venerdì 15 ottobre 2010

Il card. Scola: «i cattolici non devono rassegnarsi all'irrilevanza come cattolici» (Tornielli)

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Il richiamo di Scola ai politici cattolici: «L’impegno deve generare cultura»

di Andrea Tornielli

Qual è il compito dei cattolici in politica oggi? Il tema è «caldo» soprattutto dopo l’invito di Benedetto XVI, che ha già da tempo auspicato una nuova generazione di politici cattolici. Se ne occupa anche il cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, autorevole esponente dell’episcopato italiano, nel libro Buone ragioni per la vita in comune (Mondadori, pp. 108, 17,50 euro).
Il porporato, ricordando come sia necessario impegnarsi «senza trasformare la fede in utopia, l’azione in egemonia, il compito in militanza», sostiene che i cattolici sono oggi chiamati a vivere «un confronto a 360° con tutti i soggetti in campo, teso a individuare i beni comuni sia spirituali che materiali e le politiche adeguate a promuoverli».
E aggiunge che «i cattolici non devono rassegnarsi all'irrilevanza come cattolici», mantenendo, pur nella diversità di opzioni partitiche «il senso comune di appartenenza ecclesiale» mostrando «la necessità dell’unità nelle questioni non negoziabili». Questa unità sui valori non negoziabili, «esalterà la libertà nella sfera dell’opinabile, quando non sono in gioco questioni di principio».
Scola osserva che oggi «l’impegno politico dei cattolici deve necessariamente passare per la capacità della loro esperienza di fede di generare cultura». E richiama al fatto che per il cristiano l’impegno civile e politico altro non è che «il prolungamento, fatte le debite distinzioni, della logica della testimonianza». Senza però mai cadere nel rischio dell’utopia o nel tentativo di costruire «la società perfetta».
A questo proposito appare molto significativa la citazione di un intervento dell’allora cardinale Joseph Ratzinger riguardo all’orizzonte della politica: «Essere sobri ed attuare ciò che è possibile, e non reclamare con il cuore in fiamme l’impossibile, è sempre stato difficile; la voce della ragione non è mai così forte come il grido irrazionale. Il grido che reclama le grandi cose - affermava il futuro Papa - ha la vibrazione del moralismo: limitarsi al possibile sembra invece una rinuncia alla passione morale, sembra pragmatismo da meschini». «Ma la verità - spiegava ancora Ratzinger - è che la morale politica consiste precisamente nella resistenza alla seduzione delle grandi parole con cui ci si fa gioco dell’umanità e dell’uomo e delle sue possibilità. Non è morale il moralismo dell’avventura, che tende a realizzare da sé le cose di Dio. Lo è invece la lealtà che accetta le misure dell’uomo e compie, entro queste misure, l’opera dell’uomo. Non l’assenza di ogni compromesso, ma il compromesso stesso è la vera morale dell’attività politica».
Come si vede, un approccio piuttosto diverso da quello che un certo pregiudizio ideologico ha voluto cucire addosso a Benedetto XVI. Fermo restando, tiene a precisare Scola, che «quando sono in gioco principi irrinunciabili si dovrà far ricorso all’obiezione di coscienza».

© Copyright Il Giornale, 14 ottobre 2010 consultabile online anche qui.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Buongiorno Raffa. OT.
Le recenti accuse a M. Leonard si tingono ulteriormente di giallo. Coincidono infatti temporalmente con una polemica di cui vengo a conoscenza solo oggi grazie a Zenit.
Di recente è stato pubblicato in olandese un libro di Leonard del 2006 in cui definisce l'AIDS una conseguenza della sessualità libera tra adulti. Il montare della polemica ha costretto Leonard a rilasciare un'intervista in cui chiarisce di ritenere che non si tratti di una "punizione divina" ma di una "sorta di giustizia immanente...un po' come quando uno danneggia l'ambiente, finisce per danneggiare se stesso".

http://www.zenit.org/article-25717?l=french

Alberto

Raffaella ha detto...

Grazie, Alberto :-)
Di sicuro il montare delle polemiche ha a che vedere con l'imminente concistoro!
R.

Anonimo ha detto...

Gli attacchi alla Chiesa e al Papa stanno ripartendo, guidati da cosiddetti cattolici del dissenso che non hanno gradito il successo del viaggio in UK e il conseguente flop dei contestatori. Grazie a Dio le risposte alle marcescenti accuse non fanno attendere:
http://www.firstthings.com/blogs/theanchoress/2010/10/13/benedict-the-first-fruits/
http://payingattentiontothesky.com/2010/10/13/homosexualist-ideologue-andrew-sullivan-slanders-pope-benedict-xvi/
Vedere anche i commenti di Protect the Pope.
Alessia

Il papa è il mio padre spirituale ha detto...

L'irrilevanza dei cattolici è dovuta, a mio avviso, soprattutto dal fatto che essi sono rappresentati nell'ambito politico da persone che si dichiarano cattoliche per opportunità politica e non per sentir e vivere secondo il credo cattolico.
Impariamo dai radicali che, pur essendo un gruppo sparuto, hanno la forza di lottare per il loro credo giorno e notte, senza tregua: pur pochi, occupano la scena politica come se fossero la maggioranza! (Certo, è vero anhe che essi sono in ciò favoriti dai poteri forti!!!)