venerdì 29 gennaio 2010

Unioni omosessuali, il Patriarcato di Mosca concorda pienamente con il Vaticano ma indirizza un messaggio pubblico (non riservato) all'Europa


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Gay: Patriarcato Mosca con Vaticano, Europa dica no a unioni omosessuali

Citta' del Vaticano, 28 gen. (Adnkronos)

Anche il Patriarcato di Mosca, attraverso il suo responsabile per le relazioni estere, l'arcivescovo Hilarion, ha indirizzato un messaggio ai partecipanti all'ultima sessione dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, tenutasi dal 25 fino al 29 gennaio, per testimoniare la propria opposizione alla risoluzione con la quale venivano condannate le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e si chiedeva il riconoscimento alle unioni fra persone dello stesso sesso. Solo che lo ha fatto con un documento pubblico, datato 26 gennaio.
Il Vaticano ha scelto un'altra strada, quella della lettera riservata inviata dal nunzio apostolico a Parigi, mons. Luigi Ventura, non a tutti i rappresentanti del Ppe presenti all'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, ma - secondo quanto apprende l'ADNKRONOS - solo a un gruppo selezionato di essi; fra questi alcuni francesi e olandesi, probabilmente anche alcun italiani.

© Copyright Adnkronos

Plauso alla trasparenza del Patriarcato di Mosca. Si abbia il coraggio di parlare chiaro e di mettere da parte le lettere riservate sull'esempio dei fratelli ortodossi. Il Papa INSEGNA questo comportamento e questa coerenza che ritroviamo nell'atteggiamento dell'arcivescovo Hilarion ma in pochi vescovi cattolici.
R.

41 commenti:

mariateresa ha detto...

è anche vero che quando c'è stato un pronunciamento pubblico su questi temi, adesso non ricordo il nome del prelato, nei confronti dell'ONU , il diretto interessato è stato pelato, incatramato e rivestito di piume. Forse è questo che rimpiange ADNKRONOS. Tutto ciò non per giustificare nessuno ma ma per essere lucidi su certi commenti di parte delle agenzie.
Molto ipocriti.

Raffaella ha detto...

Verissimo!
Inoltre non posso fare a meno di notare che non si criticano mai nel merito i pronunciamenti degli Ortodossi ma, come in questo caso, li si utilizzano contro la Chiesa Cattolica.
:-)
R.

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella, né la Russia o la Serbia fanno parte dell'Unione Europea e non si rendono conto che nidi di vipere ci siano specie dentro il PPE. Ora già il Kosovo sponzorizzato, chissà perché dagli Stati Uniti, tuona contro il nuovo Patriarca costantiniano che spera di vendicare il massacro di Kosovo Polje. Eufemia

Anonimo ha detto...

Raffa, ti segnalo dal blog di Tornielli questo interessantimo pezzo che aiuta a far chiarezza in una situazione davvero complicata e spesso strumentalizzata:
La difficile riconciliazione nella Chiesa cinese
Alessia

Marco ha detto...

L’intervento del Nunzio era in “difesa”, per quanto riguarda la questione dell’aborto al massimo. Ma è un esempio di indifendibile intolleranza per quanto riguarda i matrimoni omosessuali! Non si tratta, infatti, di un discorso o una predica in cui si spiega ai propri fedeli perché questo è contro la legge Divina e contrario ai precetti che i credenti dovrebbero condividere, ma di una pressione diretta e senza tante spiegazioni su coloro che sono deputati a decidere. E come se un ateo che ritenesse una clamorosa ingiustizia perpetrata nei confronti della dignità e libertà personale la consacrazione ad una vita di clausura per motivi religiosi, chiedesse che tutti i monasteri e conventi venissero chiusi. Dove è finita la libertà personale? La possibilità di avere visioni del mondo diverse? Ma anche la cristianissima libertà di sbagliare, preservata da sempre nel concetto dogmatico di libero arbitrio? Fa parte della missione cattolica anche questo, raggiungere posizioni di prestigio politico-istituzionale in modo da indirizzare i lavori normativi secondo solo ed esclusivamente il proprio credo, anche quando la norma si applica anche per coloro a cui non si è ancora portato direttamente il messaggio cristiano?
Marco

Ben ha detto...

E' anche vero che in Russia c'è Putin, e quindi attaccare troppo frontalmente la Chiesa Ortodossa non è ritenuto prudente dalle nostre agenzie...
Invece dietro al Vaticano non c'è nessuno (o, meglio, c'è solo Uno...)
Quindi si può incatramare il Nunxio ed impeciarlo ad libitum.
Ma non praevalebunt !

luchino ha detto...

non ci posso credere. il mio commento il mio commento era impubblicabile. perchè?

Raffaella ha detto...

Provocazione!

Caro Marco, affermare che non e' possibile accettare le nozze omosessuali non e' intolleranza o discriminazione.
Non tutti i desideri devono per forza trasformarsi in diritti soggettivi.
R.

Anonimo ha detto...

La Chiesa Cattolica è ampiamente condizionata da correnti cattocomuniste, con vescovi che chiudono un occhio davanti al radicalismo ateo oggi imperante in Europa e in Occidente, e di cui è esponente Emma Bonino, candidata a Roma. Per non scontentare i falsi cattolici che sono nel PD, nella versione barricadiera e demolitrice degli avversari,modello Rosy Bindi, la Chiesa conciliare al posto di prendere nette e marcate posizioni contro i nemici italiani ed uropei della fede, si riduce ad arruolare qualche politico, ex demonio cristiano, ora UDC, presso cui perora le cause dei valori del matrimonio in Europa. E' un metodo sbagliato, da curati di campagna del XX secolo abituati a raccomandarsi a qualche amico potente, metodo che non porta da nessuna parte, non aiuta le scelte dei politici cattolici in Europa (e del PPE in particolare) e produce delle magre figure di diplomazia sotterranea, settaria, ed ambigua.

Marco ha detto...

Cara Raffaella :), siamo d’accordo. Ma chi stabilisce il discrimine? Ci sono, infatti, alcuni “desideri” che devono essere riconosciuti come diritti. Alcuni cattolici ritengono che secondo la morale derivante dalla Fede cristiana l’unione fra omosessuali non possa essere equiparabile legalmente a quella fra eterosessuali. Il che è assolutamente legittimo. Altre persone ritengono, secondo la propria morale, che questo genere di unioni sia autentica e “naturale” quanto le altre, e per tanto debba godere degli stessi diritti. Posizione altrettanto legittima. Tuttavia il nunzio chiede che le norme vengano scritte in modo tale da assecondare la sua morale e non considerare quella degli altri. L’intolleranza nasce allora nel momento in cui, così facendo, si esprime l’idea che l’unica morale “legittima” sia la propria, e la visione degli altri non sia solo scorretta ma subordinabile. Allo stesso modo sarebbe intollerante, per esempio,un provvedimento che vietasse ad una donna o ad un uomo di consacrarsi ad una vita di clausura, perché secondo la propria visione del mondo si tratterebbe di qualcosa contro natura ed imposto da una falsa religione. A maggior ragione perché, a differenza dell’interruzione di gravidanza, in cui c’è in gioco almeno una vita, il matrimonio omosessuale non prevarica il diritto di nessuno.
Marco

Raffaella ha detto...

Il nunzio parla di legge naturale e su questo non credo che qualcuno, in buona fede, possa dargli torto.

nome fittizio ha detto...

"Non tutti i desideri devono per forza trasformarsi in diritti soggettivi."
giusto, ma un po' generico. ci sono desideri, come questo, che non ostacolano la liberta di nessun'altro, che al massimo infasidiscono chi ha stili di vita e convinzioni differenti, ma può bastare questo?
oppure crediamo che una legge pro unioni civili fra gay faccia prolificare l'omosessualità?

Raffaella ha detto...

Teoricamente alcuni uomini potrebbero desiderare di sposare piu' donne contemporaneamente.
Ci si potrebbe chiedere: che fastidio danno alla societa?
Per questo l'ordinamento italiano deve riconoscere la poligamia?
R.

nome fittizio ha detto...

qui non stiamo parlando di poligamia.
non usare il trucco di sviare il discorso. per favore.

Raffaella ha detto...

Stiamo parlando di desideri?
Ho fatto un esempio.
Che fastidio da' chi, in casa propria, fa cio' che gli pare?
Nessuno! Infatti c'e' assoluta tollerenza (finche' non si commettono reati), ma non per questo lo Stato di diritto deve regolamentare tutto cio' che una persona fa nella sua sfera di assoluta e liberissima autonomia.
R.

nome fittizio ha detto...

infatti qui non si parla di "tutto ciò che una fa". si parla nella fattispecie di unioni civili omosessuali. si parla di tante persone che sarebbero più felici senza dare fastidio a nessuno. uno stato si evolve anche quando crea nuovi diritti.

Raffaella ha detto...

Non sempre e ricordiamo che ad ogni diritto corrisponde un dovere.
Come conciliare tali unioni con il dettato costituzionale?

nome fittizio ha detto...

è chiaro che queste coppie avrebbero gli stessi doveri.
per il resto la costituzione si può anche cambiare. non si tratta delle tavole della legge.
e comunque noi avremo la "fortuna" di non vedere questo cambiamento, ma è una cosa che avverrà inevitabilmente.

Raffaella ha detto...

Non e' facile cambiare la Costituzione. La prima parte di essa e', secondo me, un vero capolavoro.
R.

Anonimo ha detto...

La “legge naturale” di cui parla il Nunzio è pur sempre legge naturale derivata da una particolare visione del mondo cattolica. Sarebbe, in effetti, più corretto definirla “legge divina”, giusto per evitare questi equivoci. L’amore omosessuale infatti non contraddice, per esempio, la legge naturale che studiano gli scienziati, che ci dicono che non è una devianza, e molti omosessuali (e non) potrebbero affermare con onestà e convinzione che l’amore che provano è assolutamente autentico e naturale, senza cattiva fede. L’esempio della poligamia è perfetto. La poligamia contraddice l’istituto del matrimonio sia nella prassi che a livello teorico in modo piuttosto evidente: a livello pratico perché sappiamo che è usata e potrebbe essere usata come modo di aggirare le leggi sulla cittadinanza e perché spessissimo applica una visione discriminatoria del ruolo della donna, a livello teorico perché non riflette i valori che contraddistinguono l’istituto del matrimonio: la totale fedeltà e dedizione reciproca, l’unione nel senso più profondo e duraturo, tutte cose potenzialmente presenti invece in molte coppie omosessuali. Ed enormi gruppi di persone sono convinti e sostengono con argomenti validi l’equiparabilità dell’amore omosessuale a quello eterosessuale. Si tratta di modi diversi di vedere le cose, fondati su riflessioni e convinzioni serie ed articolate. Ciò che si discute è l’atteggiamento oppressivo del Nunzio, che ci dice chiaramente che il modo in cui la pensano gli altri non è semplicemente sbagliato (che è un suo diritto), ma non deve neppure essere considerato a livello normativo. E’ come se l’insieme delle persone omosessuali richiedesse l’invalidità per il matrimonio eterosessuale. Non sarebbe assurdo? Per quali ragioni e con che diritto vorrebbero impedirci di fare qualcosa in cui crediamo, e che a loro non nuoce. Nulla vieta al nunzio di proibire ai propri fedeli che sentissero pulsioni di questo genere di unirsi in matrimonio, ma quali sono le ragioni che lo autorizzano a vietarlo anche a tutti gli altri, che non giudicano le cose al suo stesso modo?
Marco

Raffaella ha detto...

Suvvia...e' solo dall'unione di un uomo e di una donna che nascono dei figli. Non e' questa una leggere naturale?
R.

Anonimo ha detto...

allora avere rapporti con una donna in menopausa è contro natura.

un passante ha detto...

andiamo oltre alla semplice legittimazione delle unioni omosessuali, e guardiamo cosa è accaduto laddove sono la regola. Al diritto di unirsi è subito seguito il diritto di diventare genitori, ricorrendo alla fecondazione eterologa. Credo onestamente che in tal caso, ancora prima del diritto del genitore a procreare, sia da tutelare quello del bambino di nascere da madre e padre, come natura propone. Invece, in alcuni paesi siamo già al genitore uno e genitore due, con abolizione di madre e padre per non far torto a nessuno. Eppure, non mi pare che in natura madre e padre siano solo una convenzione sociale. Senza voler fare torto a nessuno, questo è il più grosso sovvertimento dello schema naturale e sociale mai avvenuto finora, mi pare lecito che qualcuno si ponga dei dubbi. E in fondo, ha ragione Raffaella, tutto può essere avanzato come diritto. Aborto, eutanasia, procreazione eterologa...perchè non poligamia, incesto ecc..??? Se fra consenzienti, realizzano il desiderio di alcuni, senza far torto ad altri... Non mi pare il tipo di società voluta e supportata dai primi cristiani questo, e non mi stupisce che la chiesa "non ci stia"

Raffaella ha detto...

Ma non diciamo banalita'!
R.

Anonimo ha detto...

"si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce niente come definitivo, ma lascia come ultima misura soltanto l'io e le sue voglie"

ricordate?

Anonimo ha detto...

il diritto naturale non esiste...tranne che se vogliamo intendere "fare cose come l'ordine naturale fa ogni giorno"...allora nessuno potrà negare che in nature vale la legge del più forte tramite scontro,vale la poligamia,della soppressione degli esemplari con difetti. quindi una società naturaleè quella greca, é quella romana non di certo quella cristiana, che é pura pazzia per i gentili e scandalo per i giudei. Se i principi del cristianesimo, fossero così naturali, l'uomo ci sarebbe arrivato da solo,non vedo a cosa serviva mandare il figlio di Dio. Per me,ma anche per chiunque usi la logica, anche teo-logica, dire che i principi cristiani siano naturali, propri di tutte le culture e civiltà,é una bestemmia oltre che un eclatante errore di logica.

Marco ha detto...

Allargare il discorso può portare a grossolani equivoci. Si sta parlando delle unioni omosessuali, non dell’aborto, dell’eutanasia ecc.. Soprattutto non si parla della possibilità per queste coppie di avere figli, riguardo a ciò la questione è molto più complessa. Infatti un passo sarebbe l’equiparazione ai matrimoni eterosessuali a livello giuridico, un passo ulteriore la possibilità di adozione, uno ancora ulteriore la fecondazione eterologa. Tutti necessiterebbero di apposite riforme con le relative procedure e approvazioni. Volendo spendere giusto due parole su questo, riguardo la fecondazione eterologa sono profondamente scettico. Tuttavia, visto che il Passante sembra preoccuparsi davvero dei bambini, sarebbe necessario ricordare il bene che farebbe allargare il numero di possibili genitori adottivi. Pensiamo a tutti i giovani innocenti che stanno vivendo in condizioni violente e durissime, negli orfanotrofi dell’est Europa, del Sud America, dell’Africa, proprio mentre noi scriviamo. Rispetto alla quotidianità inimmaginabile che loro vivono per ora, l’alternativa di una vita con dei genitori omosessuali rappresenterebbe comunque una via “regolare”. E’ bene ricordarselo. Inoltre io in questo caso seguo sempre questo semplice ragionamento: tutti sappiamo che le procedure per ottenere l’adozione rappresentano un percorso lungo, complicato, impegnativo. Una coppia viene esaminata a fondo prima che, con un accettabile margine di errore, si stabilisca che possa offrire un ambiente adeguato alla crescita del bambino. Indubbiamente, come per tutte le cose, si può perfezionare. Tuttavia

Marco ha detto...

io credo che se coloro che sono preposti a valutare, certificassero la bontà dell’ambiente familiare, cosa cambierebbe se la coppia fosse omosessuale o eterosessuale? Se loro respingessero, dopo averle adeguatamente valutate, tutte le domande presentate da coppie omosessuali non avrei nulla da obiettare, chi sono io per giudicare meglio di loro? E la stessa cosa vale al contrario. Ma questo è un discorso diverso.
In effetti l’esempio della menopausa è un po’ una banalità, ma non molto più di quanto non lo sia l’equivalenza procreazione = amore autentico. Molti sacerdoti o religiose con la loro stessa vita dimostrano che è possibile vivere un amore vero senza che questo sia connesso alla necessità della procreazione. Oppure il contrario, una madre e suo figlio, o una sorella ed un fratello, potrebbero “naturalmente” avere a loro volta dei bambini, ma questo in che modo è legato, in che modo riflette la natura autentica di un sentimento? Nessuno. E’ legittimo pensare, allora, che l’amore sia qualcosa che prescinda dalla possibilità di fare figli, che abbia già un suo valore intrinseco, a livello “naturale”. A livello naturale, invece, è più facile legare tra loro la procreazione con l’attrazione sessuale, che però è altro rispetto all’amore nel suo senso più completo. E’ una lettura che a me pare ragionevole della questione, non è così? Non è però l’unica, per cui riconosco che una corrente Cristiana Cattolica non la condivida. Tuttavia, come io rispetto, tollero, la vostra, perché la mia deve essere schiacciata e messa a tacere a livello normativo?
Marco

Anonimo ha detto...

Si può definre il matrimonio come contratto atto a tutelare i figli e le madri, visto che la specie umana tarda a diventare autosufficiente.
Persino nell'antica Grecia gli omosessuali non si sposavano, e non capisco dove stia la discriminazione. Poi un contratto si può sempre inventare, senza scomodare etimi pretenziosi.Eufemia

Anonimo ha detto...

solo una "corrente" cristiana cattolica? veramente stiamo parlando del magistero plurisecolare della Chiesa, dal quale non si sono discostati neppure i papi più recenti, compresi quelli definiti "progressisti"

Anonimo ha detto...

e poi mica solo la Chiesa cattolica non condivide, idem le chiese ortodosse per l'appunto, al cui messaggio è dedicato il post

Anonimo ha detto...

perché le numerose comunità islamiche europee non vengono interpellate sull'argomento?

un passante ha detto...

lasciando da parte il discorso religioso, ma allora perchè a livello normativo una coppia omosessuale deve avere più diritti di un singolo? Di fronte alla legge siamo tutti uguali, o no? Le nostre società si sono date delle regole sulla base delle consuetidini che le regolavano. Se le consuetudini cambiano e vogliamo adeguare ad esse le nuove regole, laicamente parlando, perchè sostituire la cellula fondante "famiglia tradizionale" con le sue imitazioni, se il loro scopo non è la procreazione e la continuazione del subtrato sociale? Mi pare che i privilegi alla famiglia derivassero da questo, da una somma di diritti-doveri, non dal semplice amore coniugale o solidaristico tra le parti. Venuto meno il compito della coppia in quanto cellula fondante della società, il suo ruolo potrebbe essere svolto egregiamente da qualunque sinlge, perchè se si ammette che per la nascita e la crescita di un bambino non servono un papà e una mamma, il ruolo educativo di due papà o di due mamme, può essere svolto allo stesso modo anche da un single, l'unico che corre seriamente il rischio di finire discriminato.

Anonimo ha detto...

benissimo passante, se lo stato giustamente tutela la famiglia eterosessuale con figli perché fa continuare la specie, mi spieghi la discriminazione fra una coppia omosessuale e una etero che ha scelto o no può avere figli?che apportaallo stato una coppia sterile eterosessuale?

Marco ha detto...

Non potrei essere più d’accordo riguardo alla discriminazione di cui sono vittime i single nella società di oggi. Dico seriamente, so per esperienza che i single quotidianamente sono sottoposti a numerose e spesso ingiustificate disparità da parte della legge. Ma le riforme in tal senso dovranno essere precedute da un cambiamento profondo a livello culturale, non disgiunto da una seria riflessione su individualismo ed individuo. Insomma è una questione complessa. Riguardo ad un altro aspetto mi trovo d’accordo con il passante, e devo per tanto correggere la mia posizione precedente. Il concetto di matrimonio in effetti non può essere del tutto disgiunto da quello di famiglia, e quindi la possibilità di avere figli per le coppie omosessuali dovrà probabilmente essere discussa in stretta continuità con un eventuale approvazione dell’unione legale di tali coppie. Tuttavia il matrimonio a livello legale è anche altro. Ora, io non sono per niente un esperto, e sono certo che chi se ne occupa professionalmente saprebbe trovare più esempi, però per citarne qualcuno, a me vengono in mente la questioni attinenti alla tutela legale in caso di incapacità mentale, tutte le agevolazioni e norme speciali in materia economica (affitti, reversibilità della pensione) che garantiscono il mutuo sostegno senza che sia eccessivamente oneroso, che non sono tutti riferibili direttamente al ruolo di genitori. Questo perché l’istituto del matrimonio considera anche quanto la comunità può fare per la coppia, oltre che quanto la coppia può dare alla comunità. Certo ha ragione, a quel punto la possibilità di avere figli dovrà presto o tardi essere considerata e valutata. Ma dal punto di vista laico, come già detto, non esistono motivi per cui si possa negare la validità di una discussione in tal senso a priori.

un passante ha detto...

non fingere di non capire ciò che voglio dire, anonimo. Io non sto ragionando da credente e non sono contro le famiglie omosessuali, sono contro le categorie che stipulando contratti usufruiscono di privilegi, in generale. O il contratto ha un senso ben preciso, o se lo perde, deve cessare di essere privilegiato. La sterilità per le coppie etero è una variabile che ci può stare ma non è la regola. Nel caso delle coppie omo lo è, a meno che non si faccia ricorso all'adozione o alla fecondazione eterologa. Ma nel momento in cui queste pratiche vengono legittimate per due uomini o due donne, credo possano valere anche per un single. Il fatto di vivere in coppia non può di per sè dare diritto a privilegi rispetto a chi vive solo, se la coppia è finalizzata solo a se stessa, con tutto il rispetto per l'amore e la solidarietà che possono legare due persone

Anonimo ha detto...

anche l'amicizia è un valore, altissimo, eppure lo stato non tutelal'amicizia, tutela la famiglia basata sul matrimonio per due ragioni laiche:essa garantisce continuità allo stato e maggiore stabilità sociale, es. se fai un incidente o sei malato a casa, c'é tua moglie che é tenuta a occuparsi di te, quindi lo stato risparmia in assistenza sociale.così come senon percepisci redditoe sei da solo hai diritto alla minima, se seiin coppia el'altro lavora, cumuli en on hai diritto,quindi lo stato risparmia, idem per i redditi. non é vero che lo stato ci perde solo con le coppie.ma il punto é: una coppia omosessuale non apporta continuità allo stato, ma apporta la stabilit sociale della coppia. ergo avrebbe diritto a tutti quei diritti che hanno le coppie etero che non hanno figli,e che quindi garantiscono solo la stabilità sociale.un esemèpio é la reversibilità,che a quanto ne so non dipende dal numero dei figli.

un passante ha detto...

d'accordo con la tutela legale del compagno con cui si condivide la vita, nei casi contemplati da marco, ma per questo non credo che si debba modificare il concetto di famiglia. Il diritto privato credo che saprebbe trovare le soluzioni, ma diciamo la verità, non è quel che vuole chi conduce certe battaglie. Si vuole l'unione omosessuale equiparata a quella etero, adozione e procreazione comprese. E chi desidera diventare papà single anzichè in coppia con un altro papà, visto che la mamma comunque non c'è, si sentirà a sua volta discriminato. Perchè non accettare la propria diversità rispetto ad un'istituzione nata con caratteristiche diverse e non studiare altre soluzioni?

Anonimo ha detto...

ma infatti sono d'accordissimo con te in questo,e sono contrario al 100% alle adozioni da parte di coppie omo o single,perché li si tratta innanzitutto del diritto del bimbo a un padre una madre, e non a essere menomato per scelta altrui di uno dei suoi genitori.e sono anche contrario all'etichetta di matrimonio(viene da madre...)per gli omosessuali.vorrei solo un istituto legale che dia alla coppia omosessuale gli stessi diritti di una coppia etero che non ha figli.basta mettere nellacostituzione che ogni nascituro ha diritto a una mamma e a un papà.

Anonimo ha detto...

io vorrei un po stigmatizzare con certe condanne ripetute dalla chiesa contro gli omosessuali. 1)gesù disse che omosessuali(eunuchi) o ci si nasce o ci si diventa, e la storiella della verginità sacerdotale oo dei castrati non regge:a) perché tutti nascono vergine e non solo a alcuni,viceversanessuno nasce castrato b) soprattutto non ci si diventa vergini c)per 8 secoli i sacerdoti non erano vergini o celibi quindi gesù avrebbe sbagliato alla grande

"l'amichetto"(greco "pais", ovvero il giovinetto con cui si avevano rapporti omosessuali) del centurione che Gesù guarisce ne è la riprova, gesù non rimprovera il centurione

2)(Atti, 8,) il primo gentile a essere battezzato fu un eunuco,e non gli é stato detto convertiti e non peccare più, come per la prostituzione della maddalena,ma é stato battezzato in toto, omosessualità e omosessuale il rimando a questo episodio (lo fa la stessa cei)é Isaia:

3)Non dica l'eunuco: «Ecco, io sono un albero secco!». Poiché così dice il Signore: «Agli eunuchi, che osservano i miei sabati e restano fermi nella mia alleanza, io concederò nella mia casa e dentro le mie mura un posto e un nome migliore che ai figli e alle figlie; darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato». (Isaia 56,3-5)

4)Gesù era contrario al divorzio,ma non certo diceva che il matrimonio era l'unica via anzi:"allora non conviene sposarsi"Mt 19,10-12; paolo(celibe) addirittura diceva: "E’ meglio sposarsi che bruciare di passione"

Purtroppo negli ultimi pontificati, tranne quello di BXVI, come disse il cardnal Ratzinger: "si è parlato spesso di sessualità, forse troppo..."

Anonimo ha detto...

Perché, sarà una remora inconscia, nessuno chiama le cose con il loro nome. Ivg sta per aborto, testamento biologico per eutanasia, matrimonio quando la madre non c'entra, divorzio per ripudio e così via. I peccati, pur negati e sbeffeggiati, resistono sottotraccia e si cambiano di nome, per acquistarsi un posto in paradiso (aspirazione universale). Comunque, almeno secondo la Chiesa, il matrimonio è nullo se i figli non sono voluti. Sempre per coerenza filologica. Eufemia