martedì 26 ottobre 2010

In un messaggio estremamente bilanciato, il Papa ha ricordato i diritti e i doveri degli stranieri (Apcom)

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Immigrati/ L'appello del Papa all'equilibrio tra diritti e doveri

Città del Vaticano, 26 ott. (Apcom)

In un messaggio estremamente bilanciato, il Papa ha ricordato i diritti e i doveri degli stranieri nell'annuale messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato (16 gennaio).
Nel giorno in cui la Caritas diffonde i nuovi dati sugli immigrati nel nostro paese (e sul loro contributo allo sviluppo del paese), il Vaticano diffonde il testo che Benedetto XVI, quest'anno, ha dedicato al tema 'Una sola famiglia umana'.
"Una sola famiglia di fratelli e sorelle in società che si fanno sempre più multietniche e interculturali, dove anche le persone di varie religioni sono spinte al dialogo, perché si possa trovare una serena e fruttuosa convivenza nel rispetto delle legittime differenze", scrive Ratzinger.
Dopo le polemiche dei mesi scorsi tra il Vaticano e diversi governi europei - a partire da Italia e Francia - il messaggio di Benedetto XVI pondera con attenzione tutte le esigenze. Accanto al "diritto ad emigrare", il Papa afferma che "gli Stati hanno il diritto di regolare i flussi migratori e di difendere le proprie frontiere, sempre assicurando il rispetto dovuto alla dignità di ciascuna persona umana. Gli immigrati, inoltre, hanno il dovere di integrarsi nel Paese di accoglienza, rispettandone le leggi e l'identità nazionale".
Lo stesso equilibrio viene riservato, nel messaggio del Papa, al tema dei rifugiati: "Il rispetto dei loro diritti, come pure delle giuste preoccupazioni per la sicurezza e la coesione sociale, favoriscono una convivenza stabile ed armoniosa".
Le polemiche tra la Santa Sede e la Lega sul pacchetto sicurezza, così come quelle con il governo francese per lo sgombero dei rom, sembrano lontane. Il protagonista di quegli episodi, del resto, non è più in funzione. Monsignor Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio per la Pastorale dei migranti e degli itineranti, è andato in pensione anticipata a fine estate. Il sospetto di una rimozione forzata tesa ad appacificare i rapporti con Palazzo Chigi e l'Eliseo è stata smentita dal Vaticano, ma di certo le sparate dell'arcivescovo avevano increspato i rapporti. Così, la sua uscita di scena ha aperto una nuova fase, sancita, per quel che riguarda Parigi, dalla recente visita di Sarkozy in Vaticano. Commenta, oggi, il presidente del dicastero vaticano, mons. Antonio Maria Vegliò: il Papa e il presidente francese "sono due persone con buona volontà per cercare di risolvere i problemi che la Francia conosce e dei quali anche in Italia siamo al corrente perché sono problemi sensibili anche per la nostra politica". Punto.
A sollevare i temi più controversi, nella conferenza stampa di presentazione del messaggio papale, è stato lo scalabriniano Gabriele Ferdinando Bentoglio, dal 6 maggio scorso sottosegretario del pontificio consiglio. Il presule non punta esplicitamente il dito contro l'Italia, ma le sue parole vi si attagliano bene. L'atteggiamento di molti paesi nei confronti dei rifugiati, afferma, "sembra contraddire gli accordi sottoscritti, manifestando talvolta comportamenti dettati dalla paura dello straniero e, non di rado, anche da mascherata discriminazione". Ancora: "Quelli che si avventurano con mezzi di trasporto via mare (nel Pacifico, nel Mediterraneo o nel Golfo di Aden, ad esempio), ma anche quelli che utilizzano altre vie di fuga troppo spesso si vedono trattati con pregiudizio: i loro casi non sempre vengono esaminati individualmente, mentre accade con frequenza che vengano rigettati in blocco". Non solo: i richiedenti asilo oggi versano "in pessime condizioni più che in passato, anche nei Paesi ospitanti del Sud del pianeta". Il riferimento sembra essere anche alla Libia, ma il presule, tampinato dai giornalisti, precisa che "la situazione della Libia è nota a tutti, non c'è bisogno qui di fare esempi concreti". Si domanda, Bentoglio: "Cosa significa vivere per anni in un campo affollato, senza speranza di una vita più decente, oppure vedere che non c'è futuro per i bambini?". E ancora: "Ogni rifugiato possiede diritti fondamentali, che sono inalienabili e devono essere sempre rispettati".
Sui rom, invece, è Vegliò a prendere la parola. "Nessuno vuole assimilare i rom, ma un po controllarli questo sì", spiega. E aggiunge che spesso i nomadi si conoscono "sotto l'aspetto peggiore. Quando parliamo di zingari c'è una ripulsa naturale. Io stesso - ammette - ho avuto una stupida reazione quando sono stato nominato presidente del Pontificio consiglio. Ma non sapevo che ci sono 12 milioni di persone che non sono zingari, ma rom".

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Visto che di recente sembra che i giornalisti non riescano a svelare niente, si ricomincia con la pedofilia: domani Current Tv manda il documentario antiRatzinger della BBC e nelle librerie arriva Tulli, con la prefazione di Prosperi, per spiegarci che la cosa è innata alla Chiesa. Per ultimo nel processo a don Pezzini, spuntano anche i reati prescritti. Eufemia

Raffaella ha detto...

Gia'...speriamo che in Italia il documentario abbia lo stesso "effetto" verificatosi in GB.
Chissa' se nel documentario si citeranno le date precise degli abusi, dei processi e dei Pontificati...
R.