lunedì 14 giugno 2010
Mons. Padovese, costruttore di pace e testimone di speranza per la Chiesa in Turchia (Osservatore Romano)
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Costruttore di pace e testimone di speranza per la Chiesa in Turchia
di Fabrizio Contessa
Un "figlio della Chiesa ambrosiana" che è diventato "figlio e padre della Chiesa in Turchia". Ma soprattutto, "vero discepolo di Cristo", che ha dato "tutto se stesso per l'annuncio del Vangelo e per la vita di coloro che gli erano stati affidati". E, ancora, un "chicco di grano" caduto in terra e dal quale silenziosamente e nonostante tutto fiorisce la "speranza", per la Chiesa in Turchia e l'incontro cordiale e costruttivo tra le culture e le religioni. Così il cardinale arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, ha ricordato il vescovo cappuccino Luigi Padovese, vicario apostolico di Anatolia, assassinato giovedì 3 a Iskenderun, sulla costa mediterranea della Turchia. Lo ha fatto accogliendo nella mattina di oggi, 14 giugno, in Duomo, il corpo del martoriato presule per i funerali, dopo quelli presieduti lunedì 7, nella cattedrale di Iskenderun, dal nunzio apostolico in Turchia, Antonio Lucibello.
Ad accoglierlo, per l'ultima volta "nel grembo" di quella Chiesa che 63 anni fa gli diede i natali, oltre trenta vescovi, circa trecento sacerdoti, tra cui numerosissimi religiosi cappuccini, oltre a migliaia di fedeli, presenti il sottosegretario agli Esteri, Stefania Craxi, in rappresentanza del Governo, il vice presidente della Camera, Maurizio Lupi, il sindaco di Milano, Letizia Moratti, e il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. A rappresentare la Santa Sede, l'arcivescovo Edmond Farhat, già nunzio apostolico in Turchia, che il 7 novembre 2004 ordinò vescovo Luigi Padovese.
Il Papa nel messaggio a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, inviato al cardinale Tettamanzi, ha espresso alla Chiesa ambrosiana "le sue sentite condoglianze con l'assicurazione della sua vicinanza nella preghiera". Benedetto XVI, "profondamente addolorato", si è unito così alla preghiera dei presenti al rito funebre nel raccomandare "l'anima nobile di questo amato pastore all'infinita misericordia di Dio" e nel rendere grazie "per la sua generosa testimonianza del Vangelo e il suo fermo impegno per il dialogo e per la riconciliazione che ha caratterizzato la sua vita sacerdotale e il suo ministero episcopale".
A nome del Santo Padre il segretario di Stato ha inviato telegrammi anche ai familiari di monsignor Padovese e al ministro generale dei cappuccini, Mauro Jöhri, esprimendo cordoglio e invocando per l'anima del vescovo "la celeste intercessione di san Francesco d'Assisi sulle cui orme il compianto presule ha offerto testimonianza di fede e pace in Medio Oriente". Monsignor Padovese come "uomo di dialogo e di pace", nel suo ministero episcopale e in qualità di presidente della Conferenza episcopale turca, è stato ricordato anche in un messaggio inviato al cardinale Tettamanzi dal presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa, il cardinale arcivescovo di Esztergom-Budapest, Péter Erdo.
Tra i messaggi di cordoglio delle istituzioni civili, quelli del presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano e del ministro degli Esteri, Franco Frattini. In particolare per Napolitano, Padovese "ha testimoniato con generosità e impegno i valori universali del dialogo, della tolleranza e della comprensione reciproca". Il capo dello Stato, "al di là delle circostanze del tragico evento", esprime anche il convincimento che "il rispetto della presenza cristiana, così come della presenza di ogni altra confessione religiosa, debba valere come impegno comune delle istituzioni e della società in tutti i Paesi che vogliono riconoscersi nei principi ispiratori della comunità internazionale". Frattini, a nome del Governo italiano, ricorda con "grande rispetto e ammirazione" la figura di monsignor Padovese, il quale nel corso della sua missione episcopale si è "attivamente speso a difesa della comunità dei cattolici di Turchia, della pacifica convivenza delle diverse fedi e confessioni religiose oltre che a favore del dialogo interreligioso".
Numerosi anche i messaggi giunti in questi giorni dalle Chiese sorelle. Oltre a quello del Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo - del quale abbiamo dato conto nell'edizione di domenica 6 giugno - hanno espresso cordoglio e vicinanza nella preghiera anche l'arcivescovo ortodosso di Cipro, Crisostomo II, e il Patriarca supremo e catholicos di tutti gli armeni, Karekin II. Vicinanza e solidarietà anche da parte dell'Unione delle comunità islamiche in Italia, che tramite il segretario generale, Alessandro Paolantoni, ha inteso far giungere al Santo Padre anche i sentimenti di "gratitudine e apprezzamento per le parole di saggezza e di equilibrio da Lui pronunciate in occasione di questo terribile evento".
Un pensiero ai fedeli della Chiesa in Turchia è stato rivolto infine nell'omelia dal cardinale per il quale "il sacrificio di padre Luigi ci unisce a voi ancora più intimamente". E, richiamando l'immagine evangelica del chicco di grano, ha affermato che "la speranza è il primo frutto che fiorisce dalla testimonianza di questo "vescovo mite e sapiente, un vero costruttore di pace".
(©L'Osservatore Romano - 14-15 giugno 2010)
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5 commenti:
Io sono proprio arrabbiata. Non è bello, ma tant'è.
Ovviamente non una parola sull' intervento, commosso e profondissimo di mons. Franceschini. In compenso veniamo a conoscenza dell' approvazione dell'Unione musulmana italiana per "per l'equilibrio e la saggezza" delle parole di Benedetto XVI. Esame superato, si direbbe. E, come al solito, nessun tipo di condanna, neppure velata, di quanto è accaduto. Questa volta il Papa gli è piaciuto. Vorrei chiarire: il mio non è un attacco a Sua Santità (se è possibile gli voglio sempre più bene per tutto il dolore paziente che sta portando). Ma questa approvazione suona, davvero, come una beffa. Eppure viene ostentata come un segno di "dialogo", (suppongo).
E questo è l'Osservatore Romano.
Vale la pena di leggere la riflessione di Padre Scalese:
http://querculanus.blogspot.com/2010/06/il-martirio-di-mons-padovese-e-lo.html
Alessia
beati i costruttori di pace ricorda l' Osservatore Romano, Franceschini dovrebbe prendere esempio
E' questa la risposta dell'OR all'appello di Mons.Franceschini alla stampa????!!!!
Hai ragione Fabiola.
La carità non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità!
1 Cor 13, 6
Io sono più arrabbiata di te e per questo mi viene una gran voglia di partire per la Turchia, l'Iraq e dintorni, perchè qui ci si salva soltanto la pelle... là, l'anima!
Un anonimo - uno che se ne sta comodo comodo nel paese del bengodi e che non ha nemmeno il coraggio di presentarsi con il suo nome in un pacifico blog di cattolici - giudica e fa le prediche ad un vescovo che la costruzione della pace la porta aventi tutti i giorni con la sua vita, non a parole, ma a fatti, in una posizione in cui il pacificissimo martirio è tutt'altro che un'ipotesi....
Della serie... si facciano ammazzare - loro - e a noi non ci vengano a rompere le palle, pardon, le pie illusioni.
Ma che faccia c'ha sto anonimo "beato" delle 20.47...
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