mercoledì 5 maggio 2010

Il cardinale Poletto racconta la giornata del Papa a Torino (Martinengo)


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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE A TORINO (2 MAGGIO 2010): LO SPECIALE DEL BLOG

“Il silenzio dei torinesi ha commosso il Papa”

MARIA TERESA MARTINENGO

«Ringrazio di cuore i torinesi dell’accoglienza che hanno riservato al Santo Padre».

Il giorno dopo la visita di Benedetto XVI, il cardinale Severino Poletto è entusiasta di come la città si è mostrata.

Centomila persone per il Papa: Eminenza, il bilancio è positivo?

«Domenica è stata una giornata positiva sotto tutti gli aspetti. La mia gratitudine va a tutti i torinesi per la risposta calorosa e numerosa che hanno dato. Questa risposta non si è manifestata solo nella piazza, di mattina e di pomeriggio, ma anche lungo tutti i tragitti. Sia il Santo Padre che il segretario non finivano di sottolineare quanto bello fosse vedere tanta gente che dimostrava gioia».

Il Papa benediceva continuamente...

«Sì, continuamente. Devo dire che il cambio dall’auto alla papamobile avrebbe dovuto essere fatto non a Porta Susa, ma molto prima, tanta era la folla assiepata lungo corso Regina».

Benedetto XVI si aspettava una città meno partecipe?

«La celebrazione eucaristica del mattino lo ha commosso. Il Papa mi ha detto che è rimasto molto colpito dalla bellezza dei canti, della musica. E dal silenzio dei torinesi. Dal raccoglimento nei momenti significativi in cui la celebrazione richiede silenzio: dopo l’omelia e la comunione. Il Santo Padre ha profondamente apprezzato la compostezza di una folla così immensa. La sua soddisfazione traspariva dagli occhi».

Folla che si è ripetuta nel pomeriggio...

«La città si è mostrata calda in ogni momento. Davvero il Papa ha visto la migliore Torino: ricca di fede e di attaccamento alla Chiesa. Anche i giovani hanno dato una dimostrazione straordinaria».

Poi c’è stata la meditazione davanti alla Sindone, «cuore» del viaggio papale.

«Invito i torinesi a rileggere le parole del Papa e a meditarle perché sono quanto di più prezioso resterà dell’ostensione (ndr. è nel sito www.diocesi.torino.it). Il Santo Padre si è informato dell’andamento dell’ostensione e gli abbiamo spiegato che sta andando tutto per il meglio. Nella sacrestia del Duomo ha salutato il Comitato, con Alfieri e monsignor Ghiberti, e gli sponsor che non aveva incontrato in Arcivescovado».

Al Cottolengo si è visto un Papa davvero sorridente...

«Al suo ingresso nella Piccola Casa è esplosa la gioia contagiosa di tante persone ricche di amore e circondate dall’amore delle suore e dei volontari. In loro, ha ricordato il Papa, si vede Gesù stesso».

Lei è stato al fianco di Benedetto XVI fino all’aeroporto. Le è parso stanco in qualche momento?

«Non mi è mai sembrato stanco durante tutta la giornata, anzi. È sempre stato vivace, profondo, contento. Anche della puntualità che ha caratterizzato la giornata. A pranzo si è informato sulla città e sulla diocesi. E ha sottolineato di essere stato colpito dalla fede serena e composta dei torinesi».

Alla fine non c’è spazio per un breve passaggio al Santo Volto?

«No, ma al pranzo ha partecipato l’architetto Botta e ne abbiamo parlato. Al Papa ho donato un libro sulla realizzazione della chiesa. C’è stato il tempo per sfogliarlo nel suo appartamento».

© Copyright La Stampa (Torino), 4 maggio 2010

1 commento:

Anonimo ha detto...

OT, Raffa.
Durissima replica di Buchanan (su Townhall) al NYT e a Weakland, con tanto di dati e citazioni
http://townhall.com/columnists/PatBuchanan/2010/04/06/anti-catholicism_and_the_times?page=1
Alberto