Pubblicate sul sito del Vaticano le nuove linee guida. Apprezzamento per il Papa anche da un editorialista del NYT (Giansoldati)

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Lo scandalo pedofilia Pubblicate sul sito del Vaticano le nuove linee guida. Il columnist del New York Times: Ratzinger migliore di Wojtyla

Franca Giansoldati

Città del Vaticano.

È finalmente on-line il Bignami vaticano delle misure anti-pedofilia. Al momento è solo in inglese, ma presto disponibile in altre lingue. Tre le principali novità introdotte: innanzitutto la possibilità da parte del Papa, qualora dovesse trovarsi di fronte a casi eclatanti di pedofilia seriale, di ridurre allo stato laicale il sacerdote bypassando il processo canonico altrimenti previsto al tribunale della Congregazione della Dottrina della Fede. Si tratta di una misura estrema da applicare ai casi «particolarmente gravi, in cui i processi civili criminali abbiano ritenuto colpevole di abusi un religioso, o in cui le prove siano schiaccianti». La seconda importantissima questione riguarda la collaborazione con i magistrati e la polizia, ma senza introdurre l’obbligatorietà dell’azione penale se l’ordinamento di un Paese non lo richiede.
Il Vaticano, in questa Guida, esplicita con chiarezza che il pedofilo va denunciato se lo prevede l’ordinamento nazionale. Altrimenti il vescovo è tenuto a incoraggiare le vittime a presentare denuncia. Questo è il passaggio chiave: «Va sempre dato seguito alle disposizioni della legge civile per quanto riguarda il deferimento di crimini alle autorità preposte».
Le linee guida che sono state semplificate facilitano la lettura del motu proprio (in latino) «Sacramentorum sanctitatis tutela», emanato da Giovanni Paolo II nell’aprile 2001, a seguito dello scandalo americano. Il terzo punto contempla l’eliminazione della prescrizione del reato dopo 10 anni del compimento del 18esimo anno della vittima. Presto vi saranno altre misure, allo studio per chiudere un doloroso capitolo che si trascina da ormai troppo tempo. Lo ha annunciato il cardinale Tarcisio Bertone, parlando con la stampa cilena, prima tornare a Roma: «Credo che il Papa prenderà ancora altre iniziative che non mancheranno di sorprenderci». Bertone si è poi spinto oltre: «È stato dimostrato da molti psicologi e psichiatri che non c'è legame tra celibato e pedofilia. Molti altri studiosi hanno, invece, dimostrato un legame «tra omosessualità e pedofilia». Comunque, dal segretario di Stato non è venuta alcuna anticipazione anche se si stanno mettendo a punto ulteriori mosse rafforzative per togliere dal pantano la Chiesa. L’effetto più preoccupante di questa campagna è la perdita di credibilità. Persino la figura del Pontefice è stata intaccata. I sondaggi che sono circolati recentemente mostrano con chiarezza i contraccolpi negativi della campagna anticattolica. Insomma, la batosta è stata grande e ha fatto correre ai ripari gli episcopati. In Italia, la Cei ha chiesto perdono alle vittime degli abusi di tutti quei sacerdoti che si sono macchiati di tali crimini. Proprio ieri un prete è stato arrestato del teramano. «In quest’ora di prova, la Chiesa in Italia non viene meno al dovere della purificazione, pregando in particolare per le vittime di abusi sessuali e per quanti, in ogni parte del mondo, si sono macchiati di tali odiosi crimini». Chissà se la pubblicazione delle Linee guida semplificate e tradotte, dunque non più solo in latino, riusciranno a sveltire tante procedure e chiariranno i dubbi.
«Penso che il Papa abbia chiuso questa vicenda in maniera egregia. Istruzioni chiare, dure, forti. La scomunica d’ufficio ad opera del Papa, che per sua natura è inappellabile, dimostra che ha il coraggio di affrontare una piaga con la durezza necessaria» ha commentato don Fortunato Di Noto, fondatore dell’associazione antipedofilia Meter.
Parole di apprezzamento anche dall’associazione antipedofilia Caramella Buona e persino dal columnist del New York Times. Papa Benedetto XVI «merita di esser ricordato come un papa migliore» di Giovanni Paolo II che «è stato un grande uomo ma anche un amministratore debole, poco capace di delegare e a volte un pessimo giudice del carattere».
Intanto, proprio dagli Usa giunge la notizia che un rabbino di New York è stato condannato a 32 anni di carcere per abusi sessuali su un ragazzo di 16 anni. Lo ha annunciato la magistratura di Brooklyn: Baruch Lebovits, 59 anni, è stato riconosciuto colpevole di otto aggressioni sessuali commesse nel 2004 e 2005 nei confronti del giovane. Il rabbino, che deve essere ancora processato per altri due casi di pedofilia, è anche un uomo d’affari influente nella comunità di Borough Park, dove vive la sua giovane vittima. Non potrà chiedere la libertà condizionale prima di 10 anni e nove mesi di detenzione.

© Copyright Il Mattino, 13 aprile 2010