lunedì 15 marzo 2010

Pedofilia, Mons. Fisichella: «Coinvolgere il Papa e l’intera Chiesa è una violenza ulteriore e un segno di inciviltà» (Vecchi)


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Attesa la lettera del Papa agli irlandesi

L'arcivescovo Fisichella: «Misure anti pedofili: più selezione nei seminari»

Il presidente della pontificia Accademia per la vita: «Diffusa una cultura che ritiene tutto ammissibile»

Gian Guido Vecchi

CITTÀ DEL VATICANO

Eccellenza, in piena tempesta pedofilia c’è chi descrive il Papa come perso tra i suoi libri, ignaro, in preda a un’angoscia paralizzante...

«Ma figuriamoci! Papa Benedetto XVI è una persona chiara, netta, determinata ed estremamente lucida nella sua analisi. Una lucidità che lo porta, primo, a saper distinguere le cose e, secondo, a prendere i provvedimenti necessari...».

L’arcivescovo Rino Fisichella, presidente della pontificia Accademia per la vita nonché consultore della Congregazione per la dottrina della fede, non è tipo da sopire o eludere. Tre anni fa, quando la Rai trasmise il documentario della Bbc «Sex, crimes and the Vatican», fu lui a metterci la faccia e andare in studio a rappresentare la Chiesa. L’anno scorso intervenne sulla vicenda d’una bimba brasiliana di 9 anni stuprata dal patrigno e rimasta incinta di due gemelli: pesava 30 chili, i medici la fecero abortire, e mentre il vescovo locale annunciava scomuniche lui ricordò che la piccola andava anzitutto «difesa e abbracciata con dolcezza», attirandosi strali integralisti.

Ora premette: «A costo d’essere frainteso, come nel caso di quella bimba, sui casi di pedofilia voglio essere molto chiaro: io starò sempre dalla parte delle vittime. Sempre, e in ogni caso. Perché una simile violenza grida vendetta al cospetto di Dio».

Contro i pedofili, il Papa ha evocato le parole di Gesù, «sarebbe meglio per lui che gli mettessero al collo una mola e lo buttassero in mare»...

«Certo. Tra poco uscirà la lettera del Papa agli irlandesi e credo sarà un ulteriore esempio della sua voce chiara e decisa, senza alcuna dissimulazione. Ci fosse anche un solo caso in Europa, e ahimè non è così, sarebbe troppo. Questi fatti gettano ombre su tutta la Chiesa, soprattutto noi vescovi dobbiamo considerarli con la massima serietà: la tolleranza zero voluta da Benedetto XVI non è un optional, è un obbligo morale».

Parlava dei provvedimenti necessari. Ad esempio?

«Ora mi trovo negli Usa, per tre giorni sono stato in uno dei seminari più importanti del Paese e posso dire che dieci anni dalle vicende di abusi su minori non sono passati invano: considerato ciò che accade ora in Europa, l’esperienza americana può insegnare parecchio».

E cioè?

«Ho visto discernimento molto più attento nella selezione dei candidati, e un impegno nella formazione accademica e spirituale senza precedenti, 130 seminaristi che fanno pensare a una generazione nuova di sacerdoti seriamente impegnati».

Cos’è accaduto, prima?

«Paghiamo anni nei quali per diversi preti e religiosi è venuta meno l’identità sacerdotale: si è persa per strada la spiritualità. Almeno dagli Anni Sessanta si è diffusa una cultura che ritiene tutto sia ammissibile e ha compreso tutti, non solo la Chiesa».

E il celibato?

«Noi non siamo dei repressi: siamo persone che hanno fatto una scelta libera di dedizione e amore per la Chiesa e coloro che ci vengono affidati. I pochi che vi attentano creano un danno enorme alla stragrande maggioranza di preti che vive questa dimensione con gioia e serietà».

Non solo la Chiesa?

«Basta vedere le cronache, purtroppo. Se pensiamo che in Olanda c’è un partito che sostiene la pedofilia... Ognuno deve fare i conti in casa propria, ma qui c’è un fenomeno generalizzato e la società nel suo complesso è chiamata a risolverlo. L’essenziale è saper distinguere. Ed essere onesti».

In che senso?

«Coinvolgere il Papa e l’intera Chiesa è una violenza ulteriore e un segno di inciviltà. L’accanimento contro il pontefice, in particolare, è insensato: parlano per lui tutta la sua storia, la sua vita, i suoi scritti. Ciò che disse negli Usa, due anni fa, è stato di una chiarezza cristallina come ciò che dirà all’Irlanda».

E l’abolizione della prescrizione per i pedofili?

«Da mesi si stanno studiando queste cose: la Chiesa non agisce sotto pressione degli eventi ma per il bene di tutti».

C’è una «cultura del silenzio» in Italia?

«I rari casi che si sono verificati sono diventati pubblici. La nostra cultura mi sembra ci allontani da tutto ciò. E non penso né vedo che i vescovi in Italia vogliano usare il silenzio come nascondimento: piuttosto, bisogna avere il tempo di valutare per non rischiare di rovinare un innocente».

L’«accanimento» contro il Papa che effetto ha?

«Il Santo Padre non si fa intimorire. Proprio perché ha una visione profonda della vita e del servizio che deve rendere a tutta la Chiesa e al mondo, saprà ancora una volta farci compiere un balzo in avanti. Attentare all’autorità morale del pontefice e della Chiesa è una strategia tendenziosa che può creare un danno permanente alla società. Ma non ci riusciranno».

© Copyright Corriere della sera, 15 marzo 2010 consultabile online anche qui.

La prima domanda e' veramente...lasciamo perdere!
Che dire? Mons. Fisichella e' una delle poche persone che sono capaci di parlare chiaro. GUAI se dovesse lasciare il Vaticano! C'e' bisogno di persone come lui accando al Papa, persone che non abbiano paura di esporsi e che non fuggano, come pecorelle smarrite, di fronte alle domande piu' insidiose.
Davvero grazie, ancora una volta, a Mons. Fisichella
.
R.

11 commenti:

Maria R. ha detto...

Non posso che associarmi al tuo commento, cara Raffaella! Mons. Fisichella trovo abbia molta delicatezza nel dire certe cose, senza per questo accantonare la verità. Lo ha dimostrato anche in occasione della visita in Sinagoga.

Un abbraccio e buona giornata a tutti

mariateresa ha detto...

sì, a me è sempre piaciuto, anche al di là di queste vicende l'ho sentito commentare Vangeli e scritture in passato ed è molto efficace. Ma soprattutto è un uomo che è fermo sulle sue convinzioni e le sa esprimere in un linguaggio molto chiaro.
Ieri, per eccesso di gente in casa, non sono riuscita a seguire il Santo Padre al tempio luterano ma solo i vostri commenti. Guardando le foto nel forum di Teresa Benedetta non mi à parso così stanco e provato. Però gli occhi sono più efficaci dell'obiettivo fotografico: davvero sembrava così stremato? E' una domanda melensa, con quello che ha passato da quando è stato eletto e in questi ultimi giorni,però la faccio con dispiacere lo stesso. Quasi pretendessi che fosse un supereroe...

Anonimo ha detto...

Ti segnalo l'editoriale di Giuliano Ferrara sul Foglio di oggi, non è ancora online, ma te lo anticipo:
I moralisti dalla vita bassa che mettono la chiesa sotto assedio

La vita bassa di ragazzini e ragazzine e la guardia alta contro la pedofilia, il preservativo a scuola e il rigore nei seminari: il secolo propone alla chiesa i suoi ridicoli, grotteschi paradossi, e noi dovremmo bere quest’abbondanza di menzogna, spettatori inebetiti dell’assedio. La più straordinaria turlupinatura si presenta come un discorso prepotente, allusivo, temerario e inquisitivo intorno al sesso. Il secolo dice alla più forte istituzione cristiana, la chiesa cattolica, e alle altre denominazioni che ancora non abbiano deciso di ordinare le donne, di spegnere il sacerdozio consacrato nel sacerdozio universale, di autorizzare i matrimoni christian-gay: la vostra carne è debole, siete perversi, la vostra castità è lo schermo dietro il quale si scatena l’inconscio freudiano, la chiesa è la tenutaria di un bordello pedofilo mascherato, e nemmeno il Papa è immune da responsabilità.

Capisco la reazione malcerta della gerarchia. Capisco le esitazioni, le divisioni, l’incapacità di alzare il tono della voce, di difendersi contrattaccando, di mettere alla frusta i viziosi argomenti di chi disprezza senza ragioni castità, celibato, morale sessuale della chiesa sui temi del matrimonio e della famiglia. Hanno vivo il senso del peccato. Considerano santa la chiesa stessa. Conoscono la debolezza della natura umana. Sanno i rischi di una vita consacrata e di istituzioni monosessuali improntate al voto di castità. Hanno letto san Paolo e sant’Agostino, ma anche Bernanos e Mauriac. Oltre tutto hanno deciso di abbracciare i tempi, di consegnarsi alle loro indagini e ai loro verdetti, e la reazione giovanpaolina, proseguita e intensificata da Benedetto con i suoi mezzi, è insufficiente a ribaltare di segno la grande ritirata psicologica e pastorale, oltre che teologica, della chiesa del Novecento. Li capisco perché sono ormai da molti anni l’obiettivo di una vasta, forte, sistematica campagna di diffamazione e di colpevolizzazione che ha un solo obiettivo: scardinare la tradizione e la dottrina della chiesa, demolire il sacro e il suo recinto, introdurre nella chiesa una parodia di democrazia secolare e di eguaglianza ideologica, ma soprattutto sostituire anche tra i cristiani, tra i cattolici, l’ideologia del sesso sicuro, del sesso ginnastico, del sesso come salute fuori da ogni complicazione di salvezza.

La chiesa è esposta perché è l’ultima istituzione ad avere una paideia, a credere nell’educazione alla libertà e nella cura d’anime. Il secolo la circonda con la sua vita banalmente erotizzata, butta sul mercato l’ideale giovanile di sisley, dolce & gabbana, calvin klein: i suoi modelli sono la danza di stupro con la ragazzina distesa e il machismo del branco che le si rannuovola d’intorno, o le patte gonfie delle mutande adolescenti. Dall’alto di questa cattedra, il secolo le imparte, senza nemmeno vergognarsene, la sua lezione di vita bassa e guardia alta. Se un problema pedofilo e di altro disordine sessuale sia nato in forma anomala, di gran lunga superiore alla routine del peccato carnale, e in quali anni e perché, lo si potrebbe appurare con mezzi semplici, d’indagine seria, e si vedrebbe che è la consunzione identitaria del sacerdote nel dopo Concilio Vaticano II ad aver prodotto limitati ma sicuri effetti anche in questo campo di vita morale. Ma il secolo non vuole purificare la chiesa dai peccati dei suoi figli, il secolo non crede nel peccato, vuole bensì depurarla di tutto ciò che le è caro e sacro, di ciò che la distingue e non la riconduce all’ideologia totalizzante del libertinismo moderno: mostrifica enfatizza e censura la pedofilia dei preti, la trasforma in una insopportabile colpa morale della chiesa casta. E’ una lotta ideologica, una caccia alle streghe.
© 2009 - FOGLIO QUOTIDIANO

Alessia

Anonimo ha detto...

Un unico piccolissimo appunto alla bellissima intervista a Mons. Fisichella. Io userei più prudenza nell'affermare che in Italia non esiste una culture del silenzio. In realtà si sa ancora pochissimo riguardo al fenomeno nel nostro paese, ma è evidente che bisogna andare con i piedi di piombo per evitare di distruggere innocenti. Sono due le categorie da salvaguardare: le effettive vittime e i preti ingiustamente accusati. Mi domando una cosa: perchè, dall'epoca dello scandalo negli USA, in Europa si è tardato tanto a denunciare i casi di abuso? Perché vengono alla luce solo ora?
Alessia
Alessia

Raffaella ha detto...

Grazie carissime amiche :-)
Mariateresa, non posso negare di avere notato anche io una certa stanchezza nel Santo Padre, ma credo che sia del tutto normale.
Probabilmente io, che ho meno della meta' dei suoi anni, sarei molto piu' tirata e nervosa.
Il Papa, invece, trasmette serenita' e luminosita' anche in questo momento cosi' difficile per la Chiesa e per lui personalmente.
Forse fisicamente e moralmente e' un po' provato, ma la sua intelligenza supera ogni limitazione momentanea.
:-)
R.

Anonimo ha detto...

Anch'io ho notato una certa stanchezza nel nostro amato Papa, ma credo sia normale a quasi 83 e con i tanti dolori che deve sopportare, specialmente dalla sua madre patria. Mentre predicava nella sua lingua ho notato un'incrollabile forza e serenità trasparire dalla sua persona, tipica di chi si affida completamente al Signore e, proprio per questo, sa di non essere solo.
Alessia

Stefano ha detto...

Io invece sono stato colpito e rattristato dal volto stanco di Benedetto, quando ho visto qualche immagine da servizi televisivi..
E così mi è parso non è appena salito sul pulpito. Incredibilmente, quasi miracolosamente, però, via via che egli ha predicato, il suo viso è diventato vieppiù sereno, come trasfigurato addirittura.. (E' incredibile: provate a guardare velocemente la registrazione della allocuzione di Joseph ai luterani: noterete molti gesti che a velocità normale non si notano: costui è un genio della comunicazione non verbale, pure..)

Anonimo ha detto...

Ieri i giornali riportavano che suo fratello tirava sedie ai bambini, in mancanza di notizie più urticanti. Eufemia

Stefano ha detto...

Eufemia: io il giorno del'elezione di Joseph R. festeggiai fra l'altro ascoltandomi un CD dei Regensburger Domspatzen, diretto da Georg R. , fra i brani: "Tu es Petrus" . Oggi non cambio idea.. ;)

euge ha detto...

Intanto, io vorrei ringraziare Mons. rino Fisichella per aver rilasciato questa intervista. Ho sempre stimato fisichella come prelato e come persona è stato l'unico a metterci la faccia oggi come la mise per il caso collegato alla BBC per fare chiarezza e per intuzzare in maniera efficace e determinata, gli attacchi a Benedetto XVI ed alla chiesa. Tempo fà, dissi che Mons. fisichella da fastidio forse tanto quanto Benedetto XVI il motivo? Chiarezza, determinazione e coraggio doti, che non ho avuto modo di riscontrare, in coloro che di Fisichella hanno chiesto senza appello la sua testa; doti, che non ho mai visto brillare, in colui che non vede l'ora di trovare il suo sotituto. Riguardo al Pontefice nelle immagini di ieri, ho avuto modo di vederlo concentrato sì ma, ne invecchiato ne tantomeno impaurito o stanco. Attenzione ad insistere sotto questo aspetto perchè noi stessi potremmo offrire a certa stampa,gli imput per articoli ancora peggiori di quelli che abbiamo letto in questi giorni. Io ho fiducia che Benedetto XVI riceva dal Signore le forze di cui ha bisogno e non credo proprio che le polemiche di questi ultimi giorni anche se infamanti, siano meno terribili per lui, di quelle imastite sulla sua persona e sul suo lavoro, quando era Prefetto della CDF.
Tornando a Mons. Fisichella rinnovo a lui tutta la mia fiducia, rispetto e stima e pazienza se qualcuno vedrà verde o rosso!!!!!! Il giorno che un altro prelato saprà dimostrare a Sua Santità la propria fedeltà mettendoci la faccia con coraggio, competenza e chiarezza cosa che dubito fortemente visto l'andazzo generale, allora ne riparleremo!!!!! Temo però che per questo dovremo aspettare e parecchio e forse attenderemo invano!

euge ha detto...

caro Stefano anche io festeggerei altre cento, mille volte quel 19 Aprile 2005.

Ora soffro per quello che sta capitando ma, nonostante tutto e tutti, rimango stretta al nostro Papa perchè in questo momento egli ha bisogno di noi.
Di chi si può fidare? se non di chi gli vuole veramente bene?