sabato 6 febbraio 2010
Boffo, alla fine l’Osservatore paga per tutti. Ridimensionato il ruolo di Vian (Galeazzi)
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Il Papa: "Anche a Roma, come in ogni grande Città, si avvertono gli effetti di una cultura che esaspera il concetto di individuo: spesso si vive chiusi in se stessi, ripiegati sui propri problemi, distratti dalle tante preoccupazioni che affollano la mente e rendono l’uomo incapace di cogliere le semplici gioie presenti nella vita di ciascuno. La custodia della creazione, compito affidato dal Creatore all’umanità, implica anche la custodia di quei sentimenti di bontà, generosità, correttezza e onestà che Dio ha posto nel cuore di ogni essere umano, creato a sua "immagine e somiglianza"" (Discorso all'ACEA)
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La Santa Sede e, in particolare, il card. Bertone smentiscano l'articolo di Tito per Repubblica: "Governo e Santa Sede alle grandi manovre". Urgono grandi pulizie in curia!
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Vigila in silenzio, il Papa, sull'affaire Boffo. E' informato, eccome (Apcom)
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Il teologo Cottier spiega perché le polemiche di questi giorni non sono inedite. Il Papa mette in guardia dalla “tentazione del potere” (Il Foglio)
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LA GUERRA IN VATICANO DERUBRICATA A LOTTA TRA DIRETTORI
Boffo, alla fine l’Osservatore paga per tutti
Ridimensionato il ruolo di Vian
GIACOMO GALEAZZI
CITTA’ DEL VATICANO
«Il Papa sa che i peccatori sono anche nella Chiesa, danneggiata dai silenzi non dalle verità». Nel giorno della condanna papale dell’eutanasia («colpo al cuore dei principi cristiani»), a dettare la linea su lotte di potere, caso Boffo e scandali ecclesiastici è Arrigo Miglio, responsabile Cei del Welfare e vescovo di Ivrea. Il bertoniano «doc» Miglio, in «pole position» per la successione di Poletto a Torino, richiama il monito di Ratzinger alla conversione, mentre il Papa si informa in Curia e nell’episcopato italiano riguardo l’origine interna della «velina» pubblicata dal «Giornale» sull’omosessualità dell’ex direttore di «Avvenire». «La Chiesa sarebbe molto più danneggiata se quando ci sono cose che non vanno tentasse di nasconderle», spiega Miglio che lancia anche un appello all’elettorato cattolico. «In Piemonte e anche nel Lazio, come in tutto il Paese, quando si tratta di elezioni regionali e amministrative in primo piano dovrebbero esserci i problemi locali al di là degli schieramenti e delle formule», avverte. Sono «considerazioni generali, un messaggio evangelico per tutti», precisa Miglio. Intanto però, il vescovo emerito di Pistoia, Simone Scatizzi rialza barriere ideologiche sui valori scatenando le proteste delle associazioni gay: «L’ostentata e dichiarata omosessualità impedisce l’amministrazione della comunione».
Sul caso Boffo nessuna relazione è stata chiesta alla Segreteria di Stato. Attraverso i canali istituzionali (colloqui con Bertone, Bagnasco, Re) il Pontefice sta acquisendo elementi di valutazione per capire come siano andate realmente le cose.
Vigila in silenzio. «Non cadranno teste né muteranno nella sostanza gli equilibri di potere, però verranno ridimensionati alcuni ambiti di competenza», assicurano in Curia. Nell’immediato si profila un Osservatore Romano «low profile» e a basso tasso polemico (il discorso papale contro il carrierismo è stato titolato su fede e cultura).
Il professor Vian, spesso consultato nei tre anni di direzione anche su questioni extra-Osservatore, resta al suo posto, ma gli attacchi alle alte gerarchie preoccupano Benedetto XVI. Non a caso, per la prima volta in due settimane, padre Federico Lombardi ieri è intervenuto, seppure in maniera laconica: «È ovvio che il Papa sa quel che succede ed è informato della realtà». Nei Sacri Palazzi si pensa alla linea di prudenza collaudata negli scandali finanziari degli scorsi decenni: separare il livello «tecnico» da quello «politico».
Al direttore dell’Osservatore Romano, indicato dai «mass media» come colui che ha avallato l’informativa fasulla contro Boffo, viene riconosciuto in Vaticano il merito di aver accresciuto il prestigio culturale e il peso internazionale del giornale del Papa. Al tempo stesso, però, gli viene attribuita un’eccessiva disinvoltura nel gestire i rapporti «intra ed extra curiali», insieme alla consuetudine (atipica per chi lavora Oltretevere) di influenzare l’informazione di quotidiani e agenzie di stampa.
Il clamore suscitato dalle dimissioni di Boffo e le rivelazioni di Vittorio Feltri sul suo anonimo informatore di Curia vengono derubricate a «guerra di carta» nell’editoria cattolica. Rancori senza esclusione di colpi, siluramenti e vendette ma senza avalli dei «livelli superiori», cioè Segreteria di Stato e la Cei. Quindi, nessun ruolo di «mandante» di Bertone, né l’intenzione di affossare Ruini attraverso l’uscita di scena del braccio destro Boffo e di ridimensionare l’autonomia del suo successore Bagnasco. In Curia si analizza da quale direzione soffia il vento della maldicenza e se, e come, la Chiesa debba rispondere.
© Copyright La Stampa, 6 febbraio 2010
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