martedì 14 settembre 2010

Il Papa: contrapporre i martiri del nazismo alla odierna assenza di valori (Izzo)


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PAPA: CONTRAPPORRE MARTIRI NAZISMO A ODIERNA ASSENZA VALORI

(AGI) - Castelgandolfo, 13 set.

(di Salvatore Izzo)

In un mondo come quello di oggi nel quale "l'agire sociale viene dominato sempre di piu' dall'interesse privato o dal calcolo del potere, a danno della societa'", rappresentano "luminose indicazioni" i gesti eroci e le parole coraggiose dei "diversi sacerdoti martiri del tempo del regime nazista" che verranno beatificati nelle prossime settimane: Georg Hafner, Johannes Prassek, Hermann Lange e Eduard Mueller.
Lo afferma Benedetto XVI che ricorda anche il pastore evangelico Karl Friedrich Stellbrink: insieme - sottolinea - offrirono "una testimonianza impressionante dell'ecumenismo della preghiera e della sofferenza, fiorito in vari luoghi durante l'oscuro periodo del terrore nazista".
"Contemplando queste figure di martiri - spiega il Pontefice nel discorso rivolto oggi al nuovo ambasciatore della Germania presso la Santa Sede, Jurgen Schmid, ricevuto oggi in occasione della presentazione delle Lettere credenziali - appare sempre piu' chiaro ed esemplare, come certi uomini, a partire dalla loro convinzione cristiana, siano disposti a dare la propria vita per la fede, per il diritto ad esercitare liberamente il proprio credo e per la liberta' di parola, per la pace e la dignita' umana".
"Viviamo in una societa' libera e democratica" ma "allo stesso tempo - rileva con amarezza Ratzinger - notiamo come presso molti nostri contemporanei, non vi sia un forte attaccamento alla religione, come nel caso di questi testimoni di fede", tanto che "ci si potrebbe domandare se vi siano ancora oggi dei cristiani che, senza compromessi, si fanno garanti della propria fede".
Di fatto, "molti uomini mostrano per lo piu' un'inclinazione verso concezioni religiose piu' permissive anche per se stessi". In questa visione, infatti, "al posto del Dio personale del cristianesimo, che si rivela nella Bibbia, subentra un essere supremo, misterioso e indeterminato, che ha solo una vaga relazione con la vita personale dell'essere umano".
Per il Papa teologo, se "uno abbandona la fede verso un Dio personale, sorge l'alternativa di un 'dio' che non conosce, non sente e non parla", e cosi' "il bene e il male alla fine non sono piu' distinguibili, ne' in contraddizione fra di loro, ma l'uno sarebbe complementare all'altro. L'uomo perde cosi' la sua forza morale e spirituale, necessaria per uno sviluppo complessivo della persona".
I risultati, denuncia il Pontefice, sono sotto gli occhi di tutti, ad esempio, con "le iniziative legislative che la Chiesa non puo' approvare perche' implicano una rivalutazione di modelli alternativi della vita di coppia e della famiglia" e "contribuiscono all'indebolimento dei principi del diritto naturale, alla relativizzazione di tutta la legislazione e anche alla confusione circa i valori nella societa'".
Oggi, inoltre, "si incomincia a distinguere, e spesso cio' accade gia' nel seno materno, tra vita degna e indegna di vivere", con il rischio che non sia poi "risparmiata nessun altra fase della vita, comprese l'anzianita' e l'infermita'".
"La costruzione di una societa' umana richiede - invece - la fedelta' alla verita'". Un richiamo che evoca, nelle parole del Papa tedesco, anche l'eccessiva enfatizzazione posta dalla stampa sul tema degli abusi sessuali compiuti da alcuni religiosi, che di fatto ha depotenziato l'azione della Chiesa in Germania: "ultimamente - osserva Ratzinger in proposito - fanno riflettere certi fenomeni operanti nell'ambito dei media pubblici: essendo in concorrenza sempre piu' forte, i mezzi di comunicazione si credono spinti a suscitare la massima attenzione possibile", perche' "e' il contrasto che fa notizia, anche se va a scapito della veracita' del racconto".
In mattinata, il Papa parla anche ad un nuovo gruppo di vescovi di prima nomina e con loro torna sul ruolo di guida delle coscienze che compete alla Chiesa. "Per il bene della diocesi, ma anche della societa'", il vescovo, dice, "e' chiamato ad essere forte e deciso, giusto e sereno".
E deve saper guardare avanti: "il concetto del custodire non vuol dire soltanto conservare cio' che gia' e' stato stabilito - benche' questo elemento non debba mai mancare - ma include, nella sua essenza, anche l'aspetto dinamico, cioe' una perpetua e concreta tendenza al perfezionamento, in piena armonia e continuo adeguamento alle esigenze".
Sono queste le qualita' necessarie "per un discernimento sapienziale delle persone, della realta' e degli avvenimenti". Il vescovo, infatti, "non e' un mero governante, o un burocrate, o un semplice moderatore e organizzatore della vita diocesana". L'esortazione del Pontefice ai presuli neo consacrati e' a guardare al ministero episcopale in "una profonda prospettiva di fede.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao Raffa
Dal Foglio di P. Rodari: Il Glossario demenziale dei vescovi sulla messa: E' uno show
Alessia