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Il secondo rapporto annuale del National Board for Safeguarding Children
Per la tutela dei minori in Irlanda
Dublino, 18.
La Chiesa in Irlanda "continua a lavorare con coraggio e determinazione": è quanto si sottolinea dalla Conferenza episcopale in un commento sulla pubblicazione del secondo rapporto annuale del National Board for Safeguarding Children in the Catholic Church in Ireland (Nbsccci), l'organismo voluto dai vescovi del Paese per monitorare il fenomeno degli abusi sui minori commessi all'interno delle istituzioni religiose.
Nella nota si rivolgono parole di apprezzamento per "la dedizione e la professionalità" dimostrata dai membri dell'organismo e si mettono in luce i progressi compiuti per la tutela dei minori e per la prevenzione dei rischi, tra cui l'istituzione di rappresentanti laici con il compito di garantire nelle comunità parrocchiali ogni forma di tutela dell'infanzia. Attualmente sono 2.356 le persone incaricate di tale funzione, che hanno seguito appositi corsi di formazione, ma a queste ne seguiranno presto altre.
Il secondo rapporto dell'Nbsccci fa riferimento a circa duecento nuove denunce di abusi rilevate tra il 1° aprile 2009 e il 31 marzo 2010. In particolare, 87 sono collegate alle diocesi, mentre le restanti 110 riguardano gli ordini religiosi. Tutte le denunce raccolte nel rapporto sono state inoltrate alle autorità civili. In tutti i casi presi in considerazione, le denunce sono state fatte da persone adulte che hanno dichiarato di aver subito abusi nel periodo dell'infanzia.
Ottantatré dei presunti colpevoli di abusi risultano deceduti; dei 114 viventi, trentacinque sono stati già ridotti allo stato laicale o allontanati dagli ordini religiosi di appartenenza.
L'indagine mette quindi in evidenza che il 100 per cento delle parrocchie, in diciotto delle ventotto diocesi in cui è suddiviso il Paese, hanno messo in atto decise misure di prevenzione, tra cui l'istituzione dei cosiddetti "safeguarding representatives", i rappresentanti laici per la salvaguardia dei minori, ai quali i fedeli possono rivolgersi per le loro istanze in qualsiasi momento. In cinque diocesi, in particolare, tra il 95 e il 99 per cento delle parrocchie hanno istituito i "representatives". In aggiunta, sono stati organizzati dei corsi specifici per le diocesi e le congregazioni sulla prevenzione dei rischi.
Nella nota si ribadisce che "la tragica esperienza del passato rammenta la necessità di una costante vigilanza, così come di una piena aderenza a solidi e comprensivi comportamenti di responsabilità".
A tale riguardo si ricorda la Lettera pastorale di Benedetto XVI ai cattolici dell'Irlanda. "Soltanto un'azione decisa - ha sottolineato il Papa - portata avanti con piena onestà e trasparenza potrà ripristinare il rispetto e il benvolere degli Irlandesi verso la Chiesa alla quale abbiamo consacrato la nostra vita. Ciò deve scaturire, prima di tutto, dal vostro esame di voi stessi, dalla purificazione interiore e dal rinnovamento spirituale".
Nella nota dei vescovi si osserva anche che i presuli, il clero e i religiosi, i movimenti ecclesiali, le associazioni laicali, i giovani, "sono stati incoraggiati a proseguire nei loro specifici ambiti il processo di riflessione e di dialogo sulle indicazioni offerte da Benedetto XVI nella missiva al popolo irlandese". Tra l'altro, è aggiunto, "è stato chiesto loro di presentare delle proposte sulla "nuova visione" della nostra missione, nel quadro delle parole del Papa, al fine di ispirare le presenti e le future generazioni a fare tesoro dei doni della nostra comune fede".
Inoltre, come esempio dell'impegno per proteggere i minori, vengono elencate ulteriori azioni, tra cui l'implementazione delle procedure di audizione e di assistenza delle vittime di abusi, che il National Board for Safeguarding Children sta promuovendo in collaborazione con i vescovi e i superiori delle congregazioni religiose. Per quanto riguarda l'arcidiocesi di Armagh, è stata inoltre proposta la nomina di un direttore full-time per l'ufficio diocesano della salvaguardia dei minori, che avrà il compito di trattare tutti i casi futuri di denuncia di abusi, rapportandosi direttamente con le autorità civili.
In conclusione - dopo un ringraziamento rivolto a tutte le persone, a partire dalle vittime degli abusi, incontrate nel corso delle visite pastorali, alcune delle quali rese pubbliche e altre svoltesi in forma privata, per riflettere sulle azioni da intraprendere - si ribadisce l'impegno dei presuli "a camminare umilmente assieme a tutti nella Chiesa" come pellegrini lungo il cammino di rinnovamento e per discernere la volontà di Dio. E "si cercherà di lavorare con coraggio e determinazione, con umiltà, pentimento sincero e attento ascolto, per affrontare le molte sfide che si hanno di fronte".
(©L'Osservatore Romano - 19 maggio 2010)
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