mercoledì 20 gennaio 2010
Il Papa: in seminario capii che “Cristo era più forte della tirannia” (Zenit)
Vedi anche:
Lunedì scorso: lefebvriani e vescovi francesi, tutti in Vaticano (Messainlatino)
Colloqui dottrinali fra Santa Sede e Lefebvriani: la seconda riunione si è tenuta, nel massimo riserbo, lunedì 18 gennaio (I. Media)
Se anche Benedetto XVI e Pio XII diventano vittime del pregiudizio: monumentale commento di Bernard-Henri Levy
Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente: abbattere i muri fra i popoli e fra le religioni (Izzo)
Il Papa conversa con il biblista e rabbino statunitense Jacob Neusner (Jesús Colina)
I vescovi francesi preoccupati per "l'intraprendenza" dei tradizionalisti
Un prete gli salvò la famiglia, ma lui ce l'ha con Pio XII. La lacerazione interna al mondo ebraico indebolisce i rapporti con i Cattolici (Laporta)
Il Papa: “Sapevamo che Cristo era più forte della tirannia, del potere dell'ideologia nazista e dei suoi meccanismi di oppressione” (Sir)
Il rabbino Neusner: Il Papa in sinagoga? Un evento grandioso. E Benedetto ha confidato all'amico ebreo di avere terminato il secondo volume su Gesù
Il Papa ricorda la sua giovinezza: "Nella biografia della mia vita - nella biografia del mio cuore, se così posso dire - la città di Frisinga ha un ruolo molto speciale. In essa ho ricevuto la formazione che da allora caratterizza la mia vita. Così, in qualche modo questa città è sempre presente in me e io in lei" (Commovente discorso in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria di Frisinga)
Chi è il nuovo Arcivescovo di Bruxelles (Messainlatino)
Shoah, Letta: in sinagoga gesto storico di elevatissimo significato morale e simbolico del Papa verso i superstiti
Il silenzio degli altri. Da Croce alla Resistenza, Pigi Battista smaschera tutte le bocche cucite sul destino degli ebrei (Crippa)
A Bruxelles arriva Mons. Léonard che difese il Papa dal Parlamento (Rodari)
La visita del Papa in sinagoga è stata un successo, altroché (Giorgio Israel)
Shalóm per sempre: il commento di José Luis Restán
Il Papa non beatifica chi è contro gli ebrei. Il rinvio del decreto su Pio XII ed il blocco della beatificazione di Dehon già decisa da Wojtyla
Pio XII e Benedetto XVI, due grandi Papi. La riflessione di Roberto Pepe
Golias: "Benedetto XVI fischia la fine della ricreazione conciliare" (Messainlatino)
Ebrei e Cristiani, una disputa (e un mistero) in famiglia. Il commento di Vittorio Messori
Visita in sinagoga, esponenti del Vaticano: Dialogo coraggioso e franco nelle difficoltà. Di Segni: il Papa poteva dire di più su Pio XII (Corriere)
Da Israele agli Usa, l’occasione perduta dei media ebraici (Bernardelli)
Il rispetto e la diffidenza per il Papa tedesco (La Nazione)
Visita in sinagoga, i mass media e Benedetto XVI: l'ennesima occasione perduta (Raffaella)
Il Papa in sinagoga e una frase che ha scelto con cura per cancellare le ombre del passato (La Rocca)
Il Papa in sinagoga. Una svolta nel dialogo fra cattolici ed ebrei (Massimo Introvigne)
Il Papa: in seminario capii che “Cristo era più forte della tirannia”
Nel discorso per il conferimento della cittadinanza onoraria di Frisinga
CITTA' DEL VATICANO, martedì, 19 gennaio 2010 (ZENIT.org).
La desolazione scavata dal nazismo, la voglia di rinascita nel dopoguerra e la certezza che la tirannia può essere sconfitta da Cristo: sono questi i sentimenti legati agli anni della formazione in seminario rievocati con commozione da Benedetto XVI nel ricevere, il 16 gennaio scorso, la delegazione della città tedesca di Frisinga, giunta in Vaticano per conferire al Papa la cittadinanza onoraria.
Durante l'incontro il Papa ha ricordato il profondo legame che lo lega a questa città, inserita nel territorio dell'arcidiocesi bavarese da lui guidata dal 1977 al 1982, prima di essere nominato da Giovanni Paolo II Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
Un legame speciale richiamato anche dalla scelta di Joseph Razinger di inserire nello stemma episcopale e poi in quello pontificio i simboli del “Moro di Frisinga” - la testa di moro coronata ritratta nel suo profilo sinistro, usata da tutti gli Arcivescovi di Monaco e Frisinga, a partire dal 1817 anno del 'Concordato Bavarese', che segna l’atto di nascita della Arcidiocesi - e dell’ “Orso di San Corbiniano”, che si riferisce a una leggenda relativa al Vescovo Corbiniano, giunto da Arpajon, nei pressi di Parigi, intorno al 724 per annunciare il Vangelo nell’antica Baviera.
Nel suo discorso improvvisato il Papa ha parlato di quando, il 3 febbraio 1946, il seminario di Frisinga riaprì le sue porte, dopo una lunga attesa, a un gruppo di aspirati al sacerdozio.
Allora, una parte della casa era stata adibita a ospedale militare per prigionieri di guerra stranieri, che erano lì ricoverati in attesa di essere rispediti in patria, ma nonostante la mancanza di comodità si viveva una sorta di euforia, ha raccontato Benedetto XVI.
“Eravamo in dormitori, in sale per gli studi e così via, ma eravamo felici – ha affermato –, non solo perché finalmente sfuggiti alle miserie e alle minacce della guerra e del dominio nazista, ma anche perché eravamo liberi e soprattutto perché eravamo sul cammino al quale ci sentivamo di essere chiamati”.
“Sapevamo che Cristo era più forte della tirannia, del potere dell'ideologia nazista e dei suoi meccanismi di oppressione – ha quindi sottolineato –. Sapevamo che a Cristo appartengono il tempo e il futuro, e sapevamo che Egli ci aveva chiamati e che aveva bisogno di noi, che c'era bisogno di noi”.
“Sapevamo che la gente di quei tempi mutati ci attendeva, attendeva sacerdoti che arrivassero con un nuovo slancio di fede per costruire la casa viva di Dio”.
Sono poi venuti gli anni della Scuola superiore di filosofia e di teologia di Frisinga – che lo vedrà successivamente come docente di teologia dogmatica e fondamentale -, dove gli insegnanti “non erano solo studiosi, ma anche maestri, persone che non offrivano solamente le primizie della loro specializzazione, ma persone alle quali interessava dare agli studenti l'essenziale, il pane sano di cui avevano bisogno per ricevere la fede da dentro”.
Benedetto XVI ha quindi richiamato il giorno della sua ordinazione sacerdotale insieme con il fratello Georg, avvenuta nel Duomo di Frisinga il 29 giugno 1951, e alle sensazioni provate nel rimanere sdraiato sul pavimento davanti all’altare, durante l'invocazione dei santi con il canto delle litanie.
“Quando sei lì, supino, sei consapevole una volta di più della tua miseria e ti chiedi: ma sarai poi veramente capace di tutto ciò?”.
Poi l'imposizione delle mani da parte dell'anziano Cardinale Faulhaber “e la consapevolezza che è il Signore a porre le mani su di me e dice: appartieni a me, non appartieni semplicemente a te stesso, ti voglio, sei al mio servizio; ma anche la consapevolezza che questa imposizione delle mani è una grazia, che non crea solo obblighi, ma che è soprattutto un dono, che Lui è con me e che il suo amore mi protegge e mi accompagna”.
Infine la memoria del Papa si è fermata sui tre anni e mezzo trascorsi assieme ai genitori nell'appartamento situato nel Lerchenfeldhof, che “hanno fatto sì che sentissi Frisinga veramente come ‘casa mia’”.
Il Pontefice ha quindi richiamato le torri della città che svettano dal Domberg, l'altura sulla quale sorge il Duomo, e che “indicano un’altitudine diversa da quella alla quale possiamo assurgere con l’aereo: indicano l’altitudine vera, quella di Dio, dalla quale proviene l’amore che ci fa diventare uomini, che ci dona il vero ‘essere umani’”.
All'inizio dell'udienza, secondo quanto riportato da “L'Osservatore Romano”, il sindaco di Frisinga, Dieter Thalhammer, ha salutato Benedetto XVI a nome dei presenti, citando Thomas Mann, il quale diceva che “un abitante di Frisinga non è solo uno che vi è nato. Abitanti di Frisinga sono quanti con la vita e con le opere sono legati a essa e nutrono per essa stima e apprezzamento”.
“In questo senso - ha aggiunto -, lei è un abitante di Frisinga”.
Il sindaco ha quindi informato il Papa che, a ricordo del conferimento della cittadinanza onoraria, sarà collocata nel cortile del Duomo un'opera in bronzo.
© Copyright Zenit
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento