lunedì 28 giugno 2010

Alla vigilia delle grandi riforme il Papa ricorda che sta con le vittime dei preti pedofili (Izzo). Straordinario commento


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Il Papa: auspico che la giustizia faccia il suo corso,a garanzia dei diritti fondamentali delle persone e delle istituzioni,nel rispetto delle vittime

Attenzione ai titoli delle agenzie di stampa che non colgono la notizia: il Papa riconosce il diritto della giustizia civile ad indagare. Ad essere deplorevoli sono le modalita' non le perquisizioni!

Il Papa: deploro le perquisizioni del Belgio ma la giustizia faccia il suo corso (Izzo)

Messaggio del Papa al presidente della Conferenza episcopale del Belgio sulle modalità delle perquisizioni nella cattedrale di Malines

Il Papa: "Più volte io stesso ho ribadito che tali gravi fatti (gli abusi sui minori) vanno trattati dall’ordinamento civile e da quello canonico, nel rispetto della reciproca specificità e autonomia. In tal senso, auspico che la giustizia faccia il suo corso, a garanzia dei diritti fondamentali delle persone e delle istituzioni, nel rispetto delle vittime, nel riconoscimento senza pregiudiziali di quanti si impegnano a collaborare con essa e nel rifiuto di tutto quanto oscura i nobili compiti ad essa assegnati" (Messaggio al Primate del Belgio)

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A VIGILIA DI RIFORME PAPA RICORDA CHE STA CON LE VITTIME

(AGI) - CdV, 27 giu.

(di Salvatore Izzo)

Iniziera' domani - con l'annuncio nella Basilica di San Paolo della creazione di un nuovo dicastero per riproporre il Vangelo in quell'Occidente che sembra volerne cancellare l'impronta - una settimana decisiva per il Pontificato di Benedetto XVI, nella quale saranno pubblicate nomine funzionali a rimettere in carreggiata una Chiesa che e' in evidente affanno su piu' fronti: il canadese Marc Oullet andra' al dicastero dei vescovi per adeguare alle linee del Papa i criteri con i quali si scelgono i presuli (il 90 per cento dei candidati "promossi" dal card. Re sono ex vicari generali) e lo svizzero Kurt Koch assumera' la responsabilita' del dicastero per l'unita' dei cristiani e della commissione per il dialogo con l'ebraismo superando le ambiguita' della gestione Kasper che mirava alla ricerca di un consenso tra le confessioni piu' che alla riscoperta di una verita' comune.
E il Papa ha voluto sgombrare oggi il campo da un malinteso che pesava come un macigno sull'operazione trasparenza da lui avviata nell'Anno Sacerdotale: le accuse ai giudici che in Belgio hanno violato le tombe degli ex primati (alla ricerca di improbabili documenti), disturbato la riunione della Conferenza Episcopale e portato via 475 dossier di una commissioen che indagava per conto della Chiesa su abusi commessi da religiosi.
"La giustizia - ha scritto in una lettera a mons. Andre' Leonard - arcivescovo di Bruxelles faccia il suo corso, a garanzia dei diritti fondamentali delle persone e delle istituzioni, nel rispetto delle vittime".
Una netta scelta di campo, rafforzata oltretutto dalla richiesta di "un riconoscimento senza pregiudiziali di quanti si impegnano a collaborare" con la giustizia, "nel rifiuto di tutto quanto oscura i nobili compiti ad essa assegnati", anche se - ovviamente - il Papa definisce "sorprendenti e deplorevoli", nella sua lettera, "le modalita' con cui sono state condotte le perquisizioni nella Cattedrale di Malines e nella Sede dove era riunito l'Episcopato belga in una sessione plenaria che, tra l'altro, avrebbe dovuto trattare anche aspetti legati all'abuso di minori da parte di membri del clero".
"Piu' volte - ricorda pero' Ratzinger - io stesso ho ribadito che tali gravi fatti vanno trattati dall'ordinamento civile e da quello canonico, nel rispetto della reciproca specificita' e autonomia". Ieri il segretario di Stato Tarcisio Bertone era stato forse male interpretato quando aveva definito le perquisizioni di Bruxelles "un fatto inaudito che non ha precedenti nemmeno nei regimi comunisti". Ma "stupore e sdegno" del Vaticano per la violazione delle tombe dei predecessori di mons. Leonard erano state espresse anche dal responsabile per i rapporti con gli Stati, arcivescovo Mamberti, che aveva convocato gia' venerdi' mattina l'ambasciatore del Belgio. "La Segreteria di Stato ribadisce - si leggeva pero' nella nota vaticana - la ferma condanna di ogni atto peccaminoso e criminale di abuso di minori da parte di membri della Chiesa, come pure la necessita' di riparare e di affrontare tali atti in modo conforme alle esigenze della giustizia ed agli insegnamenti del Vangelo".
Da parte loro i vescovi del Belgio - interrogati nel corso della perquisizione durata 9 ore - si erano astenuti dal commentare questo aspetto, ma avevano protestato per il sequestro dei documenti della Commissione d'Inchiesta, che, denunciavano nella loro nota, "va contro il diritto alla riservatezza di cui devono beneficiare le vittime" . E l'odierna lettera del Pontefice rafforza la posizione coraggiosa assunta dal neo primate del Belgio Leonard che in qualita' di presidente della Conferenza Episcopale si trova a raccogliere un'eredita' difficile perche' il suo predecessore Godfried Dannels ha ammesso di aver tentato aggiustamenti con le vittime omettendo sia le denunce penali che il deferimento dei casi alla competente Congragazione della Dottrina della Fede anche anni dopo le obbliganti norme Ratzinger-Wojtyla. E all'origine dell'inchiesta dei giudici belgi c'e' un sacerdote, Rik Devillé, che già nel 1994 aveva raccolto 82 denunce. "Le vittime - racconta - volevano essere ascoltate dalla Chiesa, volevano rompere la maledizione. E’ stato inutile, almeno sinora: i vescovi hanno una lunga storia alle spalle quanto a silenzi e omissioni. Proteggono i colpevoli e non le vittime».
Nasce da questa inadempienza la crisi che vive oggi la Chiesa in Belgio anche se non si puo' ignorare che la violazione degli edifici eccelsiastici da parte dei giudici va contro consolidate consuetudini, se non vere norme giuridiche, e fa seguito alla mozione parlamentare che l'anno scorso rimprovero' al Papa le sue posizioni in tema di preservativi e Aids provocando una prima convocazione dell'ambasciatore in Vaticano. Ma la linea del Pontefice - espressa anche nella lettera ai cattolici dell'Irlanda dello scorso marzo e rinnovata dieci giorni fa con il 'mea culpa' pronunciato a chiusura dell'Anno Sacerdotale - e' molto chiara nella sua coerenza evangelica: la pagiuzza nell'occhio degli altri non ci distolga, come Chiesa, dal vedere la trave nel nostro.
Totale trasparenza (nel collaborare con la giustizia e nell'aiutare le vittime) e penitenza (sopportando le umiliazioni del momento presente come una prova che fortifichi la fede) sono per lui le uniche vie che possono portare la Chiesa fuori da questa tempesta.
Un discorso analogo e' quello che Papa Ratzinger propone a una recalcitrante leva di ecclesiastici carrieristi e affaristi, esortandoli, come ha fatto anche oggi all'Angelus, a "quella radicalità che è dovuta all’Amore di Dio, al quale Gesù stesso per primo obbedisce. Chi rinuncia a tutto, persino a se stesso, per seguire Gesù, entra - ha scandito - in una nuova dimensione della libertà, che san Paolo definisce camminare secondo lo Spirito".
Mentre "al contrario, obbedire al proprio egoismo conduce a rivalità e conflitti". Con il suo antiaffarismo, "San Giovanni Maria Vianney e' un modello di vita evangelica non solo per i sacerdoti, ma anche per i laici, specialmente per quanti sono impegnati nel vasto campo della carita'", aveva affermato ieri tornando a parlare di questo grande santo (che molti vorrebbero patrono di tutti i sacerdoti e non solo dei parroci) spinto forse anche dalle rivelazioni sul comportamento poco edificante di alcuni collaboratori della Curia Romana.
Il segretario di Stato Tarcisio Bertone, in visita a Chiavari all'indomani di due indubbi successi della diplomazia vaticana nei rapporti con il Vietnam e le Russia, ha tradotto gli stessi concetti in una dimensione geopolitica: "tutti - ha detto in riferimento al G20 in corso a Toronto - siamo chiamati a farci carico di chi sta peggio di noi condividendo la nostra abbondanza con chi e' nella necessita'" davanti all'attuale "crisi economica che causa difficolta' notevoli a procurare a tutti, e specialmente ai giovani benche' qualificati, un lavoro adeguato, e quanti perdono il lavoro non riescono piu' a garantire un'esistenza dignitosa alle loro famiglie", mentre "molti che non percepiscono una remunerazione equa, si trovano a vivere nell'inquietudine non potendo disporre di risorse sufficienti". Una situazione che interpella i cristiani "a edificare la societa' sui valori evangelici capaci di aiutare chi e' nel bisogno, e mostrare solidarieta' verso chi e' nell'indigenza".

© Copyright (AGI)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

da IMGPress PRETI PEDOFILI: IL SIR CON BERTONE, IN BELGIO VICENDA INCREDIBILE

http://www.imgpress.it/notizia.asp?idnotizia=53012&idsezione=1

sam ha detto...

La lettura del comunicato del Papa è a mio avviso forzata e fuorviante. Lo si legga esattamente nell'ordine in cui il Papa lo ha scritto, con TUTTI i concetti che il Papa ha scritto e non si giochi a rigirare la frittata con gli "anche se" e i "però" che nei testi non ci sono, altrimenti anche qui si strattona il Papa per fargli dire quello che vogliamo fargli dire...

Le parole del Papa esprimono un pensiero chiarissimo, giusto e fermo su tutti i fronti, senza possibilità di flessioni da una parte o dall'altra.
Benedetto XVI vuole giustizia vera e non giustizialismo deviato, difesa e non strumentalizzazione delle vittime, che vengano perseguiti fino in fondo gli ecclesiastici colpevoli e non che venga perseguitata la Chiesa.