lunedì 18 ottobre 2010

Mary MacKillop rivelò i crimini di un sacerdote pedofilo a costo della scomunica. Da ieri è Santa

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Chiedo scusa per la latitanza :-))

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Santa la suora che denunciò un prete

Mary MacKillop rivelò i crimini di un sacerdote pedofilo a costo della scomunica

CITTÀ DEL VATICANO

C’è anche l’antesignana della lotta agli abusi pedofili commessi da componenti del clero nella “squadra” di sei nuovi santi proclamati ieri da Benedetto XVI durante la solenne messa in Piazza San Pietro: suor Mary MacKillop (1842-1909), prima santa australiana, subì infatti una scomunica nel 1871 - poi revocata - per aver denunciato un prete pedofilo.
Mary MacKillop, beatificata nel 1995 da Giovanni Paolo II durante la sua visita in Australia, aveva fondato nel 1867 il primo ordine religioso d’Australia, le Sorelle di San Giuseppe del Sacro Cuore, con la missione di aprire scuole per i bambini delle famiglie più povere.
Secondo la ricostruzione di un recente documentario andato in onda sulla rete nazionale Abc, convalidata dalle attuali rappresentanti dell’Ordine, nel 1870 suor MacKillop e altre consorelle denunciarono un prete, padre Patrick Keating, che commetteva abusi su minori. Il sacerdote fu rispedito in Irlanda, ma il vescovo Laurence Sheil della diocesi di Adelaide, dove operava l’Ordine, volle vendicarsi sulla futura santa e la scomunicò per “insubordinazione”.
La scomunica fu revocata dopo sei mesi dallo stesso vescovo sul letto di morte e suor Mary si recò l’anno successivo a Roma per avere l’approvazione del suo Ordine da parte di Papa Pio IX, ottenendola in via definitiva nel 1888 da Leone XIII. Recentemente dai gesuiti Usa, tramite la loro rivista America, proprio in virtù di quella vicenda è arrivata la proposta che suor MacKillop diventi la patrona delle vittime degli abusi.
Durante l’omelia della messa di canonizzazione, celebrata davanti a oltre 50mila fedeli di cui almeno ottomila giunti dall’Australia, Benedetto XVI non ha menzionato la vicenda della temporanea scomunica, facendo cenno solo alle «numerose sfide» che suor Mary dovette affrontare e sottolineando soprattutto il suo «coraggioso e santo esempio di zelo, di perseveranza e di preghiera», in una vita «dedicata all’educazione dei poveri nel terreno difficile e impegnativo dell’Australia rurale». Anche il libretto ufficiale della cerimonia accenna solo a «una complessa serie di circostanze» che «portò il vescovo di Adelaide, che una volta era suo amico e benefattore, a scomunicare Mary nel 1871 per presunta disobbedienza».

© Copyright Corriere Canadese

3 commenti:

Andrea ha detto...

Allucinante impostazione anticattolica (il Vescovo che "si vendica", il Papa e il Vaticano che "tacciono") e fumettistica (scomunica revocata "sul letto di morte"). La versione vera si trova sul blog di Tornielli.
Il "Corriere Canadese", come dice esso stesso, serve ai "normali" cattolici canadesi la versione avvelenata proveniente dai Gesuiti USA.

Anonimo ha detto...

C'è anche chi dice che sia tutta una bufala:
http://www.giornalettismo.com/archives/88928/anatomia-bufala-mary-mackillop/
Ps.: la fonte è assai discutibile oltre che anticlericale
Alessia

Anonimo ha detto...

Cara Alessia, un pò bufala lo è, nel senso che a denunciare il sacerdote fu il cofondatore dell'Ordine e le consorelle, mentre suor MacKillop era a migliaia di km di distanza; la sua scomunica fu inflitta per altre ragioni che lambiscono soltanto il caso suddetto.
Qui trovate la ricostruzione più completa che ho trovato sull'argomento con numerosi rimandi alle fonti originarie:

http://deliberoarbitrio.splinder.com/post/23463857

Come si vede i giornalisti ci fanno una figura del cavolo in entrambi i sensi.
Prima, andando a ruota dell'Abc, diffondono la falsa notizia sulle cause della scomunica, spinti dal desiderio di "vedere comunque e sempre qlc di negativo nella Chiesa";
poi quelli più incazzati, come giornalettismo, capovolgono la situazione dicendo che la bufala è opera del vaticano quando sono stati proprio quelli ambienti a diffonderla senza, almeno in Italia, dare atto delle smentite.

PS: in qst caso per risolvere tutta la situazione sarebbe bastato leggere wikipedia in inglese. evidentemente certuni si affidano all' enciclopedia virtuale solo quando fa comodo. Oppure non sanno l'inglese ...

Antonio