martedì 12 gennaio 2010

Il discorso del Papa al Corpo diplomatico: Le radici della libertà (Riccardo Moro)


Vedi anche:

La persecuzione dei Cristiani nel mondo: raccolta di articoli

E' la dignità dell’uomo il baluardo della pace e dell'ambiente: i commenti al discorso del Papa al Corpo diplomatico (Radio Vaticana)

Immigrati, Mons. Schettino: Non condivido l'analisi dell'Osservatore Romano. Razzismo? No, è una lotta tra poveri

La forza delle parole del Papa sta nella loro evidenza di verità. Non urlata, ma testimoniata con forza mite (Brunelli)

Mons. Casmoussa denuncia la serie di violenze per scacciare i cristiani dall'Iraq e ringrazia il Papa per le sue parole in difesa

In libreria «Sant’Agostino spiegato dal Papa». Per Benedetto XVI, Agostino è come uno specchio che riflette anche una parte di sé (Vigini)

Anno Sacerdotale, card. Ruini: I preti sono chiamati ad essere loro per primi dei "credenti sul serio" (Sir)

La Chiesa ed i problemi dell'immigrazione: il commento di Luigi Accattoli

Il Papa diplomatico. Così il Papa invoca la difesa dei Cristiani in medio oriente e del Cristianesimo in occidente (Rodari)

Melloni: Bonino su, Ruini giù (Rodari)

Il discorso del Papa al Corpo Diplomatico: non si può amare a metà l'opera del Padre (Cardia)

Benedetto XVI ai diplomatici: tre leve per sollevare il mondo (Magister)

La denuncia di Benedetto XVI: violenze in Iraq, Egitto e Pakistan. In Occidente ostilità verso la religione (Bobbio)

Il Papa: Le sorti dell’umanità sono ancora segnate dalla «drammatica crisi che ha colpito l’economia mondiale» (Tornielli)

IL FONDAMENTO DEL RISPETTO DELL'ALTRO SECONDO BENEDETTO XVI: tener fede alle promesse battesimali. Una riflessione di Maria

Il Papa: «I cristiani sono in pericolo. Tutelare il creato esigenza morale» (Gagliarducci)

Il Papa: Ogni migrante è un essere umano che va sempre rispettato, aiutato, mai sfruttato (La Rocca)

Vian: l'articolo dell'Osservatore non vuole essere un atto d'accusa all'Italia o agli italiani (Adnkronos)

Il Papa visita Etchegaray. Rilasciata dall'ospedale la donna dell'aggressione (Vecchi)

Il Battesimo amministrato dal Papa: una doppia benedizione (Zenit)

Aiart: I mass media a volte contribuiscono a svilire il messaggio cristiano (Sir). Solita bagarre su raiuno

Vita e ambiente tra i temi del discorso del al Corpo diplomatico (Sir)

Nella Chiesa Universale, l'Eucarestia diventa Universale con una lingua: il Latino (Roberto Pepe)

Gli italiani e il razzismo: Tammurriata nera (Osservatore Romano)

L'Osservatore Romano: "Nel 2010 gli italiani sono ancora razzisti" (Il Giornale). Cerchiamo di non esagerare e di non generalizzare!

«Ospitalità» e «legalità», i due fronti nella Chiesa (Vecchi)

Il Papa: "La Chiesa è aperta a tutti, perché – in Dio - esiste per gli altri! Pertanto essa partecipa intensamente alle sorti dell’umanità, che in questo anno appena iniziato, appare ancora segnata dalla drammatica crisi che ha colpito l’economia mondiale e ha provocato una grave e diffusa instabilità sociale" (Discorso al Corpo Diplomatico)

Ed ecco a voi la vera riforma del Papato ratzingeriano. Intervista al cardinale Cañizares. Il culto e la banalizzazione postconciliare (Rodari)

Giovedì il vescovo di Evreux si è recato a Parigi per conferire col Nunzio Apostolico (Messainlatino)

Se dai pulpiti piove uggiosa insignificanza, dalle pagine dei giornali, con gli articoli di certi soloni, diluvia il tedio: Socci risponde a Zizola

Cattolicesimo, il nuovo capro espiatorio. Dal caso Williamson all'Aids: perchè sparare sulla Chiesa è uno degli sport più diffusi? (Armogathe)

NOTA INTERNAZIONALE - Le radici della libertà

Il discorso del Papa al Corpo diplomatico

Riccardo Moro

L’11 gennaio il Papa ha incontrato il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, per la presentazione degli auguri per il nuovo anno. È questa l’occasione per ribadire agli Stati, per il tramite degli ambasciatori, il tema contenuto nel messaggio per la Giornata mondiale della pace del 1° gennaio. Se il messaggio, diffuso ogni anno nel mese di dicembre, ha un obiettivo pastorale e più generalmente politico, il discorso al Corpo diplomatico di gennaio è diventato negli anni occasione per esaminare più tecnicamente, alla luce del messaggio, minacce e opportunità per la pace nell’anno a venire. Così anche nel discorso di quest’anno non sono mancati riferimenti alla relazione tra ambiente e pace, tema della Giornata della pace 2010, e l’indicazione di alcune situazioni che offrono speranze, come la ripresa dei rapporti fra Armenia e Turchia, e delle tensioni più preoccupanti. Fra le tensioni il Papa ha citato le violenze di cui sono stati vittime i cristiani in alcune aree del mondo. Il Papa ha parlato dei fatti che hanno colpito i cristiani copti egiziani, delle preoccupanti violenze in Pakistan, che non hanno riguardato solo i cristiani, e delle fatiche in Medio Oriente. Accanto a queste preoccupazioni ha formulato l’invito ad una laicità che “fondata su una giusta autonomia tra l’ordine temporale e quello spirituale, favorisca una sana collaborazione e un senso di responsabilità condivisa”.
Già in passato il Papa aveva insistito sulla libertà religiosa come condizione per la pace, suscitando qualche malumore. Quando si tocca questo tema esiste in effetti il pericolo di fraintendimenti. Credenti e non credenti corrono il rischio di affrontarlo come una questione di potere, quasi che in gioco ci sia la competizione di una comunità organizzata contro l’altra nell’orientare e gestire la cosa pubblica, magari a discapito dell’altra. E chi, proprio per rispetto del diritto di ogni convinzione ad esprimersi, crede nella laicità delle istituzioni si trova spesso a disagio ad ascoltare rivendicazioni a volte davvero sopra le righe.
In realtà quando la vita è minacciata per il solo fatto di professare una religione, come purtroppo tuttora avviene, è naturale alzare la propria voce in difesa della libertà religiosa. Ma ciò che è importante non è solo o tanto sostenere il diritto di una comunità a professare, quanto riflettere sul significato più profondo della libertà religiosa.
La fede, con la conseguente pratica religiosa, è uno degli atti più alti che la persona umana possa compiere. Non lo diciamo perché siamo credenti, ma perché la fede è risposta alla domanda sul significato della propria vita. Quando l’uomo risponde alla domanda di senso è più pienamente se stesso, quale che sia la risposta che declina. Rispondendo compie l’atto più rilevante della sua vita. Alla sua luce orienta le sue azioni e colora le sue passioni e i suoi sentimenti. Spesso occorre tutta la vita per costruire e riconoscere una risposta sensata. A volte non basta tutta la vita per superare i dubbi. Una civiltà che consente pieno esercizio e piena espressione di questo atto permette all’uomo piena dignità. Una civiltà che glielo neghi gli nega contemporaneamente la dignità.
Quando questa libertà è stata difesa, gli uomini, singolarmente e comunitariamente, hanno contribuito a migliorare la civiltà di cui hanno fatto parte. Quando è stata negata, vuoi dalle istituzioni pubbliche, vuoi dai divieti originati dalla stessa pratica religiosa degenerata, non vi è contributo positivo alla civiltà, ma violazione della dignità umana. Avviene tutte le volte che si uccide in nome della fede, negando il diritto ad una professione diversa. Avviene tutte le volte in cui si nega pari dignità fra uomini e donne. Avviene ogni volta che si nega il diritto a contribuire ad un dibattito solo perché credenti.
Per questo ha senso parlare di libertà religiosa parlando di pace. Davvero non è questione di confronto tra comunità organizzate in competizione fra loro. Immaginare la Città di Pietro competere con la Città dell’Uomo è caricaturale. Costruire la Città dell’Uomo, col contributo di tutte le fedi, tutta la scienza e tutti i dubbi, è modo concreto per servire l’uomo e, con testardaggine e pazienza, costruire la pace.

© Copyright Sir

Nessun commento: