giovedì 26 agosto 2010

Il card. Scola al Meeting: «Dobbiamo risvegliare la nostalgia di Dio» (Viana)


Vedi anche:

La conoscenza di Dio e l'incontro con Dio: due bellissimi paragrafi delle Confessioni di Sant'Agostino

Sogli benedetti. Viaggio fra i nomi scelti dai Pontefici (Baldacci)

Il Papa: Madre Teresa è stata un dono inestimabile per la Chiesa e per il Mondo (Izzo)

Un santo per amico. Agostino, compagno di viaggio di Benedetto XVI (Corradi)

Il Papa per i 100 anni dalla nascita di Madre Teresa: un dono inestimabile per il mondo (Radio Vaticana)

Tutti gli schiaffi a Papa Benedetto. Stralci dal capitolo conclusivo di "Attacco a Ratzinger" di Tornielli e Rodari (Il Foglio)

Ecco perché gli attacchi non cesseranno: E attenti all'Inghilterra. Il vaticanista irlandese O' Connell recensisce il libro di Rodari e Tornielli

"Attacco a Ratzinger": la presentazione di Paolo Rodari

"Attacco a Ratzinger": la presentazione di Andrea Tornielli

Mons. Fellay: i colloqui fra i Lefebvriani e la Santa Sede vanno avanti (Izzo)

Il mondo unito nel ricordo dei 100 anni dalla nascita di Madre Teresa di Calcutta

De Rita: Cattolici senza rappresentanza politica (Politi)

In preghiera dal Papa un anno dopo la tragedia (Repubblica)

Inghilterra: un manuale tascabile sulla visita del Papa (Radio Vaticana e Sir)

“Desiderare Dio. Chiesa e post-modernità”: l'intervento del card. Scola al Meeting di Rimini

Chierichetti di Malta per il servizio liturgico a San Pietro (Francis Bonnici)

Mons. Fellay smentisce mons. Williamson: pettegolezzi e dicerie (Messainlatino)

Movimenti cattolici divisi dopo il caso Boffo (Vecchi)

Appello del Pontefice sulla Somalia «Ristabilire il rispetto dei diritti umani»

Nuovo motu proprio per riaccogliere i Lefebvriani? Mons. Fellay smentisce Williamson (Wdtprs)

Nuovo istituto tradizionale in Brasile (Messainlatino)

I vaticanisti Andrea Tornielli e Paolo Rodari denunciano: il Papa è sotto attacco perchè vuole cambiamenti (Izzo)

Il Papa consola un uomo la cui moglie suicida ha ucciso i loro due figli (Zenit)

I tre nemici del Papa. "Attacco a Ratzinger" di Paolo Rodari e Andrea Tornielli (Massimo Introvigne)

Il Papa: S. Agostino per i non credenti: non abbiate paura della Verità (AsiaNews)

Errore grave in un articolo di Avvenire: i vescovi irlandesi Raymond Field e Eamonn Walsh non sono stati accusati di avere insabbiato casi di abuso

Mons. Martin afferma che lo scandalo dei preti pedofili non è un'invenzione dei media. Il Papa lo ripete da anni...

George Weigel sul viaggio del Papa in UK: quando il compromesso vince sulla tradizione apostolica. Il declino della chiesa anglicana

Il Papa accetta le Chiavi della Città. Accolta l'onorificenza di Manoppello: «Pontefice legato al Volto Santo» (Teti)

Al Meeting di Rimini, la riflessione del primate d'Irlanda, mons. Martin, sulla figura del prossimo Beato, il cardinale John Henry Newman

Il cardinale Cordes e gli aiuti del Papa al Pakistan: la nostra solidarietà guarda alle esigenze del corpo ma anche alle necessità dello spirito

Attacco a Ratzinger. Un libro-choc dei vaticanisti Rodari e Tornielli sulla campagna fuori e dentro i Sacri Palazzi contro Benedetto XVI (Galeazzi)

Il Papa: paradossale che si indichi il relativismo come valore guida (Izzo)

Il Papa: non cessare mai di cercare la Verità (Sir)

Il Papa: "Le creature debbono tacere se deve subentrare il silenzio in cui Dio può parlare. Questo è vero sempre anche nel nostro tempo: a volte si ha una sorta di timore del silenzio, del raccoglimento, del pensare alle proprie azioni, al senso profondo della propria vita, spesso si preferisce vivere solo l’attimo fuggente, illudendosi che porti felicità duratura; si preferisce vivere, perché sembra più facile, con superficialità, senza pensare; si ha paura di cercare la Verità o forse si ha paura che la Verità ci trovi, ci afferri e cambi la vita, come è avvenuto per sant’Agostino" (Catechesi)

Il Papa: non si risparmino gli sforzi per la pace e la giustizia in Somalia (Izzo)

L’arcivescovo di Dublino spiega perché Newman e B-XVI possono rifondare la fede in occidente (Vietti)

Visto che il suo Pontificato è destinato a lasciare un segno, si sono moltiplicati gli attacchi contro Benedetto XVI (Tornielli e Rodari)

Il linguaggio post-televisivo del Papa (Filippo Di Giacomo)

Cortina InConTra 2010 - Peccato - Pedofilia, assetti interni, finanze: la Chiesa è nell'occhio del ciclone: video integrale
________________________________

Scola al Meeting: «Dobbiamo risvegliare la nostalgia di Dio»

Dal nostro inviato a Rimini Paolo Viana

Patriarca Scola, Il Meeting sostiene che il nostro cuore desidera cose grandi; ma l’uomo postmoderno, secolarizzato, laicizzato, può davvero desiderare Dio?

Il desiderio umano - ci risponde il Patriarca di Venezia al termine dell’incontro su Chiesa e postmodernità seguito da migliaia di persone - è il tendere di tutto il mio io all’incontro con il mondo reale. Possiamo tendere a obiettivi fallaci ma, come Agostino scrive, "Tu ci hai creati per te ed il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te". Cuore è la parola giusta per dire desiderio: permette di volgerci con affetto a ciò che non si possiede, alle "cose grandi" richiamate dal Meeting, e nulla vi è di più grande di Dio, al punto che non si trova pace finché non si riposa in Lui. Ogni altro desiderio che tesse la trama quotidiana dell’umana esperienza - il desiderio di avere la vita salva, di amare e di essere amato, di edificare la città - rinvia "più in là".

La tradizione giudaico-cristiana è stata di fatto rinnegata dall’Unione europea e in Italia periodicamente si riapre la guerra sui crocifissi nelle aule scolastiche. Per la società, come si diceva una volta, Dio è morto?

Fino a quindici anni fa si parlava dell’eclissi di Dio ma nella post-modernità, che si è aperta con la caduta dei muri, la domanda oggi non si pone più termini "Esiste Dio?" ma "Come averne notizia?". Per parlare di Dio all’uomo post-moderno occorre domandarsi se c’è una "familiarità" con lui e io ritengo che la convinzione che Dio si è fatto conoscere e si è reso familiare perché si è compromesso con la storia degli uomini sia nel DNA della mentalità occidentale. Per questo, puntualmente, riaffiora nel reale la grammatica attraverso cui il Dio che si è coinvolto con la storia continua a darci notizia della sua presenza tra noi. Diceva Wojtyla: "Eppure esiste qualcosa che può essere chiamato esperienza comune dell’uomo".

Quindi è possibile parlare di Dio anche alla politica?

Il politico - come tutti - deve guardarsi dal rischio di inseguire gli idoli. Elliot diceva che gli uomini si illudono di poter costruire sistemi così perfetti che evitino loro di essere buoni.

Il federalismo rientra tra questi?

Il federalismo è buona cosa se è un metodo, perché allora non può rompere l’unità del Paese ma solo valorizzarla. Ci vogliono però dei momenti di verifica: un metodo è valido se è efficace, se consente all’economia di ottenere il massimo risultato con i minimi mezzi, e se rispetta i criteri di giustizia. Il Nord non può crescere a scapito del Sud ma l’egualitarismo spesso provoca ingiustizie.

Il respingimento degli immigrati è un’ingiustizia?

Paolo VI definì la Chiesa una realtà etnica sui generis: l’accoglienza rappresenta un dovere per noi, ma i soggetti in campo sono almeno tre. Oltre alla Chiesa che pratica la carità, ci sono le istituzioni che devono dare una risposta organizzata al fenomeno, risposta che dev’essere europea e prevedere anche dei limiti. Evitiamo scontri tra rigidisti e buonisti: la responsabilità del governo è oggettiva, così come la Caritas ha il dovere di prendersi cura anche dei clandestini, nel rispetto delle leggi. Il terzo soggetto è la società civile, ancora forte e vitale checchè dicano certi politologi. L’Italia ha la più ricca e articolata società civile dell’Europa: è lì che deve avvenire l’integrazione.

Se tutto è così semplice e chiaro, perché non riusciamo a "desiderare cose grandi"?

La difficoltà principale sta in questo: la nostra epoca è contraddistinta da un individualismo psicologico e sociale di vasta portata che rende fragili i rapporti umani, specialmente la trasmissione del significato della vita tra le generazioni. Nel post-moderno l’individualismo è inteso in senso neutro, né buono né cattivo, è meccanica ed ossessiva attenzione al valore singolare dell’uomo come singolo autonomo e separato.

Con quali conseguenze sociali?

Il fatto che in Occidente l’età della morte si sia elevata di molto e in breve tempo ha fatto sì che il figlio sia diventato il prodotto di una riduttiva aspirazione soggettiva e ciò ha riformulato la percezione che le persone hanno di se stesse: non si sentono più chiamate a far parte della catena delle generazioni, ma anzitutto a realizzare la propria autonomia; non si considerano più responsabilmente inserite in un tessuto di compiti e doveri, ma in una trama di voglie e aspirazioni.

Il quoziente famigliare aiuterebbe a raddrizzare la rotta?

L’idea che sta dietro il quoziente famigliare rappresenta un’istanza sacrosanta: o questo Paese si decide a darsi una politica famigliare veramente preveggente oppure ci renderemo responsabili di un’involuzione sociale molto pericolosa perchè la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna aperto alla vita è la base per ricostruire il Paese. Certo, il crollo degli assoluti mondani renderà più evidente il vuoto dell’individualismo e sarà soprattutto su questo terreno che prenderà forma la proposta della familiarità di Dio con noi, che potrà fiorire solo grazie alla paziente ricostruzione di relazioni buone e pratiche virtuose. Non se ne esce facendo geremiadi, servono testimoni che risuscitino la nostalgia di Dio - la santità -. E la Chiesa - al di là dei limiti del suo personale - è il popolo dei testimoni.

Proprio qui, a Rimini, nel 2004 con l’incontro Bignardi-Cesana il laicato cattolico ha ritrovato la sua unità. Ora c’è chi sostiene che il clima sia cambiato e parla di un nuovo dualismo progressisti-conservatori. Cosa ne pensa?

Negli ultimi sei-sette anni, dopo il grande sforzo di Giovanni Paolo II e le riflessioni ecclesiologiche di Benedetto XVI, la situazione all’interno della Chiesa è prevalentemente orientata all’unità: le chiese locali adottano uno stile di collaborazione e la consulta dei laici è un luogo di incontro per tutti. Quello tra Bignardi e Cesana non era un incontro simbolico, rappresentava un indirizzo preciso: la pluriformità dentro l’unità ecclesiale. E quell’unità regge ancora. Diverso il discorso sulla presenza dei cattolici in politica, ma proprio chi ci richiama spesso a tenere ben distinti i due ambiti non dovrebbe fare confusione...

In politica i cattolici che militano nei diversi schieramenti possono desiderare cose grandi insieme?

Chi si impegna in politica deve dimostrare che la fede nel Dio incarnato incide anche nella vita quotidiana, dalla sessualità alla edificazione di una società plurale, alla bioetica, temi da affrontare in confronto con gli altri soggetti che animano la società plurale. E qui deve iniziare una nuova stagione dell’impegno politico, come quella auspicata dal Papa e dal cardinal Bagnasco. Servono meno adulti chierichetti dietro l’altare e più adulti coscienti della propria fede nella realtà politica, economica e sociale del nostro Paese.

© Copyright Avvenire, 26 agosto 2010 consultabile online anche qui.

Nessun commento: