domenica 20 dicembre 2009

Si avvicina la beatificazione di Giovanni Paolo II e, a sorpresa, anche di Pio XII (Pinna)


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Elisa Pinna

CITTà DEL VATICANO

Si avvicina la beatificazione di Giovanni Paolo II e, a sorpresa, anche di Pio XII, la cui navigazione verso gli onori degli altari si era incagliata nelle polemiche e negli interrogativi storici su un suo presunto silenzio di fronte alla Shoah. In un atto decisivo, Benedetto XVI ieri mattina ha firmato per entrambi il decreto che ne riconosce le «virtù eroiche».
Pacelli (1939-1958), il papa che ha attraversato la Seconda guerra mondiale, l'Olocausto, e la prima parte della Guerra fredda, e Wojtyla (1978-2005), il papa che ha contribuito in modo determinante al crollo dell'impero sovietico, sono adesso «venerabili». Per entrambi deve essere accertato un miracolo, prima di procedere alla cerimonia di beatificazione.
Qui cominciano le differenze. Per «Karol il grande», la guarigione prodigiosa di una suora francese, colpita dal Parkinson (la stessa malattia del papa polacco), è già al vaglio degli esperti. Qualora non superasse lo scrutinio di una commissione teologica e di una commissione medica, sono pronte altre centinaia di segnalazioni e di «grazie ricevute». Al momento, per Pio XII non è stato ancora individuato un preciso evento prodigioso e scientificamente inspiegabile da attribuire alla sua intercessione.
Se il popolo di Wojtyla può, dunque, cominciare a festeggiare il suo eroe e prepararsi a una cerimonia di beatificazione che, realisticamente, potrebbe avvenire a Roma entro il 2010, più lunghi appaiono i tempi per Pacelli.
La decisione su Pio XII, presa ieri da papa Ratzinger, scioglie ogni dubbio della Chiesa sulla sua santità e sulla sua eroicità spirituale. Non elimina tuttavia le perplessità e le critiche sulla figura di Pacelli espresse da gran parte del mondo ebraico e sintetizzate nella targa esposta allo Yad Vashem di Gerusalemme, dove si rimprovera al pontefice di non aver fatto abbastanza per impedire la Shoah. La Santa Sede ha più volte replicato che tale accusa non ha fondamento storico, ed è piuttosto originata in una reazione all'anticomunismo di Pio XII. I presunti silenzi di Pacelli coprivano in realtà – è la posizione espressa più volte dal Vaticano – una grande opera della Chiesa cattolica per salvare e proteggere egli ebrei in tutta Europa.
La beatificazione di Pio XII rappresenta uno dei capitoli delicati nelle complesse relazioni post conciliari tra Santa Sede e «fratelli maggiori» ebrei. Benedetto XVI si recherà a visitare la sinagoga di Roma, sulle orme del suo predecessore Wojtyla, il prossimo 17 gennaio, mentre sono sull'orlo del fallimento i negoziati decennali tra Vaticano e Stato ebraico sullo status giuridico e fiscale della Chiesa cattolica in Terra Santa e sulla restituzione di alcuni luoghi sacri cristiani, tra cui la sala del cenacolo. Sullo sfondo, rimangono poi le polemiche innescate dal perdono di Benedetto XVI nei confronti dei lefevriani, tra cui il negazionista Williamson, e dalla reintroduzione della messa pre-conciliare in latino, con la preghiera del Venerdì santo per la conversione degli ebrei.
Resta comunque "critica" da parte degli ebrei italiani la valutazione sull'operato storico di papa Pio XII. Il rabbino capo di Roma, Di Segni, il presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche, Gattegna, e il presidente della comunità romana, Pacifici, rispondono così alla decisione del Papa. I due rappresentanti della Comunità romana e quello della Comunità ebraica italiana – che tra meno di un mese accoglieranno Ratzinger nella sua visita alla sinagoga di Roma – precisano di «non poter in alcun modo interferire su decisioni interne della Chiesa che riguardano le sue libere espressioni religiose», ma ricordano che «la Commissione congiunta degli storici del mondo ebraico e del Vaticano è ancora in attesa di accedere agli archivi di quel periodo». «Non dimentichiamo – aggiungono – le deportazioni degli ebrei dall'Italia ed in particolare il treno di 1021 deportati del 16 ottobre 1943 che partì verso Auschwitz alla stazione Tiburtina di Roma nel silenzio di Pio XII».
Oltre che di Pacelli e di Wojtyla, il papa ha firmato ieri mattina altre 19 decreti di virtù eroiche. In corsa verso la santità vi è, tra gli altri, padre Jerzy Popieluzsko, prete polacco vicino a Solidarnosc, rapito ed ucciso nel 1984 per ordine del Kgb. Trattandosi di un martirio, il sacerdote non ha bisogno di miracoli per salire agli onori degli altari. La sua cerimonia di beatificazione dovrebbe avvenire a giugno a Varsavia. Poi, in autunno, milioni di polacchi sono pronti a mettersi in cammino verso Roma per assistere alla proclamazione della santità di Karol Wojtyla.

© Copyright Gazzetta del sud, 20 dicembre 2009

Il popolo di Wojtyla può cominciare a festeggiare il suo eroe? Ma che modo di esprimersi e' mai questo? Parliamo di un Papa o di Vasco Rossi?
R.

8 commenti:

euge ha detto...

Eroe??????? Evidentemente c'è ancora chi pensa che Giovanni Paolo II è uscito da un libro di fumetti? Perchè allora non paragonarlo a Batman, Spiderman ed altri supereroi? Questo è il rispetto per il Pontefice??????
Finiamola co ste pagliacciate e diamo a Giovanni Paolo II il rispetto che si deve ad un Pontefice.

Maria R. ha detto...

Mi spiace doverlo ammettere....(da meridionale quale sono!), ma al Sud c'è ancora una religiosità di stampo molto (molto!) flokloristica...

Miserere ha detto...

Non mi è piaciuto che il prefetto della congregazione dei santi dicesse che GPII aveva una corsia preferenziale. Cosa volete? Tutto questo mi sembra poco serio. Mi sembra un cedimento alle pressioni del gruppo dei polacchi che agiva in Vaticano fino all'aprile 2005 e che volevano ad ogni costo la beatificazione di GPII.
Il Vaticano, con questo gesto, non ha fatto altro che approfondire la mancanza di credibilità che già si opera in me.
Comunque da rispettare la decisione di Benedetto XVI.

euge ha detto...

Mi sembra Miserere che il tuo giudizio che rispetto sia un pò troppo avventato. C'è di fatto che Papa Benedetto XVI ha dato la dispensa perchè la procedura iniziasse prima dei fatidici cinque anni di attesa tutto qua; non credo che il Pontefice si sia lasciato condizionare nella sua decisione dai polacchi come non si è tirato indietro nel riconoscere i meriti di Pio XII; nonostante le vergognose pressioni esterne. la decisione e presa e chi ha stima e fiducia nel Pontefice, non può che sostenerlo in questa sua decisione

Ildefonso ha detto...

Scusate, ma questo non è che l'effetto della folklorizzazione e della banalizzazione che hanno purtroppo caratterizzato alcuni aspetti della pastorale degli ultimi decenni.

E poi mi chiedo: perché per Wojtyla ci deve essere questo processo rapidissimo? Ma allora è vero che viene tutto ridotto a una forma di sentimentalismo, ed è anche vero che la Chiesa si lascia influenzare dalle pressioni del mondo esterno.
Non è forse vero che il mondo esterno pretende che la Chiesa proponga come modelli i papi post-conciliari (al cui pontificato poi viene data facilmente una lettura faziosa e unilaterale), mentre rinneghi più o meno esplicitamente quelli precedenti? Anzi, non solo il mondo esterno, mi vengono in mente anche diversi vescovi e cardinali...

Anonimo ha detto...

Così è stato percepito Giovanni Paolo II, come una specie di rock star. Le cose che di lui potevano dispiacere, vedi il suo rigore, per es. sui temi bioetici, è stato bypassato. Comunque, non penso che Papa Benedetto abbia ceduto a pressioni esterne. Se ha deciso di proclamarlo Venerabile e futuro beato e santo è perchè lo riconosce come tale.
Alessia

euge ha detto...

Condivido Alessia. In effetti ho sempre pensato che di Giovanni Paolo II è stata data una visione distorta che faceva comodo e non il vero Giovanni Paolo II e cioè quello scomodo delle Encicliche in difesa dei valori non negoziabili che tanto danno fastio oggi, come davano fastidio allora. Il resto sono solo chiacchiere e congetture.
Purtroppo, prevedo che molti ora che si avvicina la beatificazione, torneranno sui loro passi.

Bartolomeo ha detto...

Siamo alla prova del nove..... Ora veramente si scopriranno coloro che hanno fatto tesoro degli insegnamenti veri di Giovanni Paolo II che nulla hanno a che vedere con l'icona creata dai giornali e dal suo enturage dell'epoca.