invece si tratta di aprirsi di piu' a questo rinnovamento postconciliare della disciplina e dell'esercizio dell'autorita'''. Per De Paolis, ''il pericolo di andare oltre il segno e di innescare un meccanismo di disimpegno disciplinare e spirituale e' reale; e serpeggia particolarmente tra qualche sacerdote o religioso. Questo pericolo e' temuto dallo stesso Superiore Generale, il quale, esprimendo al Papa il suo impegno di obbedienza e di fedelta', chiedeva pero' che l'istituto in questo cammino di rinnovamento sia preservato da questo pericolo, ossia dal pericolo che l'impegno per il rinnovamento si trasformi in indisciplinatezza e rilassatezza''.

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