sabato 30 gennaio 2010

Il vescovo "arrabbiato" di Agrigento (Roberto Pepe)


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Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo:

Il vescovo "arrabbiato" di Agrigento

Roberto Pepe

Francamente non lo capisco questo gesto delll’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro (quello che aveva eliminato i Re Magi dal Presepe, perché "respinti alla frontiera") che siccome non riesce a trattenere la "rabbia" per quanto è accaduto ha deciso di farlo sapere con un gesto eclatante: rifiutando di officiare i funerali delle due bambine morte sotto il crollo della propria abitazione a Favara.
Cioè, un Vescovo preposto alla cura delle anime di un certo posto, dice ai propri parrocchiani che non riesce a trattenere la “rabbia” e pertanto non celebra un Officio Sacro.
Questo proprio non riesco a comprenderlo. Un prete è messo lì apposta per curare le ferite umane da qualunque esse parte provengano, predisponendo l’animo all’accettazione cristiana del tremendo dramma subìto nella fede che costantemente (comunque) mette a dura prova l’essere umano ed egli, l’alto prelato che fa? Dice “sono arrabbiato e scendo in sciopero manifestando il mio sdegno tra il popolo!”…
Attenzione, ciò non vuol dire assolutamente accettare l'ingiustizia e che ci si debba rassegnare umanamente e civilmente a questi assassinii legalizzati, dovendo assolutamente scavare le responsabilità e punire i colpevoli rapidamente e con severità, ma un Vescovo ha l’obbligo canonico di rappresentare, invece, la presenza della Chiesa proprio nei momenti più tragici, di sconforto abissale, elevandoli a momenti di trascendenza spirituale con sopportazione cristiana.
Non può certamente parlare come un sindacalista o un politicante, il Vescovo "adirato". Può invece gridare, additando i colpevoli:"Convertitevi e pentitevi" come fece Giovanni Paolo II... Diciamo con certezza che se era indispensabile la sua presenza attiva in una Sacra celebrazione era proprio in un caso come questo: nel momento del compimento di un sacrificio umano. Se sua Eccellenza crede nell’aldilà (e lo penso) cosa crede che abbiano pensato le due creaturine che se ne sono andate: si saranno sentite più serene in quel mondo di pace dove non c’è più vendetta, ma comprensione, vedendo che il loro vescovo ha dichiarato forfait roso dalla rabbia? O avranno pensato che anche i Vescovi sbagliano quando vogliono fare gli esibizionisti e non quello per cui sono stati consacrati?…
E se per caso un cappellano militare, di fronte alla morte giornaliera dicesse: adesso basta non celebro più messa fin tanto non cessa la guerra! A chi farebbe torto? Ai comandi militari, o semplicemente … alle anime dei morti? Mi sa rispondere il vescovo di Agrigento?

Roberto Pepe

In effetti il comportamento del vescovo ha creato anche in me moltissimi dubbi e perplessita'.
R.

18 commenti:

Maria R. ha detto...

Quoto Raffaella. Sono rimasta un pò perplessa anche io. Tanto, il fatto che Monsignore non celebri un funerale, sarà cosa che verrà dimenticata....per cui penso sia una forma di "protesta" poco costruttiva. Tanto più che sarebbero altri i casi in cui -a mio avviso- bisognerebbe fare cernite fra funerali di serie A e di serie B. (motivazioni personali del Monsignore a parte...)

Fabiola ha detto...

Finalmente. A me la scelta del Vescovo di Agrigento non ha suscitato dubbi solo amare certezze. Sono presuntuosa.
Che cosa dovrebbe avere un Vescovo di più prezioso da offrire agli uomini feriti e doloranti se non il rinnovarsi del Sacrificio di Cristo, unica sicura Speranza di fronte a qualsivoglia disperazione?
Se lo rifiuta per una vaga solidarietà socio-politica che senso ha il suo Sacerdozio? "Se il sale diventa scipito..." è buono solo per essere applaudito dai mass-media politicamente corretti. Se un Vescovo non lo capisce più...

euge ha detto...

Già care amiche anche a me questa decisione ha creato dei dubbi non indifferenti sulla sua condotta!

Unknown ha detto...

Forsè sarò una voce stonata, ma sento di essere d'accordo con il mio Vescovo, Don Franco. E lo sono perchè il Vescovo è un uomo di grande carità e non è stato assente dalla tragedia che ha colpito la famiglia Bellavia ma presente fisicamente sia la sera della veglia sia in mezzo alla gente durante la cerimonia funebre.
Ma c'è un motivo che ha portato il Vescovo ha prendere questa posizione e la si può capire quando si vive in mezzo al disagio a cui i politici che dovrebbero non riescono a dare soluzioni, ed i motivo è che all'indomani della tragedia di Giampilieri in Messina, Lui che era stato Vescovo ausiliario di Messina aveva detto che il centro storico di Agrigento, ma anche quello di Favara, era ed è in condizioni simili o peggiori di Giampilieri e che Lui avendo più volte denunciato questo stato di degrado non avrebbe celebrato funerali di tragedie annunciate. Ha dunque tenuto fede alla sua presa di posizione. Non credo dunque che il Vescovo abbia fatto distinzioni di ceto sociale o di funerali di seria A o serie B.
Se ne avete voglia leggete la dichiarazione del Vescovo Mons. Francesco Montenegro:
http://www.lamicodelpopolo.net/Home/tabid/82/ctl/Details/mid/638/ItemID/295/language/it-IT/Default.aspx

e la

riflessione di Don Carmelo Petrone direttore dell'Amico del Popolo, settimanale della Diocesi di Agrigento, questo è il link:
http://www.lamicodelpopolo.net/Home/tabid/82/ctl/Details/mid/638/ItemID/297/language/it-IT/Default.aspx

Giovanni Graceffa di Aragona Diocesi di Agrigento

Fabiola ha detto...

A Giovanni Graceffa.
Nel mio post non entravo volutamente nel merito del disagio provocato da inadempienze di politici.
Mi ponevo delle domande.
Continuo a ritenere che un Vescovo, pur avendo tutte le ragioni del mondo per essere indignato, non possa e non debba utilizzare il dono più grande che ha ricevuto da Cristo e dalla Chiesa per farne una bandiera di protesta. Anche perché, in quel dono, sta la salvezza di ogni uomo e del mondo.Non è questione di solidarietà espressa in modi diversi. E' questione di fede nella salvezza autentica che solo Cristo può "fare", non noi, pur con tutta la nostra solidarietà.

Anonimo ha detto...

Il grido di allarme lanciato dal vescovo è totalmente condivisibile;

totalmente non condivisibile è il rifiuto di celebrare un funerale; la liturgia non è materia su cui si può "scioperare", come il ministero episcopale non è paragonabile ad una qualsiasi rivendicazione sindacale.
Il vescovo non solo ha sbagliato ma ha offeso sia la liturgia che la famiglia dei defunti.

Se riteneva di diver protestare per questo fatto annunciato doveva e deve farlo (ed è libero di farlo) senza coinvolgere Cristo, la Chiesa e la sua liturgia o i suoi segni (come il presepe) e senza neppure coinvolgere il suo ministero episcopale.

Protestare è lecito, soprattutto per situazioni simili, addirittura può essere doveroso, ma nel giusto modo.

E il modo usato da questo vescovo è sbagliato.

Caterina63 ha detto...

Il Vescovo di Agrigento ha commesso un grave abuso (nel gergo militare e fra magistrati si parla di OMMISSIONI D'ATTI D'UFFICIO) perchè la celebrazione della Messa (e delle esequie nella fattispecie) NON E' UNA SUA PROPRIETA' MA E' UN UFFICIO, UN SERVIZIO, celebrare o non celebrare tale Messa non è un arma da usare per questioni politiche o per risolvere il dramma che ha portato alla morte due anime innocenti...

Se politicamente parlando anche il Papa decidesse un giorno di NON celebrare Messa per protestare CONTRO LA LEGGE SULL'ABORTO, cosa accadrebbe?

Quieste iniziative denotano, assai gravemente, l'idea eretica che certi sacerdoti hanno a riguardo della Messa: essa NON è un atto privato, non è barattabile a seconda della situazione politica e si può rifiutare di celebrare Messa SOLO se alla base ci fossero gravi motivi di ordine pubblico che potrebbero mettere in pericolo la vita dei fedeli E LA PROFANAZIONE DELL'EUCARESTIA...

Basti pensare ai cristiani NELLE CATACOMBE, essi non si rifiutavano di celebrare Messa nonostante le ingiustizie che subivano, al contrario, da Questa traevano forza....ergo il Vescovo, più furbamente SI E' MESSO D'ACCORDO CON IL PARROCO, la Messa l'ha fatta celebrare non l'ha rifiutata, ergo egli ha compiuto solo un abuso neio confronti dell'autorità che gli è stata conferita, omettendo un ATTO D'UFFICIO, Ufficio Divino che quelle due anime avevano DIRITTO di ricevere DALLE MANI DEL LORO PASTORE....

Caterina63 ha detto...

giovanni graceffa ha detto...
Forsè sarò una voce stonata, ma sento di essere d'accordo con il mio Vescovo, Don Franco. E lo sono perchè il Vescovo è un uomo di grande carità e non è stato assente dalla tragedia che ha colpito la famiglia Bellavia ma presente fisicamente sia la sera della veglia sia in mezzo alla gente durante la cerimonia funebre.


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è proprio questo il dramma di molti cattolici oggi: confondere la carità INDISCUTIBILE di un vescovo, dalle sue azioni SBAGLIATE...
L'Eucarestia NON è materia privata che un sacerdote può usare per fini politici, il vescovo HA SBAGLIATO ha commesso un'omissione dell'Ufficio Divino, DUE ANIME INNOCENTI sono state private non certo della Messa (è ovvio che il vescovo si è premunito facendola celebrare al parroco altrimenti sarebbe incorso in una colpa assai più grave) ma private dell'Ufficio celebrato DAL LORO PASTORE...

il resto sono chiacchiere sentimentalistiche e boniste!

Anonimo ha detto...

Ho l'impressione che l'Arcivescovo di Agrigento difetti, nelle ultime settimane, di una piena capacità di analizzare gli avvenimenti e di gestirli, sul piano cattolico, conseguentemente.
Salvo errore, non mi risulta che lo stesso Arcivescovo in precedenza, mentre il dissesto ed il degrado della sua terra erano sotto gli occhi di tutti, abbia fatto molto per esternare in TV, sui giornali, sui mezzi di comunicazione di massa, i molti mali che affliggono la sua terra, tra cui anche l'edificazione abusiva.
Fare l'adirato quando "la frittata" è già fatta può essere un esercizio di facciata; ma non risolve i problemi che invece il Vescovo avrebbe dovuto stigmatizzare pubblicamente e sonoramente prima, dando agli amministratori interessati ed ai cittadini interessati a non rispettare le norme edilizie, i rimproveri che si meritavano ampiamente.
Oggi, non pochi Vescovi cattolici, amano "le sceneggiate", le uniche forme, in carenza delle pratiche tradizionali di cura d'anime, che riescono ad appagarli dalle loro frustazioni.

euge ha detto...

Condivido Fabiola!

Anonimo ha detto...

io sono d'accordo con il vescovo,oltre che per i motivi di "giustizia civile" diciamo, su cui siamo tutti d'accordo, anche su quelli pastorali,per due ragioni:
lui non ha negato i funerali, ma ha assistito a quelli celebrati.Forse un'eucarestia celebrata da un semplice sacerdote é meno corpo di Cristo o da meno conforto? quindi le critiche sul non aver offerto la consolazione dell'eucarestia non reggono, soprattutto considerando che qui ci sono molti fan del rito di Pio V, ebbenne seccondo il vecchio ordo il Papa praticamente non celebrava quasi mai l'eucarestia per i fedeli, ma assisteva a una celebrata da altri, quindi per 10secoli i papi hanno rinunciato alla loro missione?

2) La cura pastorale. Lasciamo l'ipocrisia dei farisei: qual é il buon pastore,colui che si prende cura delle sue pecore? quello che mentre la famiglia piange i suoi morti è nel suo ufficio, scrivendo il discorso del giorno dopo,per i funerali, per far bella figura con i giornalisti,magari citando i morti per nome, come se li conoscesse,quando probabilmente non ha mai fatto una visita pastorale in quel paese e non sapeva neanche del rischio crolli?arriva il giorno dei funerali all'ultimo minuto, con la sua Lancia o Mercedes parcheggiata in prima fila, celebra la messa e riparte?
oppure il vescovo che la sera della veglia,e chi ha avuto un caro defunto sa quant'é importante, resta con la famiglia, prega con lei, la consola,e il giorno dei funerali é nei banchi affianco alla famiglia, ma soprattutto si è mostrato pastore prima, quando le telecamere non c'erano. Molti dicono "gesto eclatante",ma quando ha scritto la lettera nessuno lo sapeva,tant'é che solooggi l'abbiamo scoperto,lui però si era preoccupato da tempo.

Anonimo ha detto...

Ma quello che ha voluto interrompere il vescovo non è la fede nella salvezza che solo Cristo può dare.Tant'é che non solo ha partecipato all'eucarwstia ,ma ha anche pregato quel Cristo il giorno primo.Solohavoluto dire basta a quella consuetudinedove c'é una tragedia annunciata,muoiono giovani vittime, arriva il vescovo e un rappresentante del governo per il funerale, si dice che ci sono responsabilità, e poi ancora un'altra tragedia. Ogni volta mi sembra quasi he passi il discorso: "va bene hai perso un caro in una tragedia annunciata,però caspita hai avuto il funerale con il vescovo!".così la presenza del vescovo diventa più importante di quella di Cristo stesso all'eucarestia.

Giovanni ha detto...

Non mi sento di "condannare" l'atteggiamento del vescovo.
Alla fine il sacrificio eucaristico per la consolazione della famiglia e degli amici si è tenuto ugualmente. E il valore che ha il Sacramento non differisce se celebra il Papa o celebra l'ultimo parroco di provincia.

Diverso sarebbe stato se avesse vietato il funerale, ma così non è stato.
L'importante è che il vescovo si prenda cura del gregge affidatogli e, dalla testimonianza di giovanni graceffa, pare l'abbia fatto sia verso la comunità che verso la famiglia delle vittime.
Infine, potrei sbagliarmi, ma non credo che se avesse adottato altre forme di protesta i giornali avrebbero dato una diffusione così ampia della posizione della Chiesa locale rispetto al disagio di quelle zone.

Fabiola ha detto...

Appunto. Ha utilizzato il rifiuto di celebrare i funerali per avere risonanza mediatica.
Scusate, so benissimo che la S. Messa ha valore anche se celebrata dall'ultimo "curato di campagna". La questione non sta qui. Sta nella strumentalizzazione di ciò che è sacro, in un paradossale "sciopero" di ciò che non gli appartiene ma di cui è solo Ministro. Del resto la pregressa vicenda dei Magi, fermati alla frontiera dalle disumane leggi di questo governo dice moltissimo sul senso tutto "politico" della cosa.

Anonimo ha detto...

Il Vescovo ha mancato ad un suo dovere, non c'è dubbio. Ma a parte l'aspetto puramente liturgico, credo che abbia mancato di intelligenza, lasciandosi andare alla rabbia e facendosi da essa guidare. Contro chi era quella rabbia? Contro il costruttore, che a suo giudizio ha sbagliato? Contro l'amministrazione comunale che ha mancato di verificare l'edificio? Contro le amministrazioni precedenti che non l'hanno fatto a loro volta? Contro il servizio geologico regionale? Contro quello nazionale? Contro il Governo ladro? O contro il fato? O contro il buon Dio che evidentemente aveva deciso così?

Dopo il dramma di Haiti ho seguito un'intervista ad una locale da parte di una giornalista italiana che le chiedeva se provava rabbia e se c'erano responsabilità (pensa un po' te!). Lei rispose, sorpresa, che è inutile provare rabbia per il terremoto e che bisognava pensare ai sopravvissuti.
In aggiunta, il Vescovo avrebbe dovuto pensare anche alle due piccole defunte.
O Sarracino

Anonimo ha detto...

Qui non si tratta di giustizia terrena... Il funerale è un momento spirituale di trapasso e di saluto delle anime che se ne vanno in un'altra dimensione, che con la messa, sono presentate all'Altissimo. Se è vero, come diceva Padre Pio e "qualche altro Papa" che con la preghiera si può intercedere per la salvezza delle stesse anime, se mi permettete, se c'è anche un arcivescovo che officia in più sull'altare, può aver il suo valore... per l'aldilà, ma anche e soprattutto per il "di qua" dove la Rabbia deve essere assolutamente bandita. Io spero che Sua Eccelleza si sia andato a confessare da qualche frate il quale gli abbia combinato quelche "strizzata" di cilicio, perché, in effetti è stata proprio l'esaltazione della motivazione diavolesca della Rabbia che ha rovinato tutto. E' assolutamente inutile farsi vedere in giro per il paese e parlare con tutti e fare il compagnone, magari in blue jeans, magari parlando male degli amministratori, per far vedere che si è "sì" altolocati, prossimi Principi, ma sempre cattolici-democratici (un po' relativisti). Il Vescovo è come l'allenatore di calcio: non ha l'obbligo di essere simpatico e "casareccio" per far il bene della "squadra". L'esempio che è stato riportato di Giovanni PaoloII che col dito puntato inveì contro la mafia: Pentitevi e convertitevi! è indicativo, ma il Papa non ha fatto sciopero, anzi di messe ne avrà dette molte di più per questo motivo... E' questo il Concetto base. IL prete deve combattere con le armi che ha: la preghiera,la preghiera e la preghiera, non con con la "rabbia" della politica.

Unknown ha detto...

Cara Caterina63, non vivo nessun dramma nel sentirmi solidale al mio Vescovo. Avrà sbagliato? non lo so? non sono un esperto in diritto canonico, sono un semplice ed umile cattolico che accanto al suo Vescovo si sente al sicuro e sa che se ha preso questa decisione la ha presa dopo tanta preghiera.
Ma una cosa è certa il suo silenzio carico di preghiera ha parlato più di tante omelie. Al Signore Gesù il giusto giudizio finale.

Salvo ha detto...

io sto con il Vescovo..lo dimostra il gruppo di facebook che siamo in tanti a sostenerlo! e poi, ho notato commenti delle anime della ragazza e della bambina che pensano di qui e di là...voi non potete parlare a nome loro, e neanche potete parlare di diritto canonico, perchè, se ci saranno proveddimenti da prendere (penso proprio che non ce ne sia di bisogno) li prenderà la chiesa...li prenderà sua santità il Papa..o no?? ciao a tutti, e che Dio vi benedica tutti, cento volte e più!!