domenica 23 maggio 2010

Il Papa: la Chiesa sia la casa di tutti, autonoma da ogni Stato e cultura particolare. I dittatori di ogni epoca hanno lasciato terra bruciata (Izzo)


Vedi anche:

Il Papa: il fuoco dello Spirito infiamma la Chiesa, la terra, gli Stati (AsiaNews)

Il Papa: Il "fuoco" di Dio "arde, ma non distrugge", a differenza delle guerre, delle bombe e dei dittatori

Il Papa: superare le divisioni, l'unità è il biglietto da visita della Chiesa (Apcom)

Il Papa: "La Chiesa universale precede le Chiese particolari, e queste devono sempre conformarsi a quella, secondo un criterio di unità e universalità. La Chiesa non rimane mai prigioniera di confini politici, razziali e culturali; non si può confondere con gli Stati e neppure con le Federazioni di Stati, perché la sua unità è di genere diverso e aspira ad attraversare tutte le frontiere umane" (Omelia)

Il Papa: ci si allontana dallo Spirito se ci si chiude in se stessi. La Chiesa Universale precede le chiese particolari (Izzo)

SANTA MESSA DI PENTECOSTE: DIRETTA IN CORSO

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Il Papa: la fede ed i valori porteranno fuori dalla crisi (Izzo)

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L’agenda dei controriformisti (I parte). Dopo lo “schiaffo di Vienna” ecco i critici del progressismo e la loro idea della chiesa (Rodari)

Annozero sulla pedofilia (dei sacerdoti, of course!): il monumentale commento di Andrea Tornielli

Il Terzo Segreto di Fatima e l'opera di pulizia di Benedetto XVI: commento di Gianni Toffali

Il Papa, i cardinali, i gesuiti. Tre risposte allo scandalo (Magister). Monumentale

PAPA: CHIESA SIA CASA DI TUTTI, AUTONOMA DA OGNI STATO E CULTURA PARTICOLARE

(AGI) - CdV, 23 mag.

"Sempre e in ogni luogo la Chiesa dev’essere veramente, cattolica e universale, la casa di tutti in cui ciascuno si può ritrovare".
Lo ha chiesto il Papa nell'omelia della messa di Pentecoste, celebrata questa mattina in San Pietro con una trentina di cardinali. La Chiesa, infatti, non deve mai rimanere "prigioniera di confini politici, razziali e culturali; non si può confondere con gli Stati e neppure con le Federazioni di Stati, perché la sua unità è di genere diverso e aspira ad attraversare tutte le frontiere umane".
"La Chiesa - ha ricordato Benedetto XVI - è per sua natura una e molteplice, destinata com’è a vivere presso tutte le nazioni, tutti i popoli, e nei più diversi contesti sociali.
Essa risponde alla sua vocazione, di essere segno e strumento di unità di tutto il genere umano solo se rimane autonoma da ogni Stato e da ogni cultura particolare". La discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo rappresenta un dono che "crea unità e comprensione dove ci sono lacerazioni ed estraneità" e "innesca un processo di riunificazione tra le parti della famiglia umana, divise e disperse; le persone, spesso ridotte a individui in competizione o in conflitto tra loro, raggiunte dallo Spirito di Cristo, si aprono all’esperienza della comunione, che può coinvolgerle a tal punto da fare di loro un nuovo organismo, un nuovo soggetto: la Chiesa".
"Questo - per Papa Ratzinger - è l’effetto dell’opera di Dio: l’unità; perciò l’unità è il segno di riconoscimento, il 'biglietto da visita' della Chiesa nel corso della sua storia universale. Fin dall’inizio, dal giorno di Pentecoste, essa parla tutte le lingue".
"Il cammino dei cristiani e delle Chiese particolari - dunque - deve sempre confrontarsi con quello della Chiesa una e cattolica, e armonizzarsi con esso", ma ha tenuto a chiarire, "ciò non significa che l’unità creata dallo Spirito Santo sia una specie di egualitarismo. Al contrario, questo è piuttosto il modello di Babele, cioè l’imposizione di una cultura dell’unità che potremmo definire “tecnica”. La Bibbia, infatti, ci dice che a Babele alcuni volevano imporre a tutti una sola lingua. A Pentecoste, invece, gli Apostoli parlano lingue diverse in modo che ciascuno comprenda il messaggio nel proprio idioma. L’unità dello Spirito - ha scandito il Papa teologo - si manifesta nella pluralità della comprensione".

© Copyright (AGI)

PAPA: DITTATORI IN OGNI EPOCA HANNO LASCIATO SOLO TERRA BRUCIATA

(AGI) - CdV, 23 mag.

"A Pentecoste lo Spirito Santo si manifesta come fuoco.
La sua fiamma è discesa sui discepoli riuniti, si è accesa in essi e ha donato loro il nuovo ardore di Dio". Lo ha affermato Benedetto XVI nell'omelia della messa celebrata questa mattina in San Pietro. "Gli Apostoli, insieme ai fedeli delle diverse comunità, hanno portato -
ha detto - questa fiamma divina fino agli estremi confini della Terra; hanno aperto così una strada per l’umanità, una strada luminosa, e hanno collaborato con Dio che con il suo fuoco vuole rinnovare la faccia della Terra".
"Com’è diverso - ha osservato il Pontefice - questo fuoco da quello delle guerre e delle bombe! Com’è diverso l’incendio di Cristo, propagato dalla Chiesa, rispetto a quelli accesi dai dittatori di ogni epoca, anche del secolo scorso, che lasciano dietro di sé terra bruciata".
"Il fuoco di Dio, il fuoco dello Spirito Santo - infatti - è quello del roveto che divampa senza bruciare. E’ una fiamma che arde, ma non distrugge; che, anzi, divampando fa emergere la parte migliore e più vera dell’uomo, come in una fusione fa emergere la sua forma interiore, la sua vocazione alla verità e all’amore".

© Copyright (AGI)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Il video si trova anche su youtube.
Digitare: "illustrazione del credo".

Antonio

sonny ha detto...

Buongiorno cara Raffaella. Mi associo alla tua richiesta di stamattina e ti faccio notare che anche Galeazzi nel suo blog rilancia il tuo messaggio. Anche oggi grande omelia del Papa. Buona Pentecoste a tutti.

sonny ha detto...

Parlando di penitenza, ti segnalo questo . Scusami se vado OT:


http://www.savonanews.it/it/internal.php?news_code=76815