lunedì 29 marzo 2010

L'abbraccio dei giovani al Papa (Andrea Gagliarducci)


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L'abbraccio dei giovani al Papa

Piazza San Pietro gremita di ragazzi per la celebrazione della Domenica delle Palme. Benedetto XVI tra la folla in automobile: "Siate testimoni di Gesù". L'altro evento: si è festeggiata la Giornata mondiale della gioventù.

Andrea Gagliarducci

Cinquantamila giovani, una piazza San Pietro gremita per celebrare la domenica delle Palme, ma anche la Giornata Mondiale della Gioventù, che - negli anni in cui non è organizzato un grande raduno estivo - si celebra in ogni diocesi proprio la domenica prima di Pasqua.
E i giovani non mancano l'appuntamento con il Pontefice: cominciano a riempire piazza San Pietro dalla mattina presto, quelli che riescono a sedere più a ridosso delle transenne tengono in mano le palme, a fare da corona al passaggio di Benedetto XVI. E il Papa arriva: per la prima volta guida la processione di prelati e diaconi verso l'altare a bordo della Papa mobile, vestendo una mitria dorata e una casula rossa. Lui, avanti a tutti, a ricordare l'ingresso di Gesù a Gerusalemme, seguito dai discepoli, e contornato da una folla osannante. In Papa mobile per poter essere vicino a tutti, si affretta a precisare la Sala Stampa della Santa Sede, e non tanto perché malato e stanco.
A vederlo da vicino, Benedetto XVI appare anzi in piena forma, ringiovanito dalla presenza dei giovani. Non è un Papa arringatore di folle, da raduni oceanici: è più riflessivo, attento alla preghiera e alla liturgia.
Ma non per questo è meno amato. Anzi, si può dire che chi assiste alla Messa ne apprezza proprio l'attenzione per la preghiera, la provocazione. «All'inizio - racconta Catia, 26 anni, che praticamente da sempre partecipa alle Messe della domenica delle Palme in piazza San Pietro - sentivo la differenza con Giovanni Paolo II. Ma oggi sento che mi piace questa attenzione alla preghiera, mi ci sento bene dentro». Le intenzioni di preghiera sono rivolte proprio ai giovani e a «coloro che si adoperano per educarli e proteggerli, affinché possano crescere in generosità nel loro servizio a Dio e alla società». E ai giovani si rivolge il Papa nell'Angelus che segue la Messa. «Oggi - dice - io rinnovo l'appello alla nuova generazione, a dare testimonianza con la forza mite e luminosa della verità, perché agli uomini e alle donne del terzo millennio non manchi il modello più autentico: Gesù Cristo». Durante l'omelia, ha ricordato che Cristo conduce «verso la bontà che non si lascia disarmare neppure dall'ingratitudine». È l'invito ad una fede più adulta e vissuta. E i giovani, da parte loro, rispondono con una partecipazione intensa alla Messa, in attesa del bagno di folla. E, al termine della celebrazione, Benedetto XVI sale di nuovo sulla Papa mobile, e percorre tutti i corridoi tra le transenne, quasi a voler andare a salutare i giovani uno per uno.

© Copyright Il Tempo, 29 marzo 2010 consultabile online anche qui.

Non è un Papa arringatore di folle, da raduni oceanici: è più riflessivo, attento alla preghiera e alla liturgia.

Uff! Siamo ancora a questo punto?
R.

4 commenti:

laura ha detto...

Abbi pazienza. Non son tutte critiche e non tutti son in grado di capirlo subito, anche e, a mio aviso, ha un fascino straordinario e un carisma che rapisce, però bisogna avere il cuore aperto e la giusta disposizione interiore. Benedetto XVI è sempre a contatto con il Signore, sembra una creatura angelica e non tutti riescono a capire

euge ha detto...

Non è un Papa arringatore di folle, da raduni oceanici: è più riflessivo, attento alla preghiera e alla liturgia.

Uno basta ed avanza!!!!!!!!!!!!!!!!

Ora serve QUESTO PAPA che riporti noi tutti cristiani e soprattutto i giovani, alla preghiera, alla riflessione ed al valore dei valori che sono alla base della religione cristiana e per questo non serve arringare le folle ma, parole ferme a volte severe ma, piene di dolcezza come quelle di un Padre questo è Benedetto XVI.

Anonimo ha detto...

Non mi sembra una critica. Visto che sono molti a pensare che questo Papa non funziona perché non è un "arringatore di folle", ricordarlo mi sembra giusto. Specie di questi tempi, con il nostro Papa attaccato sempre e comunque.

gemma ha detto...

l'importante sarebbe arringare le coscienze, ed è questa l'eventualità che disturba. Le folle passano, i cambiamenti profondi anche di pochi restano