sabato 27 marzo 2010

«Contro Benedetto XVI mera speculazione» (Cardinale)


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TRADUZIONE UFFICIALE IN ITALIANO DEL MOTU PROPRIO "SACRAMENTORUM SANCTITATIS TUTELA" DI GIOVANNI PAOLO II

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Pedofilia, card. Vingt-Trois (Parigi): tutti conoscono il rigore del Papa contro la pedofilia

La "lezione americana": il cattivo giornalismo fa breccia in Italia: riflessione di Giovanni Tridente

Ora è compito dei media parlare di Maciel e delle protezioni di cui ha goduto

I legionari di Cristo riconoscono le gravi colpe di Maciel e accettano di non considerarlo più come modello. (Il merito è solo del Papa!)

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C’è l’idea che Benedetto XVI disorienti e dia fastidio «a tutti coloro cui fa comodo dipingere la Chiesa come retrograda, omertosa e quant’altro: con il suo pontificato, Benedetto XVI sta smentendo nella realtà tutti questi cliché». Analisi di Gian Guido Vecchi

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La sofferenza per quanto si sta ingiustamente abbattendo su Benedetto XVI, proprio sull’uomo che ha più vibratamente stigmatizzato la sporcizia nella Chiesa, è diffusa e profonda nel popolo di Dio (Casavola)

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Prete pedofilo in Usa, ecco come è andata veramente: la ricostruzione dei fatti (da leggere e distribuire)

Pedofilia, un complotto contro il Papa. Il retroscena e la ricostruzione di Benedetta Sangirardi

Zio Pseudo Berlicche scrive al nipotino Malacoda: stavolta ti sei fumato l’idea di aver architettato un piano perfetto! Ratzinger capro espiatorio

L'IGNOBILE CAMPAGNA CONTRO BENEDETTO XVI, IL PAPA CHE PIU' DI OGNI ALTRO HA COMBATTUTO LA PEDOFILIA NELLA CHIESA: LO SPECIALE DEL BLOG

«Contro Benedetto XVI mera speculazione»

Santa Sede e Curia di Monaco respingono con forza le accuse rilanciate dal New York Times

DA ROMA GIANNI CARDINALE

«Mere speculazioni». L’arcidiocesi di Monaco di Baviera e la Santa Sede liquidano così l’ennesimo articolo con cui il New York Times cerca di infangare la figura di Benedetto XVI nella melma delle storie di accuse di abusi sessuali compiuti da sacerdoti nei confronti di minori. Dopo aver imputato giovedì al cardinale Joseph Ratzinger, in qualità di prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, di aver insabbiato il caso di un sacerdote statunitense morto nel 1998, ieri il quotidiano liberal ha rimestato nella vicenda di padre Peter Hullermann, per puntare il dito contro il cardinale Ratzinger in qualità di arcivescovo di Monaco. Il primo articolo era smentito – come ampiamente dimostrato su queste colonne – dalla stessa documentazione messa in rete dal Nyt (dove – paradossalmente – non figurava però nessun testo firmato dall’attuale Pontefice). Quello di ieri invece è stato prontamente rintuzzato da un comunicato – diffuso in tedesco e inglese – dalla Curia diocesana della capitale bavarese, e subito ripreso e fatto proprio dalla Santa Sede. Secondo il giornale americano il cardinale Ratzinger sarebbe «stato messo a conoscenza che il prete, che lui stesso aveva approvato fosse mandato in terapia per curarsi dalla pedofilia, sarebbe invece tornato a un lavoro pastorale a pochi giorni dall’inizio del trattamento psichiatrico». «Il prete – prosegue il quotidiano – fu poi dichiarato colpevole di aver molestato ragazzini in un’altra parrocchia». Questa è la tesi. Già smentita nelle scorse settimane con un comunicato delle arcidiocesi di Monaco e Frisinga in cui veniva attribuita la piena responsabilità della decisione che permetteva al prete di riprendere l’incarico pastorale al vicario generale, monsignor Gerhard Gruber. Il nuovo affondo del Nyt ruota attorno a «una nota», la cui esistenza, « confermata da due prelati » , dimostrerebbe che «il futuro Papa non solo gestì un incontro il 15 gennaio del 1980, in cui fu approvato il trasferimento del prete, ma fu anche informato della riassegnazione del prete» a un’altra par- rocchia. Ma lo stesso quotidiano riporta la testimonianza del reverendo Lorenz Wolf, vicario giudiziale dell’arcidiocesi di Monaco, il quale difende il Papa sostenendo che si trattava di «una nota di routine» e che «è improbabile che fosse arrivata sulla scrivania dell’arcivescovo » . Anche se lo stesso padre Wolf – riporta il Nyt – non esclude che il cardinale Ratzinger l’abbia letta. Insomma il quotidiano americano fa di tutto per accreditare l’idea che l’attuale Pontefice, in pratica, 'non poteva non sapere'. Pur dovendo registrare il fatto che «l’arcidiocesi tedesca ha riconosciuto che sono stati commessi dei 'gravi errori', nella gestione del caso Hullerman », ma che questi errori « vengono attribuiti alle persone che riferivano al cardinale, piuttosto che al cardinale in persona».
Posizione che l’arcidiocesi di Monaco ha ribadito ieri con forza e determinazione con un comunicato di risposta all’articolo del quotidiano Usa. «L’articolo del New York Times – vi si legge – non contiene alcuna nuova informazione oltre a quelle che l’arcidiocesi ha già comunicato sulle conoscenze dell’allora Arcivescovo sulla situazione del sacerdote H. L’arcidiocesi conferma quindi la sua posizione, secondo cui l’allora arcivescovo non ha conosciuto la decisione di reinserire il sacerdote H. nell’attività pastorale parrocchiale. Essa rifiuta ogni altra versione come mera speculazione. L’allora vicario generale, monsignor Gerhard Gruber, ha assunto la piena responsabilità della sua propria ed errata decisione, di reinserire H. nella pastorale parrocchiale». L’intero comunicato è stato fatto proprio e rilanciato dal 'portavoce' vaticano padre Federico Lombardi, nel Bollettino della Santa Sede, come «smentita» all’articolo del Nyt . Anche L’Osservatore Romano, che giovedì sera aveva parlato in prima pagina dell’«ignobile intento di arrivare a colpire, a ogni costo, Benedetto XVI e i suoi più stretti collaboratori» rappresentato dal primo articolo del Nyt contro il Papa , ieri ha ribadito la smentita della Curia di Monaco con un articoletto, sempre in prima pagina, dal titolo: «Ancora speculazioni».

© Copyright Avvenire, 27 marzo 2010

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