lunedì 1 marzo 2010

I vescovi ugandesi dal Papa: Chiesa impegnata per la pace, i poveri e i malati di Aids (Radio Vaticana)


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I vescovi ugandesi dal Papa: Chiesa impegnata per la pace, i poveri e i malati di Aids

Benedetto XVI ha ricevuto, stamani, in udienza un primo gruppo di presuli della Conferenza episcopale dell’Uganda, in visita “ad Limina”. La Chiesa cattolica è presente sul territorio del Paese africano con quattro arcidiocesi metropolitane e 15 diocesi. I cattolici rappresentano il 41,5% dei 30 milioni circa di abitanti. Il 36% della popolazione è anglicana e il 12% musulmana. Nel servizio di Alessandro Gisotti, un breve profilo della Chiesa ugandese:

Riconciliazione nazionale, lotta alla povertà, contrasto all’Aids: sono le tre grandi sfide che la Chiesa dell’Uganda affronta quotidianamente. Un impegno che i cattolici ugandesi portano avanti in spirito di collaborazione con i fedeli delle altre comunità cristiane. Dal 1963 è, infatti, attivo un Consiglio cristiano congiunto a cui aderiscono cattolici, anglicani e ortodossi. La Chiesa, come strumento di pace, ha contribuito agli sforzi per la pacificazione della regione del Nord Uganda, scossa da una terribile guerra civile iniziata nel 1986 e che, tuttora, non si può dire conclusa, nonostante la firma di accordi per il cessate-il-fuoco tra governo e guerriglieri del sedicente “Esercito di Resistenza del signore”. Storicamente, la Chiesa ugandese gestisce diversi istituti educativi ed è in prima linea nella lotta alla povertà, di recente anche attraverso corsi di formazione per sviluppare l’agricoltura sostenibile. Grande è poi l’impegno profuso nella lotta all’Aids, vera pandemia che ha colpito oltre 1 milione di ugandesi. Nel 1995, la Conferenza episcopale ha istituto l’“Aids Focal Point” per aiutare la popolazione contagiata dal virus dell’Hiv. Sforzi che hanno registrato dei risultati importanti. In controtendenza rispetto alla maggioranza dei Paesi africani, che hanno basato le loro politiche sulla diffusione dei preservativi, l’Uganda ha infatti visto diminuire il tasso d’infezione e ciò grazie soprattutto alla formazione delle giovani generazioni ai valori della fedeltà e dell’astinenza prematrimoniale. In questi ultimi mesi, l’episcopato ha inoltre preso posizione su un progetto di legge che prevede sanzioni molto dure per gli omosessuali, fino alla pena di morte. “Secondo la Chiesa – ha dichiarato il segretario generale della Conferenza episcopale, padre John Baptist Kauta – il progetto di legge è in contrasto con l’approccio cristiano al problema”. “L’introduzione della pena di morte e del carcere per atti omosessuali – ha osservato – colpisce le persone invece di cercare di aiutare quelle persone che hanno bisogno di conversione, sostegno e speranza”.

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