mercoledì 16 dicembre 2009
L’ira del Papa: cacciamo subito i preti pedofili (Caterina Maniaci)
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Caterina Maniaci
Altro choc per la Chiesa
Dolore, rabbia, voglia di verità e di giustizia: non è mai stato indulgente nei confronti dei preti pedofili, papa Benedetto XVI. E certo non lo è neppure dinanzi allo scandalo che ha scosso la chiesa cattolica di Irlanda. Con un linguaggio severo e duro, è stata presentata una lunga nota che - approvata dal Papa - ha di fatto concluso un vertice straordinario ieri in Vaticano con i capi dei vescovi irlandesi. Il Pontefice ha promesso che per questi «crimini odiosi» i responsabili pagheranno.
«Il Santo Padre condivide lo sdegno, la sensazione di tradimento e la vergogna provati da così tanti fedeli in Irlanda», afferma il comunicato odierno della Santa Sede, e «chiede ai cattolici in Irlanda e in tutto il mondo di unirsi a lui nel pregare per le vittime, per le loro famiglie e per tutti coloro che sono stati colpiti da questi crimini odiosi». Non solo. Ratzinger «intende rivolgere una Lettera Pastorale ai fedeli d’Irlanda, nella quale indicherà con chiarezza le iniziative che devono essere prese in risposta alla situazione». Intanto, la Santa Sede «prende molto seriamente le questioni centrali sollevate dal Rapporto, incluse quelle relative al governo di capi della Chiesa locale con la responsabilità fondamentale della cura pastorale di bambini».
All’incontro odierno - ad altissimo livello - hanno partecipato il cardinale Sean Brady, presidente della Conferenza episcopale irlandese, e l’arcivescovo di Dublino, monsignor Diarmuid Martin. Ma erano comunque presenti i vertici della Segreteria di Stato - il segretario di Stato Bertone e i suoi due vice, Mamberti e Filoni - e i capi dei dicasteri della Dottrina della fede (Levada), dei Vescovi (Re), del clero (Hummes) e dei religiosi.
Contro i sacerdoti irlandesi denunciati per pedofilia è stato raccolto un voluminoso dossier elaborato dalla commissione Murphy, 720 pagine di un’indagine voluta dal governo che ha messo in luce il caso di 46 preti accusati di avere abusato sessualmente di minori tra il 1975 e il 2004 nella cattolicissima Irlanda, mettendo in luce le responsabilità della gerarchia ecclesiastica, rea di aver coperto i pedofili, spostati da alcuni vescovi di parrocchia in parrocchia per tutelare il buon nome della Chiesa e, probabilmente, il suo patrimonio. Ma la portata dello scandalo era già apparsa in tutta la sua gravità con il rapporto della commissione Ryan, diffuso a maggio scorso, che raccontava le sevizie e i maltrattamenti cui erano sottoposti i bambini negli istituti gestiti e controllati da ordini religiosi.
Ce n'era più che a sufficienza, per il Papa, per un incontro urgente in Vaticano. Ma bisogna ricordare che anche da cardinale, Joseph Ratzinger ha sempre avuto un atteggiamento duro e intransigente verso il problema, in linea, anche in questo caso, con quanto pensava papa Giovanni Paolo II, soprattutto per quel che è accaduto negli Stati Uniti. A pochi mesi dall’ascesa al soglio pontificio, nell’ottobre del 2006, proprio papa Ratzinger aveva denunciato «molti casi dolorosi di abusi sessuali su minori». Nel suo viaggio negli Stati Uniti, ha voluto incontrare i parenti delle vittime di abusi sessuali da parte di uomini di Chiesa e aveva ammesso un sentimento di «vergogna» ed era tornato sul tema, senza giri di parole. nella visita in Australia. In molti sostengono che il problema coinvolge in primis i seminari, chiedendo appunto una formazione dei seminari che sia più attenta alla formazione dei candidati psicologicamente più problematici. E, di qui, si passa alla questione dei seminaristi con tendenze omosessuali. Questione affrontata nel 2005 con una “Istruzione”, pubblicata dalla Congregazione per l’Educazione cattolica, sui criteri di discernimento vocazionale per queste persone, affermando che la Chiesa «pur rispettando profondamente le persone in questione», non può ammettere al seminario o agli ordini sacri «coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze omosessuali radicate o appoggiano la cosiddetta cultura omosessuale».
© Copyright Libero, 12 dicembre 2009 consultabile online anche qui.
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7 commenti:
Auspico titoli pur forti, ma sempre veritieri: il papa non si lascia certo andare a sentimenri d'ira. Semmai di dolore.
ira forse no, ma la giusta intransigenza dei profeti.
Il problema va affrontato con forza. Non basta escludere gli omosessuali conclamati dai seminari, perché la pedofilia può essere anche eterosessuale (in quel caso la devastazione psicologica è sempre gravissima anche se non distrugge l'identità di ruolo sessuale della vittima)
Che si faccia anche qualcosa contro i maltrattamenti dei bambini nei collegi cattolici. Io all'età di 8 e 9 anni, in un collegio cattolico gestito da suore,qui in Italia, ho dovuto soffrire la sete perchè la nostra suora responsabile ci teneva con un bicchiere di acqua al giorno per evitare che di notte facessimo la pipì nel letto...Quello che dico è una cosa grave, ma è la verità!
Io invece sono stata all'asilo dalle suore e sono stata trattata benissimo come tutti i miei compagni.
Non ci somo solo esempi negativi.
R.
Non lo metto in dubbio, ma le assicuro che però la ferita è rimasta: non è bello patire la sete per 2 anni a quell'età! Pensi che alle volte di notte, attanagliato dalla sete sognavo l'angelo custode che mi dava da bere! Nonostante ciò comunque sono rimasto (per fortuna) un fervente cattolico, per giunta quello che si direbbe un 'tradizionalista'!
Saluti e ringraziamenti per il bellissimo blog che seguo giornalmente da qualche anno. Lunga vita al nostro carissimo e grande Pontefice Benedetto!
Salvatore
Anch'io ho freguentato l'asilo dalle suore agli albori degli anni '60. La nostra maestra era usa assestarci delle bacchettate sulle dita quando ne combinavamo qualcuna, mentre la sua consorella che ci faceva cantare era una persona dolcissima. Sbarcata alle elementari ho incocciato una maestra laica anch'essa tifosa delle bacchettate sulle dita.
Questo per dire che dipende dalle persone. Non dimentichiamo poi che nelle scuole del regno unito, cattoliche e non, le punizioni corporali sono state abolite da non molto tempo.
Alessia
neanch'io potevo chiedere di bere, altrimenti bacchettate! Obbligo di fare offerte ai poveri con tanto di elenco delle donazioni,di seguire trasmissioni religiose a casa su cui si era interrogati il lunedì a scuola, pugni sulle dita, che facevano male! ma non è solo questione di amarcord, della mia classe solo in 2 su 25 siamo rimasti cattolici, gli altri tutti atei, anche iscritti a quell'organizzazione che non citerò per non fare pubblicità. Certo persone cosi ce ne sono anche nelle pubbliche..ma A)i miei amici delle pubbliche non venivano picchiate B) soprattutto le maestre non erano persone che si erano dedicate interamente al Dio dell'Amore, e soprattutto che nella crescita di una persona dovrebbero rappresentare, la messa in pratica di tutto quello che dice il vangelo, se é così, tanto meglio cambiare aria,ed é quello che hanno fatto i miei amici.
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