lunedì 24 maggio 2010

Il bene è libertà ma a troppi piace parlare solo del male. Riflessione sul monito del Papa ai media (Don Chino Pezzoli)


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Il bene è libertà
Ma a troppi piace parlare solo del male


di Don Chino Pezzoli

Benedetto XVI suggerisce spesso ai media di far conoscere anche il bene che c'è. Mi sono chiesto più volte, in questo scorrere degli anni, se la vita riservi all'uomo una pennellata di bene, di bello, di speranza?
Per avere la risposta non mi sono affidato solamente al pensiero dei saggi, dei mistici e nemmeno ho spigolato, qua e là, alcuni pareri offerti dal mercato dei media. Ho consultato le persone comuni, con un volto solare o con qualche cruccio nel cuore. Queste, anche se passano inosservate, vivono vicino noi e conducono una vita facile o difficile, serena o sofferente.
Il loro stile di vita è semplice, lineare e si contrappone a un modo di vivere spesso agitato, polemico, aggressivo. Il segreto di questi individui comuni, senza posizioni sociali eccellenti o conti in banca cospicui, è sempre stato per me motivo di meraviglia e curiosità. Il desiderio di conoscere questi soggetti tranquilli mi ha messo in ascolto... La scoperta mi lasciò sbalordito.
Le persone, pur essendo diverse tra loro sia per indole sia per esperienze di vita, hanno qualcosa in comune. Ricchi o poveri che fossero, bianchi o neri, sposati o scapoli, credenti o non, giovani o vecchi, ognuno di questi s'incamminava sempre, ogni giorno, verso un azione, una scelta, un bene da compiere. Compresi allora che il bene c'è, un bene mai totalmente raggiunto, ma piuttosto come una meta a cui tendere, un traguardo desiderato non solo dalle persone «speciali» ma da ogni persona che crede che la sua vita abbia un senso.
Dal giorno in cui decisi d'avvicinare le persone alla ricerca del bene e di quella bellezza interiore che piace, mi sentii diverso, meno pessimista. Compresi che la società, bella, vivibile, vera, è sempre incompiuta. E che tocca a tutti collaborare per questo capolavoro. È possibile questa partecipazione in chi dà alla sua vita valore, fiducia e sa accogliere i momenti belli e brutti, guardando sempre oltre il limite della sofferenza e delle tragedie. Il bene è un risultato individuale e non un’eventualità del destino.
Tutti possiamo essere costruttori di una società matura, valida, se lo vogliamo. Eppure, non è così.
Il Papa puntualizzò che «ogni giorno, attraverso i giornali, la televisione, la radio, il male viene raccontato, ripetuto, amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili e, in qualche maniera, intossicandoci, perché il negativo non viene pienamente smaltito, e giorno per giorno si accumula». Di qui l'indurirsi dei pensieri e del cuore, precisa il Papa.
I media pubblicizzino pertanto anche il bene, almeno come atto di buon senso per strappare dalla mente di molti quella patina di pessimismo che ferma gli slanci, le attese. È dannoso all'equilibrio caricare la nostra memoria di negativo che va ad incrementare solamente le nostre paure. Ogni attimo, pur fuggente, va vissuto, apprezzato per assicurare alla mente novità, cambiamento. Il bene è libertà, maturità, innamoramento di sé e degli altri, della storia. Le persone veramente buone sanno accogliere la vita con le sue ombre e luci. Conoscono le note della sofferenza e quelle della gioia da inserire nello spartito della vita. Qualcuno ha detto che non serve il «secchiello» del bene per svuotare il mare del male. Basterebbe, da parte dei media far conoscere anche questo «secchiello».

© Copyright Il Giornale, 24 maggio 2010 consultabile online anche qui.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Raffa.
Il pezzo è di Don Chino Pezzoli ed è pubblicato su Il Giornale di oggi.
Alessia

Raffaella ha detto...

Grazie, Alessia :-))
Un abbraccio
R.

Anonimo ha detto...

Intanto a Cannes, oltre al comizietto di Elio, succedono anche eventi meno scontati. Pur non potendo vincere la Palma d'oro per ragioni geopolitiche, Beavois si fa intervistare dalla radio vaticana francese e dice cose interessanti. Eufemia
http://www.radiovaticana.org/fr1/Articolo.asp?c=395191

f ha detto...

perchè il "comizietto"?
adesso non si può più criticare i politici senza essere oggetto di scherno?

Anonimo ha detto...

Germano ha accusato implicitamente gli italiani che hanno eletto il governo di essere cretini e indegni. Comunque la Taz, giornale radical berlinese, accusa Beauvois di essere nel suo film troppo dalla parte dei monaci. Eufemia http://www.taz.de/1/leben/film/artikel/1/der-zahnarztbohrer-tief-im-mund/

Anonimo ha detto...

Germano pensi prima di parlare!

f ha detto...

qui c'è scarsa abitudine a sentire la gente che esprime le proprie idee.
uno dice una cosa e invece di spiegare perchè avrebbe torto lo si attacca dicendo che fa "comizietti", che non pensa prima di parlare ecc. si contesta la persona e non le sue parole. troppo facile.