mercoledì 13 gennaio 2010
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Il cardinale Kasper sull'imminente visita del Pontefice alla Comunità ebraica di Roma
Nel segno della continuità e del dialogo
È continuità la parola-chiave della visita di Benedetto XVI, domenica 17 gennaio, alla Sinagoga di Roma. Lo ha spiegato stamane, mercoledì 13, durante un incontro con la stampa, il cardinale Walter Kasper, presidente dalla Commissione della Santa Sede per i Rapporti religiosi con l'ebraismo.
Rispondendo alle domande dei giornalisti presenti, il porporato ha parlato della "nuova atmosfera di dialogo" che si respira tra cattolici ed ebrei, sebbene non manchino "difficoltà e problemi". La visita del Pontefice - ha detto - "intende confermare come i rapporti tra le due parti siano cresciuti e maturati; per questo Benedetto XVI sottolineerà con il suo gesto soprattutto gli elementi che abbiamo in comune". Anzitutto la fede nell'unico Dio, che costituisce una sfida fondamentale nelle società attuali sempre più secolarizzate; ma anche l'aspirazione dei popoli alla pace, la tutela della vita e della famiglia, la giustizia sociale e l'educazione.
Il cardinale Kasper ha evidenziato come il dialogo tra cattolici ed ebrei, avviato dopo il concilio Vaticano ii, abbia inizialmente parlato soprattutto del passato; mentre negli ultimi dieci anni esso ha preso "una nuova direzione", che mette al centro della discussione "gli elementi comuni". Il porporato si è detto consapevole dei problemi che restano aperti "e che rimarranno tali fino all'ultimo giorno della storia", ma ha anche rimarcato la volontà di dialogare di entrambe le parti: un dialogo "che non è solo uno scambio intellettuale o un'operazione pratica". Al contrario esso impone una "testimonianza comune di amicizia nel rispetto reciproco delle differenze". Del resto, nella storia, gli influssi tra l'una e l'altra parte sono stati molto numerosi: non soltanto nella diffusione universale della fede nell'unico Dio, ma anche nella liturgia e nell'architettura sacra e, soprattutto, nello studio della Bibbia.
Infine il porporato ha sollecitato a non sovrapporre gli aspetti del dialogo politico - cui sono preposte istituzioni specifiche - con quello religioso, nel quale si inserisce a pieno titolo la visita di Benedetto XVI al Tempio Maggiore di Roma. Lo stesso Pontefice, in un telegramma indirizzato dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, al rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, in risposta ai suoi auguri natalizi, ha auspicato che l'imminente visita possa costituire "un'ulteriore tappa nell'irrevocabile cammino di concordia e amicizia" tra cattolici ed ebrei.
Secondo quanto reso noto dalla Sala Stampa della Santa Sede, il Papa arriverà al Ghetto domenica pomeriggio in automobile. Lo accoglieranno i presidenti della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, e delle Comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna: e subito ci sarà un omaggio alle vittime della Shoah, con la deposizione di una corona floreale davanti alla lapide che ricorda la deportazione del 16 ottobre 1943.
Quindi il Pontefice e le altre personalità si incammineranno per via Catalana, verso il Tempio Maggiore. Lungo il tragitto è prevista una breve sosta davanti alla targa posta a memoria dell'attentato del 9 ottobre 1982, in cui perse la vita il piccolo Stefano Tachè, di appena due anni, e rimasero feriti 37 ebrei.
Ai piedi della scalinata centrale della sinagoga il Pontefice sarà accolto dal rabbino Di Segni, mentre una corale intonerà il salmo 126. Seguiranno i discorsi e lo scambio dei doni, mentre il coro intonerà l'inno Anì Maamin. Al termine il vescovo di Roma e il rabbino capo raggiungeranno una sala attigua al Tempio per un colloquio privato. Quindi, insieme, usciranno nel giardino della sinagoga, passando davanti all'ulivo piantato a ricordo della visita. Successivamente il Papa scenderà al Museo ebraico di Roma per l'inaugurazione della Mostra "Et ecce gaudium", che espone quattordici disegni preparati nel Settecento dalla Comunità ebraica in occasione dell'incoronazione di Pontefici dell'epoca. Infine, nella Sinagoga spagnola, Benedetto XVI incontrerà alcuni rappresentanti della Comunità ebraica, prima di rientrare in Vaticano.
La visita di Papa Ratzinger avviene ventiquattro anni dopo quella di Giovanni Paolo II, che il 13 aprile 1986 fu il primo successore di Pietro a incontrare gli ebrei a casa loro, proprio a Roma, dall'altra parte del Tevere. Per Benedetto XVI comunque sarà la terza visita a una sinagoga: la prima fu il 19 agosto 2005, a Colonia in Germania, la seconda il 18 aprile 2008, alla Park East Synagogue di New York, durante il viaggio negli Stati Uniti.
A far da corona alla visita del Papa, l'inizio dei lavori, sempre il 17 gennaio - per concludersi il 20 - della riunione annuale della Commissione mista tra Chiesa cattolica e esponenti del Gran Rabbinato di Israele; e, a livello italiano, la Giornata per l'approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei, che riprende in questo 2010, dopo l'interruzione dello scorso anno.
(©L'Osservatore Romano - 14 gennaio 2010)
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