lunedì 29 marzo 2010

Osservatore: non ha senso contrapporre Wojtyla a Ratzinger (Izzo)


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Riceviamo e con grandissimo piacere e gratitudine pubblichiamo:

OSSERVATORE: NON HA SENSO CONTRAPPORRE WOJTYLA A RATZINGER

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 29 mar.

"A cinque anni dalla morte di Giovanni Paolo II, i media tendono a contrapporre la sua immagine a quella del suo successore".
Lo scrive oggi l'Osservatore Romano ricordando la grande figura del Papa polacco, in memoria del quale Benedetto XVI celebra in San Pietro. Questo, spiega il giornale vaticano, "significa dimenticare che Giovanni Paolo II fu, sul piano della morale, un Papa legato alla tradizione della Chiesa, e che difese appassionatamente le sue convinzioni in materia familiare e sessuale".
"Inamovibile di fronte alla multiforme messa in discussione dei valori familiari tradizionali, soprattutto al matrimonio omosessuale, e sostenitore della castita' e della fedelta' di fronte al diffondersi del virus dell'Aids", Papa Wojtyla, ricorda l'Osservatore, "e' stato il primo a celebrare la bellezza dell'atto sessuale vissuto come un dono assoluto di un uomo a una donna (e viceversa), condannando allo stesso tempo tutto cio' che altera il carattere assoluto di questo dono". Secondo il quotidiano vaticano, "cio' che ha accentuato il malinteso fra Giovanni Paolo II e le societa' occidentali riguardo alla contraccezione e' stato l'amalgama che spesso i mass media hanno fatto con la sua posizione inespugnabile, senza riserve ne' compromessi, rispetto all'aborto. Quante volte Giovanni Paolo ii ha condannato, talvolta con rara violenza verbale, come a Kielce nel 1991, l'eliminazione dei 'bambini che stanno per nascere'". "Dopo quindici anni di regno - ricorda in proposito l'Osservatore - Giovanni Paolo II ha persino fatto della denuncia della 'cultura della morte' un tema centrale del suo insegnamento, difendendo nel suo libro Varcare la soglia della speranza "il diritto di nascere e quello di morire di morte naturale". "Allo stesso tempo, non senza logica, Giovanni Paolo II ha fatto uscire la Chiesa dalle sue ambiguita' passate, condannando definitivamente la pena di morte", continua l'articolo per sostenere che dunque "questo Papa non puo' essere classificato". Papa Wojtyla, sottoliena ancora il quotidiano delal Santa Sede, "e' stato capace di gesti sorprendentemente audaci, come invitare tutte le religioni del mondo ad Assisi, nel 1986, contro il parere di alcuni dei suoi cardinali, non ha mai nascosto la propria preferenza per la conservazione delle tradizioni sacramentali e liturgiche". E "non ha forzato l'aggiornamento caro al suo lontano predecessore Giovanni XXIII: nel campo dell'ordinazione di uomini sposati e dei divorziati risposati, ha scelto di restare fedele alla disciplina della Chiesa. Come ha sempre difeso tradizioni antiche, dalla confessione individuale alla recita del Rosario, che facevano parte della quotidianita' dei fedeli all'epoca della sua giovinezza".
"Nello stesso modo Giovanni Paolo II - continua l'analisi dell'Osservatore - ha sviluppato il culto della Vergine - ha visitato moltissimi santuari mariani del mondo - e quello dei santi: non ha forse beatificato oltre 1.300 persone e canonizzato quasi 500 beati, piu' di qualsiasi altro Pontefice prima di lui?". "Il giorno in cui gli e' stata rimproverata questa inflazione agiografica, questo Papa dal grande senso dell'umorismo - ricorda l'Osservatore - ha risposto: 'Rivolgetevi allo Spirito Santo!'". Infine, per il giornale diretto da Giovanni Maria Vian, "di Giovanni Paolo II si serbera' il ricordo del suo attaccamento alla 'responsabilita' principale' del vescovo di Roma: l'unita' della Chiesa. Al di la' di alcune misure energiche nei confronti della Compagnia di Gesu', di certi universitari americani, della 'teologia della liberazione' o degli epigoni di mons. Lefebvre, Giovanni Paolo II si e' soprattutto impegnato a 'ricentrare' una Chiesa strattonata, alla fine degli anni settanta, fra un'ala progressista che flirtava con il marxismo e un'ala conservatrice tentata dall'integralismo. Un quarto di secolo dopo, le nozioni di 'cristiani di sinistra' e di 'cristiani di destra' sono quasi scomparse". "La Chiesa, in buona parte grazie a lui, ha superato - conclude l'articolo - le vecchie divisioni inasprite dall'attuazione del concilio Vaticano ii e dall'impatto sociale del 1968. La viscerale diffidenza di Giovanni Paolo II nei confronti delle ideologie ha rimesso l'uomo al centro di tutto".

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3 commenti:

euge ha detto...

Posso essere d'accordo su questo ma, allora dovrebbero cominciare per primi prelati e giornalisti vaticanisti e non, a creare la contrapposizione e ad inasprire gli animi con insinuazioni di goni genere ora sull'uno ora sull'altro.

gemma ha detto...

peccato ci abbia messo 5 anni l'Osservatore a rendersi conto di questa contrapposizione. Delle differenze mediatiche in fondo poco importa, ma sono anni che veniamo tormentati con le presunte differenze sui temi etici. Addirittura qualcuno ci vuol far credere, complice il "lasciatemi andare alla casa del padre", che il Papa avesse in qualche modo scelto per sè una sorta di eutanasia passiva. Senza parlare delle accuse di omofobia a papa Benedetto per le sue posizioni sulle coppie omosessuali, che sono le stesse di Giovanni Paolo II. Sul preservativo siamo arrivati alle interrogazioni parlamentari contro Benedetto XVI e ai radicali piace tanto ricordare le posizioni di Giovanni Paolo II sulla pena di morte ma mai una volta che si ricordino di quelle sull'aborto.
Purtroppo, è piaciuto a tutti, giornalisti vaticanisti e non, prelati, sacerdoti, ricordare Giovanni Paolo II solo per l'aspetto più gioioso, mediatico, ecumenico del pontificato mentre la parte dottrinale è stata lasciata tutta al suo predecessore. Di più, in questa è stato spesso lasciato solo dagli altri uomini di chiesa e per questa è stato ripetutamente additato come reazionario da politici e mass media. Sarebbe bastato leggere qualche enciclica e qualche omelia o discorso di Giovanni Paolo II per rendersi conto che non c'era poi molta differenza di pensiero tra i due. O forse semplicemente parlarne di più. Si è scelto invece di celebrare solo i gesti, gli interessi personali, gli incontri, le pratiche sportive. Non ci si meravigli poi se sulle differenze caratteriali siano state edificate contrapposizioni ormai inamovibili, che non fanno male tanto a chi ne esce meno accattivante, ma alla coerenza stessa del Magistero della Chiesa

euge ha detto...

Sottoscrivo completamente il tuo post cara Gemma........ del resto quello che dici è la sacrosanta verità in più di una occasione dissi che di Giovanni Paolo II si è scelto di far passare un messaggio puramente mediatico ma, se noi chiedessimo ora a coloro che lo ricordano sotto questo aspetto, prelati, fedeli comuni, vaticanisti, nessuno conosce uno zero virgola delle sue encicliche ma, questo in fin dei conti non ha molta importanza l'importante, in quel momento era come ho letto in un articolo postato nel blog che ci fosse una persona trascinatrice di folle!