mercoledì 13 ottobre 2010

Gian Guido Vecchi (Corriere) sul Sinodo: «Benedetto XVI resterà nella storia» (Tempi)

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Su segnalazione di Alessia leggiamo:

Vecchi (Corriere) sul Sinodo: «Benedetto XVI resterà nella storia»

Secondo il vaticanista, il Papa sottolinea come le religioni non siano la causa dei problemi del Medio Oriente ma la loro soluzione.
«I grandi pensatori come Ratzinger hanno un’influenza che non si capisce subito ma che si sviluppa nell’arco dei decenni»


di Redazione

«Il discorso che il Papa ha fatto a braccio lunedì è uno dei più belli di tutto il suo Pontificato e rimarrà nel tempo, come quello di Ratisbona. E dire che di belli ne ha fatti tanti». Gian Guido Vecchi, vaticanista del Corriere della Sera, spiega a Tempi perché questo Sinodo e questo Papa resteranno nella storia.

Che cos’ha di tanto speciale il discorso del Papa?

È importante perché Benedetto XVI riconduce tutto all’essenziale. Il Sinodo si riunisce per discutere della persecuzione dei cristiani, della situazione dei cristiani, che in Medio Oriente sono una minoranza di serie b, e del “trialogo” tra i tre grandi monoteismi. Quando il Papa parla delle false divinità, dei capitali anonimi e del terrorismo che inneggia a un dio inesistente, mi sembra voglia dire che la causa di ciò che succede in Medio Oriente non è la guerra tra le religioni. Al contrario, è il dialogo tra le religioni ad essere la soluzione dei problemi del Medio Oriente.
Benedetto XVI ribalta la prospettiva. L’instabilità e la violenza del Medio Oriente sono legate a interessi economici e politici, che usano le religioni per innescare la violenza. Le religioni, in realtà, non sono la causa, ma solo il pretesto per la violenza. Il Papa ha richiamato l’attenzione della comunità internazionale e dei cristiani dell’Occidente al “trialogo” interreligioso come unica soluzione pacifica possibile per il Medio Oriente. Per questo è importante che al Sinodo ci siano anche il rabbino David Rosen, il musulmano sunnita Muhammad al-Sammak e lo sciita Ayatollah Seyed Mostafa Mohaghegh Ahmadabadi.

Ieri una Lettera apostolica di Benedetto XVI, in forma di Motu Proprio, ha dato vita al Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. A chi è rivolta?

Il Papa ha istituito il nuovo dicastero, che sarà guidato da Rino Fisichella, per evangelizzare il primo mondo, cioè l’Occidente. Nel discorso a Parigi del 2008, il Papa diceva che oggi, in Europa, Dio è il grande sconosciuto. È come se ci richiamasse a tornare alle origini, come se stesse dicendo che non c’è più nienete di scontato. L’Occidente è pericoloso non perché ateo ma perché indifferente, che è molto peggio.
Benedetto XVI ha posto la nuova evangelizzazione al centro del suo pontificato. Non è un compito facile e ho l’impressione che si tratti di un progetto di ampio respiro, di medio-lungo termine. Le parole e gli interventi del Pontefice rimarranno nel tempo e avranno una grande influenza. Per quanto strano, mi viene da citare Nietzche: “C’è chi nasce postumo”. I grandi pensatori come Ratzinger hanno un’influenza che non si capisce subito ma che si sviluppa nell’arco dei decenni.

http://www.tempi.it/cultura/0010007-vecchi-corriere-sul-sinodo-benedetto-xvi-rester-nella-storia

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Non c'è dubbio che Papa Benedetto e le Sue parole passino alla storia. Del resto, anche le lettere scritte sembrano lettere paoline e solo Lui è capace di parlare così.

Il papa è il mio padre spirituale ha detto...

Io il discorso me lo sono salvato nell' mp3: davvero ispirato!!!

Anonimo ha detto...

meno male che c'è chi l'ha capito fin dal principio che B16 resterà nella storia, sta facendo la storia. Non tutti, grazie a Dio, ci sono arrivati dopo cinque anni di pontificato.

Anonimo ha detto...

Il guaio è che c'è ancora qualcuno che non ci è arrivato! Purtroppo, soprattutto per lui! Maria Pia