domenica 20 dicembre 2009

Tullia Zevi sul decreto riguardo Pio XII: "Non sta a me e, tantomeno, a tutto il mondo ebraico sindacare sulle decisioni di un Papa ma..." (La Rocca)


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Tullia Zevi: "Era meglio il silenzio fino all'apertura di tutti gli archivi"

di ORAZIO LA ROCCA

ROMA - "Di fronte ad una figura complessa come Pio XII sarebbe meglio osservare un doveroso silenzio, in attesa di saperne di più e con più mirata certezza quando saranno completamente aperti gli archivi del suo tormentato pontificato. Ma non credo che la decisione assunta da Benedetto XVI su papa Pacelli possa compromettere i rapporti tra ebrei e cristiani, e, tantomeno, mettere in pericolo la visita che papa Ratzinger farà alla Sinagoga di Roma il 17 gennaio prossimo".
Cerca di gettare acqua sul fuoco delle polemiche, la professoressa Tullia Zevi, presidente emerito dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, la prima donna ad essere stata eletta alla più alta carica ebraica del nostro Paese. "Prima di fare commenti è bene meditare a lungo, ma è altrettanto opportuno - avverte - non avere mai paura di sollevare tutti i veli che finora hanno coperto la storia di Pio XII e di esprimere, alla fine, giudizi obiettivi e pacati".

Signora Tullia Zevi, perché Pio XII, a 51 anni dalla morte, suscita ancora tanta diffidenza in una parte del mondo ebraico?

"Non c'è dubbio che, stando a quanto è stato scritto e a tutto quello che è stato tramandato nei libri di storia e anche oralmente, papa Pacelli è un personaggio complesso e controverso, soprattutto per tutto quanto c'è stato tra lui e il regime fascista nell'ambito del quale guidò la Chiesa cattolica come sommo pontefice. Cinquantuno anni dalla morte possono essere tanti, ma anche pochi proprio in relazione agli anni apocalittici del suo pontificato".

Eppure, papa Ratzinger non sembra avere dubbi...

"Non sta a me e, tantomeno, a tutto il mondo ebraico sindacare sulle decisioni di un Papa. In questo caso, però, forse è bene non avere fretta. Per un giudizio complessivo su Pio XII manca ancora tutta la parte relativa alla documentazione del suo pontificato che dovrà essere messa a disposizione degli studiosi. Aspettiamo di leggere quelle carte, non è da escludere che potrebbero emergere nuovi aspetti e far evidenziare altri episodi inediti che potrebbero portare altra luce e diradare le nubi che ancora gravano su Pacelli. Perché non farlo?".

Ma qual è l'aspetto più controverso di Pacelli? I suoi presunti "silenzi" sull'Olocausto? I suoi rapporti con i fascisti?...

"Sono gli storici che devono rispondere a questi quesiti e diradare, sulla base di documentazioni attendibili, i dubbi che ancora circondano Pio XII. È, comunque, un fatto storicamente provato che tante sue scelte furono dettate dalla sulla apocalittica paura verso il comunismo, senza tener conto che, anche in quegli anni, non c'era solo il comunismo sovietico, ma tante altre forze progressiste, socialiste e socialdemocratiche. Non va comunque sottovalutato il fatto che avere a che fare con regimi fascisti e nazisti non era cosa semplice ed indolore".

Si aspettava da Ratzinger una accelerazione tanto inaspettata sulla beatificazione di Pio XII?

"Ripeto, non giudico le scelte dei pontefici.
Storicamente, quasi mai un Papa ha criticato o contraddetto un suo predecessore. Pio XII va comunque studiato a fondo, va capito, sviscerato, perché non va mai dimenticato che è stato un pontefice che è vissuto in tempi drammatici e difficili".

Teme che ora i rapporti tra Comunità ebraica e Vaticano torneranno ad essere critici? Il 17 gennaio prossimo Benedetto XVI visiterà la Sinagoga di Roma.

"Non credo che ci saranno conseguenze sui rapporti tra cristiani ed ebrei. Ormai non si torna indietro, il dialogo andrà sempre avanti, anche di fronte ad incomprensioni momentanee e persino a critiche reciproche, come può legittimamente succedere con Pio XII. Indietro però non si torna. Per fortuna".

© Copyright Repubblica, 20 dicembre 2009 consultabile anche qui.

Quanti pregiudizi...ci si chiede mai la ragione per cui molti bambini ebrei, nati durante la seconda guerra mondiali, si chiamano Pio oppure Eugenio?
R.

8 commenti:

euge ha detto...

Quanta ipocrisia.

mariateresa ha detto...

beh, se tutti i commenti di parte ebraica si mantenessero allo stesso livello del commento della Zevi , firmerei.E' un commento critico ma c'è anche una certa educazione.Ma che tutti siano come la Zevi, dubito.

Raffaella ha detto...

Concordo!
Purtroppo dalla Germania giungono le solite bordate.
R.

euge ha detto...

Cara Raffaella c'era da aspettarselo! Figuriamoci

don Marco (ebreo convertito) ha detto...

Non occorre avere fretta.....dal 1967...., forse La Sig. Zevi confonde lo Stao del Vaticano con l'Italia dove i tampi sono più lunghi di quelli messianici. Per Papa Benedetto la decisione è chiara, e se lo dice vuol dire che è così, non è uno sprovveduto, non è un superficiale, non è avventato.
Su Pio XII SI DICE.... e da quando in qua la storia si è fatta sul "si dice"?? Non vorrei invertire il ragionamento sul "si dice" di tanti altri contro il popolo ebraico perchè con ragione mi si direbbe: studia e documentati!!
Allora lasciamo da parte quel che si dice per favore. Apprezzo che finalmente qualcuno ha detto di non voler interferire in questioni interne alla Santa Sede, era ora, no?? Ammiro la prudenza degli ebrei italiani che sanno benissimo di avere a che fare non con un papa superficiale ma con uomo di cultura immensa e di studio diuturno, hanno fatto bene a calmierare i loro interventi, di figuracce oggi se ne fanno gran tante.

Anonimo ha detto...

La lunga, millenaria storia di persecuzioni subite dal popolo ebreo ha interiorizzato, in maniera irreversibile, in quel popolo il complesso di un assedio persecutorio costante, sistematico, generalizzato, globalizzato. Questa paura angosciante impedisce a quel popolo di analizzare oggi, con la dovuta obiettività, l'opera svolta in loro favore da Pio XII, papa questo pure, perseguitato dal nazismo. Gli ebrei non riescono a rimuovere il "complesso persecutorio" ed hanno visto in passato, soprattutto nelle vicende del nazismo, e vedono tuttora, un po' ovunque, anche tra i pacifici fedeli e religiosi consacrati cattolici, potenziali anche se non violenti, nemici del loro popolo e avversari della loro fede. E' una deformazione ideologica che non riusciranno mai a rimuovere dalla loro mente; ma è una loro deformazione congenita; non è la realtà del confronto religioso e dottrinario con la Chiesa Cattolica.

Anonimo ha detto...

Non si capisce se con "fascisti" intenda i nazisti, come di solito all'estero erroneamente fanno (tantissimi ebrei italiani erano fascisti sino al 1938, alcuni persino dopo). Inoltre è stupido parlare di "apocalittica" paura del comunismo come se fosse una cosa da ossessi malati di mente e non una tragica realtà. Ed è ridicolo parlare di forze "socialiste" alternative: i socialisti o erano conniventi coi comunisti o, se socialdemocratici, erano perseguitati da questi ultimi, ma in ogni caso il socialismo era accanitamente antireligioso (anche contro gli ebrei stessi) e antiecclesiastico. Non capisco che cosa Pio XII avrebbe dovuto accettare dai socialisti.
Luca

Gianpaolo1951 ha detto...

Condivido in toto il post di Anonimo delle 14,17!