giovedì 31 dicembre 2009

La pace comincia nel nostro cuore: così il Papa per la Messa nella Giornata Mondiale della Pace. Intervista con il cardinale Martino (Radio Vaticana)


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La pace comincia nel nostro cuore: così il Papa per la Messa nella Giornata Mondiale della Pace. Intervista con il cardinale Martino

Benedetto XVI presiederà, domani alle ore 10 in San Pietro, la celebrazione della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, nella 43.ma Giornata Mondiale della Pace sul tema “Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato”. Con il Santo Padre concelebrano, tra gli altri, i cardinali Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, e Renato Raffaele Martino, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Il servizio di Alessandro Gisotti:

“La pace comincia nel nostro cuore e la si può portare al prossimo solo quando siamo riconciliati con Dio e con i fratelli”: Benedetto XVI introdurrà con queste parole la celebrazione di domani, che lega la divina maternità di Maria “ai doni insostituibili della pace e della riconciliazione per un mondo ferito dai conflitti e dagli egoismi”. Un anelito di pace testimoniato anche dalla partecipazione alla Messa di bambini e adulti provenienti dal Libano, che presenteranno dei doni e leggeranno le intenzioni di preghiera dei fedeli. Si pregherà in diverse lingue, dallo spagnolo al cinese, dal polacco al tedesco. Tra le intenzioni di preghiera anche un pensiero speciale ai responsabili dei popoli e delle nazioni, “perché illuminati dalla luce di Betlemme, cerchino il dono della pace in un mondo ferito, proteggano la vita e la famiglia e promuovano la responsabilità verso i doni della creazione”.

Il tema scelto dal Papa per la Giornata Mondiale della Pace di domani è dunque incentrato sulla protezione del creato. Una dimensione “ecologica” della pace sulla quale si sofferma il cardinale Renato Raffaele Martino, intervistato da Luca Collodi:

R. – La pace, sappiamo tutti noi cristiani, è un dono che il Signore ci fa, ma è un dono che richiede una nostra responsabilità, perché dobbiamo coltivare la pace. Quest’anno il Papa ci dà un suggerimento molto bello, perché ci situa nell’ambiente in cui viviamo, che noi cristiani chiamiamo “Creazione”. Quindi, la Creazione è un dono di Dio a tutti quanti, è un dono che noi dobbiamo sì usare, ma di cui non dobbiamo abusare. Noi siamo gli amministratori di quello che il Signore ci dà e dobbiamo ricordarci che dobbiamo trasmetterlo alle generazioni future e questo è importante. Purtroppo, se vediamo gli abusi, gli scempi che molte volte la mano dell’uomo compie sul Creato, nell’ambiente, dobbiamo dire che questa responsabilità non è amministrata coscienziosamente.

D. - Il mancato rispetto del Creato può essere oggi occasione di guerra, di scontro tra Paesi, tra uomini?

R. – Certo, lo vediamo quando si fa un uso improprio delle risorse naturali e questo può essere ed è causa di conflitto. Quanti enti statali e non statali, fanno di tutto per appropriarsi delle risorse dei Paesi poveri. Questo è un uso improprio e non rispettoso del diritto di tutti.

D. – Il Creato però sembra quasi ribellarsi all’uomo. E’ il caso ad esempio della Toscana, che in queste ore sta lottando con una grave alluvione tra Pisa e Viareggio. Ci sono state molte altre situazioni quest’anno...

R. – Il Papa nel messaggio per la Giornata mondiale della pace ci esorta a cambiare gli stili di vita. Questo vuol dire che gli stili che abbiamo adottato e che abbiamo esercitato fino adesso sono irresponsabili, non consentono un rispetto del Creato, dell’ambiente, e naturalmente se dobbiamo cambiare questi stili di vita, noi dobbiamo insegnarli anche alle nuove e future generazioni. Quindi, mettere l’accento sul ruolo della famiglia di educare i bambini al rispetto dell’ambiente.

D. – La tutela del’ambiente passa attraverso l’ecologia...

R. – Un rispetto non solo formale ma pratico, quindi questo si traduce nelle leggi che si adottano in ogni Paese per regolare l’uso delle risorse naturali. E’ importante che tutti i cittadini seguano queste cose. Non lasciamo decidere solamente ai politici. La Dottrina sociale della Chiesa ci insegna che il cristiano non è chiamato solamente a votare il giorno delle elezioni, ma deve vivere gli insegnamenti sociali della Chiesa nella vita di tutti i giorni.

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