venerdì 7 maggio 2010

Come trasformare il Vaticano. L'infaticabile lavoro di Joseph Ratzinger (Lo Svizzero)


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Su segnalazione di Eufemia leggiamo:

PAPA RATZINGER

Come trasformare il Vaticano

di Lo Svizzero

Si può anche trasformare una ipotesi in ricetta, mettendo da parte le grandi parole, la smania delle rivoluzioni e perfino le conseguenze delle medesime. Qualcuno nella Curia romana s’avventura nell’impostare una nuova definizione di quel che si vorrebbe fare per adattare la Santa Sede ai tempi futuri che prima o poi interverranno a cambiare le cose. C’è insomma chi dice che ormai l’attuale pontefice si è imposto esattamente quello che bisogna fare per trasformare il Vaticano in una sorta di modello religioso capace di affrontare i ciclopici problemi che incombono sul pianeta Terra. Per la verità, quando era ancora cardinale, Joseph Ratzinger aveva già delineato il da farsi per rilanciare il Vaticano nelle onde tempestose dei tempi nuovi, così come prescrivevano i momenti storici in cui si viveva, il che aveva sconvolto lo status quo di allora. Tutto ciò aveva colpito non poco coloro che si accingevano ad attuare le relative modifiche. Il nuovo pontefice cominciò a impostare il modello della Chiesa futura. Fu dunque quello l’inizio della così detta “riforma a piccoli passi”.
Papa Ratzinger ha adottato una tattica diversa dai soliti archetipi: quella che privilegia la cautela delle parziali “sistemazioni” senza provocare scossoni eccessivamente robusti alle varie Congregazioni, per poi affrontare con la medesima tattica i vari problemi, peraltro mastodontici. Quindi lo sguardo si è appuntato sulle questioni più importanti, ma evitando le dimissioni dei presidenti più noti. Ed è stata dunque la volta del Sant’Uffizio prima e della Segreteria di Stato poi, come abbiamo in precedenza riferito su queste colonne.
Poteva essere quello un calcolo prudente, se non ci fosse stata un’anomalia inconsueta, quella che tocca proprio il modus operandi tutto personale del pontefice bavarese: il tradizionalismo. Era giunto difatti il momento di affrontare il problema dei seguaci ultratradizionalisti di monsignor Lefebvre. È stato papa Benedetto a riprendere in mano la questione della secessione lefebvriana, facendo concessioni pur di riavere sotto di sé la non troppo sparuta pattuglia degli oltranzisti della tradizione. Non è stato fortunato al cento per cento, ma è riuscito ad aprire un varco in quella trincea fra le più “ortodosse”. Anche sul problema davvero laido della pedofilia Ratzinger ha fatto ricorso alla sua più rigida intransigenza, che cominciava a dare buoni risultati, pur nei limiti del pensabile curiale. Insomma, molte questioni sono state avviate a una soluzione che prima appariva assai difficile da trovare. Ma al di là dei problemi di Curia, il papa tedesco ha impostato una carica plurima per ciò che riguarda il contatto con il mondo cattolico esterno e non solo, avviando una serie di uscite dai confini vaticani per l’ormai prossima estate: ci saranno non pochi viaggi apostolici più o meno importanti, in Portogallo, a Sulmona, a Carpineto Romano. E infine ai primi di settembre la visita apostolica nel Regno Unito. La conclusione di tutti questi peripli implicherà uno “strappo” piuttosto inaspettato: questo papa, primo fra gli ultimi, eviterà di andare in vacanza estiva. Ma non è soltanto questo “sacrificio” che Ratzinger ha fatto cadere su di sé per dare inizio alle impostazioni del “Vaticano Tremila”. Si tratta piuttosto di una nuova prospettiva di questo pontificato. Un obiettivo, codesto, che sta lì a capovolgere le antiche usanze che potrebbero aver concluso le rispettive opere, invischiandosi in un futuro che attende, oltre che il rilancio, la trasformazione di una fondazione ecclesiale bimillenaria et ultra. Per averne un’idea, Joseph Ratzinger non ha perso tempo e ha impostato la creazione di un’altra corporazione curiale, del tipo di quelle che han da essere realizzate andando incontro all’avvenire del mondo, il Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione. Non ci sono dubbi né tentennamenti: sulla riva destra del Tevere è suonata la riscossa dell’ultramodernità.

© Copyright L'Opinione delle Libertà, 7 maggio 2010

1 commento:

laura ha detto...

molto bello e anche onesto nei confronti di un Papa che sta donandosi fino all'estremo per il bene della Chiesa, senza alcuna preoccupazione per Sè, la Sua salute e la Sua età, ma affidando tutto al Signore