venerdì 12 febbraio 2010
Nel pomeriggio, la visita di Benedetto XVI al Seminario Romano Maggiore. Intervista con il rettore, mons. Giovanni Tani (Radio Vaticana)
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Nel pomeriggio, la visita di Benedetto XVI al Seminario Romano Maggiore. Intervista con il rettore, mons. Giovanni Tani
Visita del Papa, questo pomeriggio alle 18, al Seminario Romano Maggiore. Come accade tradizionalmente ogni anno, in occasione della Festa della Patrona dell’istituto - la Madonna della Fiducia, che viene celebrata domani - il Pontefice incontra i seminaristi e si intrattiene con loro a cena. Quest’anno ad incontrare Benedetto XVI ci saranno anche gli studenti degli altri seminari della capitale. Ma qual è la realtà del Seminario Romano Maggiore? Tiziana Campisi lo ha chiesto al rettore, mons. Giovanni Tani:
R. – La realtà del Seminario Romano Maggiore è quella di un seminario diocesano con la caratteristica particolare di accogliere anche alunni da altre diocesi, che torneranno poi nelle loro diocesi per svolgere il servizio sacerdotale. In questo momento accoglie 85 alunni, di questi 28 sono della diocesi di Roma. Le altre diocesi che sono accolte, sono 21. Ci sono poi le diocesi straniere che comprendono 14 alunni. Quest’anno per la prima volta, in occasione della festa della Madonna della Fiducia, che è la festa patronale del Seminario Romano Maggiore, si raccoglieranno al Seminario Romano per incontrare il Papa tutti i seminaristi della diocesi di Roma e quindi quelli del Redemptoris Mater, dell’Almo Collegio Capranica, del Seminario della Madonna del Divino Amore ed anche del Seminario Romano Minore.
D. – Nel percorso di formazione, quali aspetti è necessario approfondire e quali ancora devono essere migliorati?
R. – L’attenzione principale è quella alla persona affinché riesca a comprendersi, a conoscersi e a capire veramente che la chiamata viene da Dio, che non è un’autochiamata, che non è un autopromuoversi al sacerdozio, ma è veramente un rispondere alla volontà di Dio, alla sua richiesta, al suo invito a dedicare la vita per l’annuncio della salvezza che troviamo soltanto nel Signore Gesù. Ci vuole una dedizione di sé alla preghiera, al dialogo col Signore, che sia intensa e che sia profonda. Che la preghiera non sia soltanto rituale ed esterno, ma che sia veramente un dialogo profondo dell’io con il Signore. Poi ci vuole una capacità di relazione con gli altri, che sia soprattutto saper mettere gli altri al primo posto e non ricercare se stessi, ma cercare veramente il bene dell’altro.
D. – Un anno particolare, questo, perché dedicato al sacerdozio. Ma c’è una festa per voi che è annuale ed è quella dedicata alla vostra patrona…
R. – Per noi è la festa più bella e più grande dell’anno. Siamo come una famiglia che ha il suo momento culminante in questa festa. La festa della Madonna della Fiducia dà richiama ai segni fondamentali della spiritualità che si forma all’interno del Seminario Romano. Una spiritualità che viene proprio indicata da questa immagine della Madonna della Fiducia, che accompagna ormai da più di 200 anni la vita del Seminario Maggiore Romano. Nel cammino degli anni di formazione gli alunni imparano a comprendere cosa significhi fiducia, che è sì fede, ma è una fede di abbandono, una fede di apertura, di confidenza tramite Maria da vivere nei confronti del Signore.
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