mercoledì 14 luglio 2010

Assassinio di Luigi Padovese, Mons. Franceschini: il silenzio consentirà l'assoluzione (Izzo)


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PADOVESE: MONS. FRANCESCHINI, SILENZIO CONSENTIRA' ASSOLUZIONE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 14 lug.

L'assassino di mons. Luigi Padovese "e' stato ricoverato ad Adana, per questa 'pretesa' malattia mentale, e si prospetta una facile guarigione in quanto non sarebbe stato riscontrato nulla di grave.
Speriamo che il futuro non sia come quello di don Andrea Santoro, ovvero che non ci sia una facile assoluzione di tutto". Purtroppo pero' - denuncia mons. Ruggero Franceschini, che dopo la tragica morte di mons.
Luigi Padovese, ucciso da suo autista, Murat Altun, a Iskenderun il 3 giugno, ha assunto per mandato della Santa Sede anche la responsabilita' del vicariato apostolico di Anatolia - "e' caduto il silenzio su questo tragico avvenimento e per questo sono un po' rattristato".
Sulle tante ipotesi formulate sulla morte del presidente dei vescovi turchi, l'arcivescovo di Smirne non ha dubbi: "mi dispiace - sottolinea in un'intervista al Servizio Informazione Religiosa - che la gente sia imbottita di falsita'".
Il riferimento e' a voci circolate su presunti moventi passionali anche a causa delle parole distensive pronunciate dal Papa all'indomani dell'omicidio, motivate dalla circostanza del viaggio a Cipro dove avrebbe dovuto incontrare anche autorita' turche e male interpretate dai media internazionali.
"Mons. Padovese - assicura l'arcivescovo Franceschini, che come Padovese e' un frate cappuccino di origine italiana e quindi lo conosceva molto bene - era una persona limpida e il motivo passionale e' assolutamente da escludere anche per le prove scientifiche. Bisogna cancellare - aggiunge il presule - anche il fatto della labilita' della personalita' dell'omicida, che pure c'e'.
Sarebbe piuttosto utile indagare - invece - perche' si usano spesso persone labili, che da sole non sarebbero capaci di gesti come questo.
Su altre ipotesi ho delle idee del tutto personali che tengo per me. Di concreto c'e' che aspettiamo di conoscere la verita' su questa morte. Mi fa soffrire questa
attesa nel silenzio". Nell'intervista al Sir, mons. Franceschini parla anche della chiesa di san Paolo a Tarso, della liberta' religiosa, invocando una reciprocita' "dei buoni rapporti umani", ricordando i 50 anni dell'istituzione delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Turchia.
"Siamo sereni: ho trovato una Chiesa forte, dopo le prime burrasche, non ho visto animosita', il perdono e' stato concesso senza problemi. Sappiamo - conclude - che la Chiesa per andare avanti in questi luoghi dovra' soffrire ancora, ma nessuno ha avuto l'idea, dopo lo scoraggiamento iniziale, di lasciare, di partire.
Oggi piu' che mai i cattolici locali sono desiderosi di restare e di dare una mano".

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