martedì 26 gennaio 2010

Involuzione teologica e "devangelizzazione" mondiale. Il commento di Roberto Pepe


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Il Papa: "Come potranno gli increduli accogliere l’annuncio del Vangelo se i cristiani, sebbene si richiamino tutti al medesimo Cristo, sono in disaccordo tra loro? In un mondo segnato dall’indifferenza religiosa, e persino da una crescente avversione nei confronti della fede cristiana, è necessaria una nuova, intensa, attività di evangelizzazione, non solo tra i popoli che non hanno mai conosciuto il Vangelo, ma anche in quelli in cui il Cristianesimo si è diffuso e fa parte della loro storia" (Omelia Vespri)

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I preti evangelizzatori e le insidie di Internet (Messori)

Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo:

INVOLUZIONE TEOLOGICA E "DEVANGELIZZAZIONE" MONDIALE

Di fatto ci si è dimenticati della difesa della peculiarità della dottrina cattolica, lasciando che nel mondo intero vi fosse un drammatica involuzione o si avviasse addirittura una gravissima “devangelizzazione”

Roberto Pepe

Sul Corriere, il fine Vittorio Messori, ricorda nel proprio articolo “I preti evangelizzatori e le insidie di Internet”, il mistico scrittore Andrè Frossard, ex ateo, figlio di un Segretario del Partito Comunista Francese dei tempi in cui quei materialisti erano ancora considerati scomunicati dalla Chiesa e non esistevano certo contaminazioni ideologiche di catto-comunismo. Ebbene, questo scrittore espresse uno dei più concisi e chiarificatori concetti teologici riguardanti il rapporto che Dio ha con l’uomo: “Il Dio Cristiano sa contare fino ad UNO”, nel senso che fondamentalmente c’è un contatto diretto “tété a tété”, unico, inscindibile e esclusivo tra l’individuo-uomo e l’Assoluto!
Questo è il Cattolicesimo che vuole ribadire e ricordare a tutto il mondo, il nostro grande Papa Ratzinger, fin da quando era professore e poi prefetto del S.Uffizio. Su questa base biunivoca, poi, si costruirà la comunità come la famiglia e la struttura sociale civile e religiosa. Se il primordiale e fondamentale Rapporto (Dio-uomo) funziona bene, anche tutto il resto, in cascata funzionerà ottimamente, venendo, questo vincolo, amplificato dal comune intendimento dell’umanità basato sull’amore reciproco universale, divenendo, in tal modo, ognuno il prossimo del proprio prossimo…
Questo pressante monito, il Papa continua a lanciarlo, credo, soprattutto in primis alla propria Comunità cattolica impegnata, la quale, molto spesso, tende a dimenticare il passaggio iniziale, puntando esclusivamente come obiettivo finale della Chiesa, alla risoluzione dei problemi sociali, alla parità dei diritti, a dar da mangiare ai poveri, a fornire loro assistenza, insomma di intendere quelle che sono le opere di carità come “il” fine cristiano della Chiesa, dimenticando che tutto ciò è esclusivamente il mezzo per poter essere un buon cristiano.
Questa esasperazione del concetto di universalizzazione sociale ed accettazione passiva di situazioni politiche aberranti nel nome del multiculturalismo riappacificante, ha portato, inoltre, purtroppo, a dimenticarsi di un altro ruolo “obbligatorio” per un cristiano che è l’evangelizzazione accompagnata dalla “apologetica” che è la disciplina teologica che si propone di dimostrare la verità della propria dottrina in difesa da tesi avverse.
Il Papa l’ha ribadito più volte: Il cristianesimo non è un partito o un movimento con scopi sociali.
Ha lanciato, infatti un chiarissimo allarme sulla islamizzazione violenta e persecutoria dell’intera Africa. Ha gridato per il dolore, ricordando le persecuzioni a cui ecclesiastici in tutto il mondo vengono sottoposti, essendo uccisi in quanto cattolici… Quando il Papa parla di aiutare i deboli, gli emarginati, gli immigranti, i poveri, svolge un basilare invito alla carità cristiana, ma succede invece che quei “cristiani” di matrice politicizzata con a capo qualche iperattivo prelato dalla battuta facile, prendano quella predica papale come una specie di invito ad allarmare la protezione civile o a rivoltarsi contro le disuguaglianze sociali statali…
La verità è che “oggi” si ha paura di dire che c’è bisogno di evangelizzare ancora… operazione forse dichiarata superflua o non in linea con i tempi, in quanto ora si insegna che basta esser buoni, volenterosi e tutti si salvano.
Non sono più necessari i riti riportati nei sacri manuali apologetici, bisogna adattarsi al tempo in cui si vive, come se questo scorresse ad una velocità differente da quella nostra individuale. Questo è l’altro punto nodale, denunciato da Benedetto XVI subito dopo l’elezione: il relativismo storico.
Ma forse vedrete che proprio l’ultra moderno Internet farà il miracolo di contribuire a ripristinare i valori dimenticati e se lo prevede il nostro Grande Papa Benedetto XVI, c’è da credergli!

Roberto Pepe

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