mercoledì 11 agosto 2010

Ritirata dagli Usa denuncia al Vaticano. Le tre vittime di abusi del Kentucky hanno rinunciato (Gagliarducci)


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Colpo durissimo alla teoria della corresponsabilità che intendeva coinvolgere lo stesso Pontefice nei casi di violenze

Ritirata dagli Usa denuncia al Vaticano

Pedofilia Le tre vittime di abusi del Kentucky hanno rinunciato. Santa Sede soddisfatta

Andrea Gagliarducci

È di fatto chiuso il caso di tre uomini del Kentucky, che nel 2004 avevano sporto denuncia per essere stati, decenni fa, abusati da sacerdoti pedofili.

I tre hanno ritirato la denuncia, rinunciando di fatto al procedimento. L'approvazione del giudice è scontata. E va ad assestare un colpo durissimo alla teoria della «corresponsabilità» del Vaticano nei casi di pedofilia. L'inchiesta del Kentucky era la prima, delle inchieste americane, a raggiungere la fase in cui la giuria doveva stabilire se il Vaticano era stato negligente nei confronti delle accuse di abusi sessuali, tentando di coinvolgere direttamente Benedetto XVI. La causa era incentrata sul principio che i membri del clero potessero essere considerati funzionari o comunque dipendenti della Santa Sede, la quale ha sempre affermato che ciascun vescovo è un'entità propria, che controlla il proprio budget e la propria autonomia, e che il Vaticano non ne è il datore di lavoro. Lo stesso principio sul quale sono basate altre due cause analoghe, in Wisconsin e nell'Oregon. Riguardo quest'ultima causa, la Corte Suprema degli Stati Uniti aveva deciso di non pronunciarsi sull'eventualità di considerare il Vaticano «civilmente responsabile» delle azioni dei pedofili. I giudici della Corte Suprema avevano preferito evitare un pronunciamento inutile, dato che il Vaticano non può essere processato. Lo conferma anche William McCurry, l'avvocato dei tre uomini del Kentucky. Ritirando la denuncia, McCurry ha giustificato la scelta ricordando il pronunciamento di una precedente corte, che aveva riconosciuto l'immunità del Vaticano come stato sovrano. L'ostacolo dell'immunità è stato ritenuto troppo grande per poter essere aggirato. In più, entrambi i preti accusati degli abusi sono deceduti, e così è mancata la sostanza per un provvedimento. Altro motivo per cui si è scelto di non andare avanti nei procedimenti: la mancanza di altre vittime degli abusi disposte ad unirsi alla causa.
«Questo sviluppo - commenta in un comunicato Jeffrey Lena, avvocato della Santa Sede negli Stati Uniti - conferma che, contrariamente a quanto gli avvocati dei querelanti hanno ripetutamente dichiarato ai media, non è mai stata una prassi della Santa Sede chiedere di nascondere abusi sessuali nei confronti dei bambini. La teoria messa su dai querelanti ha fuorviato il popolo americano».
Padre Federico Lombardi, presidente della Sala Stampa Vaticana, afferma che «la Santa Sede apprende con soddisfazione le notizie provenienti dal Kentucky», pur non volendo «in alcun modo minimizzare l'orrore e la condanna per le vicende degli abusi sessuali e la compassione per le sofferenze delle vittime». Resta da capire se si fermeranno anche la cause di Oregon e Wisconsin, che dovevano procedere parallelamente dopo il non pronunciamento della Corte Suprema. L'avvocato Jeff Anderson, che difende l'anonimo querelante dell'Oregon, è sicuro: «La vicenda del Kentucky non avrà nessun effetto sul caso dell'Oregon, le udienze riprenderanno entro 60 giorni».

© Copyright Il Tempo, 11 agosto 2010 consultabile online anche qui.

Come l'avvocato Anderson sa molto meglio di me, il diritto anglosassone si basa sul carattere vincolante del precedente. I media possono fare da megafono alle teorie degli avvocati, come hanno fatto finora, ma sembra che il gioco non sia molto fruttuoso. Mi sarei aspettata titoloni oggi sui giornaloni ed invece imbarazzante ed imbarazzato silenzio. Ormai conosciamo la stampa come le nostre tasche...
Bene quei giornali, come "Il Tempo" che affrontano la spinosa questione.

R.

5 commenti:

sonny ha detto...

Buongiorno Raffaella. Scusa per l'OT. Te la senti di fare una scommessa?
Quanto tempo impiegheranno i media prima di gonfiare ad arte un'intervista rilasciata dal papà di Mel Gibson?
Non posto nessun link, perchè non ne vale la pena. Ti basta cliccare Hudson Gibson, per scoprire i deliri di un poveretto.

Raffaella ha detto...

:-))))
Ciao Sonny! Come dire?
Il frutto non cade mai lontano dalla pianta oppure tale figlio tale padre a quanto possiamo leggere.
Considerato il pulpito da cui viene la predica, forse i nostri media si guarderanno bene dal dare spazio a simili "esternazioni".
Dovrebbero poi ricordare anche che il signore in questione nega l'olocausto e questo non sarebbe "utile alla causa".
R.

Anonimo ha detto...

:-)))
I commenti che ho letto ieri mi parevano più di compatimento e ironia per il vegliardo sedevacantista e per il di lui figlio, alcuni tiravano fuori pure la genetica. Inoltre, il suddetto folle vegliardo ha dimostrato di essere totalmente politicamente scorretto. Passi per la Chiesa e il Papa, ma essere contro la comunità ebraica, l'olocausto e la conunità gay dà fremiti di orrore ai media. Non credo che questa intervista avrà larga diffusione.
:-)))
Alessia

Raffaella ha detto...

Concordo con Alessia :-))
Dare per buona la sparata sul Papa significa anche accreditare le altre bordate...ecco perche' tutto tace eheehhehehe
R.

Anonimo ha detto...

Intanto arriva la bufera irlandese, Eufemia
Apc-* Pedofilia/ Papa respinge dimissioni di due vescovi irlandesi
Protesta associazione di vittime Usa.In passato 3 presuli dimessi

Roma, 11 ago. (Apcom) - Il Papa ha respinto le dimissioni
rassegnate da due vescovi irlandesi per lo scandalo pedofilia. I
due presuli, Raymond Field e Eamonn Walsh, avevano comunicato la
decisione di lasciare l'incarico lo scorso Natale, in seguito
alla pubblicazione di un rapporto governativo sugli abusi
sessuali compiuti negli anni scorsi nella diocesi di Dublino, il
'Murphy report'. Field e Walsh sono vescovi ausiliari della
capitale irlandese.

La notizia è stata data dal giornale 'The Irish Catholic', che
ha preso visione di una lettera inviata dal vescovo di Dublino,
monsignor Diarmuid Martin, ai preti della diocesi. Un portavoce
della diocesi interpellato dallo stesso quotidiano non ha voluto
commentare i contenuti della lettera ed ha precisato che non c'è
l'intenzione di pubblicarla.

Protesta l'associazione statunitense di vittime dei preti
pedofili Snap (Survivors network of those abused by priests).
"Nel respingere le dimissioni di due vescovi irlandesi complici,
il papa ha versato altro sale nella già profonda e fresca ferita
di migliaia di bambini vittime di abusi e di milioni di cattolici
traditi", afferma in una nota Barbara Blaine. "I due vescovi -
ricorda la presidente di Snap - annunciando le loro dimissioni
avevano detto che speravano di contribuire così alla pace e alla
riconciliazione delle vittime. L'insensibile decisione del Papa
ha fatto il contrario".

I vescovi Field e Walsh sono due degli otto vescovi irlandesi
finiti nella bufera nei mesi scorsi. Per tre di loro - il vescovo
di Limerik Donald Murray e il vescovo di Kildare e Leighlin James
Moriarty, entrambi accusati dal rapporto Murphy, oltra all'ex
segretario dei Papi John Magee, vescovo sospeso di Cloyne -
Benedetto XVI ha accettato le dimissioni. Non si è dimesso Dermot
O'Mahony perché già in pensione mentre fa resistenza a rassegnare
le dimissioni Martin Drennan, vescovo di Galway e Kilmacduagh,
indicati anch'essi nel rapporto Murphy, così come i due vescovi
ausiliari di Dublino dei quali il Papa ha ora respinto le
dimissioni. Nel frattempo è finito al centro delle polemiche
anche il primate d'Irlanda, il cardinale Sean Brady, accusato di
aver coperto un caso di abusi nei decenni passati.

Ska