mercoledì 16 dicembre 2009

Ambiente, il Pontefice invita i potenti della terra a una revisione profonda e lungimirante del modello di sviluppo (Pinna)


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«Abusare del pianeta è come il terrorismo»

Il Pontefice invita i potenti della terra a una revisione profonda e lungimirante del modello di sviluppo

Elisa Pinna

CITTA' DEL VATICANO

È «irresponsabile» rimanere indifferenti davanti all'emergenza ambientale: l'abuso del pianeta e delle sue risorse costituisce una minaccia all'umanità paragonabile alle guerre e al terrorismo. Mentre la Conferenza dell'Onu a Copenaghen cerca di raggiungere, tra intoppi e tensioni, un accordo, papa Benedetto XVI invoca con parole forti, rivolgendosi sopratutto ai Paesi più industrializzati, «una revisione profonda e lungimirante del modello di sviluppo», una nuova responsabilità verso le generazioni future e le nazioni più povere, una "governance" mondiale per l'ambiente.
In coincidenza con il summit delle Nazioni Unite nella capitale danese, il Vaticano ha presentato ieri il messaggio pontificio per la prossima (e 43/esima) Giornata della Pace, che sarà celebrata il primo gennaio 2010 e che viene dedicata quest'anno proprio alla tutela dell'ambiente, visto come un elemento imprescindibile della convivenza umana.
«Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato», è lo slogan che riassume le riflessioni di papa Ratzinger.
Il messaggio rilancia molte delle denuncie e delle proposte già contenute nella recente enciclica sociale «Caritas in Veritate». Via via che passa il tempo, i toni di Benedetto XVI, da sempre sensibile all'emergenza ecologica, si fanno però sempre più preoccupati e cupi.
«Se, infatti, a causa della crudeltà dell'uomo sull'uomo - osserva il Papa – numerose sono le minacce che incombono sulla pace e sull'autentico sviluppo umano integrale (guerre, conflitti internazionali e regionali, atti terroristici e violazioni dei diritti umani), non meno preoccupanti sono le minacce originate dalla noncuranza, se non addirittura dall'abuso, nei confronti della terra e dei beni naturali che Dio ha elargito».
Il papa spiega che «sarebbe irresponsabile non prendere in seria considerazione» la crisi ambientale. «Come rimanere indifferenti di fronte alle problematiche che derivano da fenomeni quali i cambiamenti climatici, la desertificazione, il degrado e la perdita di produttività di vaste aree agricole, l'inquinamento dei fiumi e delle falde acquifere, la perdita della biodiversità, l'aumento di eventi naturali estremi, il disboscamento delle aree equatoriali e tropicali?», si chiede nel messaggio.
E ancora: «Come trascurare il crescente fenomeno dei cosiddetti profughi ambientali : persone che, a causa del degrado dell'ambiente in cui vivono, lo devono lasciare, spesso insieme ai loro beni, per affrontare i pericoli e le incognite di uno spostamento forzato? Come non reagire di fronte ai conflitti già in atto e a quelli potenziali legati all'accesso alle risorse naturali?».
Il Papa cita, in particolare, il problema delle risorse idriche del pianeta e, qualora il messaggio non fosse ancora chiaro per i partecipanti al vertice di Copenaghen, punta il dito contro la «negligenza» e il «rifiuto, da parte di tanti, di esercitare un governo responsabile sull'ambiente».
Eppure, uno spazio per una «leale solidarietà» verso i paesi più poveri e le generazioni future esiste: basti pensare - suggerisce il pontefice – alle «grandi potenzialità» dell'energia solare.

© Copyright Gazzetta del sud, 16 dicembre 2009

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