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CRISI: CEI, INCORAGGIARE RITORNO ALL'AGRICOLTURA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 9 set.

"In questo tempo di crisi, un segnale positivo e' rappresentato dal ritorno all'impresa agricola di giovani laureati, che sentono questo lavoro come una vocazione, che dona loro dignita' e piena valorizzazione".
Lo scrivono i vescovi della Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro, per i quali nell'ottica di uno sviluppo tutto giocato sulla crescita industriale appare "sempre piu' difficile" un "corretto bilanciamento fra la salvaguardia dell'ambiente e la necessita' di assicurare posti di lavoro alle nuove generazioni". Nel messaggio per la Giornata del ringraziamento, che anche quest'anno testimonia la stima e l'attenzione della Chiesa Italiana per il mondo agricolo i presuli si impegnano a offrire ai giovani che scelgono il lavoro agricolo "motivazioni etiche, in grado di sostenerli nel tempo".
In quest'ottica, la Giornata del ringraziamento rappresenta, spiega la Commissione Cei, "un'occasione importante di riflessione sui problemi che il mondo rurale sta vivendo, acuiti dal protrarsi degli effetti di una crisi economica e finanziaria di portata mondiale". "Tutti - si legge nel testo - abbiamo toccato con mano i pericoli in una finanza disgiunta da un'economia di produzione reale". E "siamo anche consapevoli della fragilita' di un sistema economico che, per sostenersi, ha bisogno di accrescere a dismisura i consumi di massa".
All'intera societa' italiana, i vescovi suggeriscono di riflettere in occasione della Giornata del ringraziamento che sara' celebrata il prossimo 14 novembre e ribadira' il legame tra l'Eucaristia e i frutti della terra (grano e uva) che consentono di celebrarla, "su come l'agricoltura, nelle differenti situazioni che la caratterizzano, possa raccogliere e affrontare la sfida imposta dalla globalizzazione".
"E' fondamentale - ricordano pero' i vescovi - che anche il lavoro agricolo e rurale si caratterizzi per una rinnovata e chiara consapevolezza etica, all'altezza delle sfide sempre piu' complesse del tempo presente". Anche in agricoltura, infatti, servono "comportamenti etici che facciano emergere la dimensione sociale di questo settoree, fondata su valori perenni, da sempre fecondi, quali la ricerca della qualita' del cibo, l'accoglienza, la solidarieta', la condivisione della fatica nel lavoro". I vescovi ribadiscono poi esplicitamente "la dignita' tutti coloro che lavorano nel mondo rurale, in particolare i braccianti, soprattutto se provengono dall'estero, spesso ancora vittime dello sfruttamento e dell'emarginazione: ognuno - affermano - deve sentirsi accolto, rispettato e valorizzato".
In questa stessa linea, inoltre, "sara' importante - scrivono - impegnarsi nell'educazione dei consumatori". Il "legame relazionale" tra produttori e consumatori deve basarsi "sulla fiducia reciproca e costituisce una grande risorsa: sempre piu' il consumatore e' chiamato a interagire con il produttore, perche' la qualita' diventi prevalente rispetto alla quantita'In tal modo il mondo agricolo sara' palestra di integrazione sociale e leva preziosa di crescita economica, quale premessa e condizione del progresso sociale".
Nel loro messaggio, i vescovi indicano poi una via di crescita del settore nella "multifunzionalita'": dando luogo a "produzioni congiunte", infatti, la nostra agricoltura potra' contribuire a "un nuovo modello di sviluppo, capace di rispondere adeguatamente alle attese del Paese". "Essenziale" puo' rilevarsi infine "l'azione delle aggregazioni laicali e delle organizzazioni di settore di ispirazione cristiana, senza le quali il fermento del Vangelo difficilmente raggiunge in maniera efficace gli snodi della vita quotidiana e penetra gli ambienti piu' fortemente segnati dal processo di secolarizzazione".

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