martedì 19 gennaio 2010

Pio XII e Benedetto XVI, due grandi Papi. La riflessione di Roberto Pepe


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Riceviamo e con piacere pubblichiamo la seguente riflessione di Roberto Pepe, che ringraziamo:

Pio XII e Benedetto XVI, due grandi Papi

Il vero problema di fondo lo riassume il rabbino britannico David Rosen, (direttore internazionale per gli affari interreligiosi dell’American Jewish Committee: “L’atteggiamento di Israele verso il Vaticano è “oltraggioso”, a proposito delle relazioni fra Israele e la Santa Sede”.
Afferma, infatti, per chiarire bene il concetto assurdo in cui ritrova attualmente il rapporto diplomatico tra Vaticano e Israele, che “ogni altra nazione avrebbe minacciato il ritiro del suo ambasciatore molto tempo prima, per il modo in cui Israele non onora gli accordi”
La visita del Papa, alla Sinagoga romana, si sa, è stata preceduta da polemiche imperniate sulla decisione di Benedetto XVI di avviare le “pratiche” per una beatificazione di Pio XII. Ma, mentre alcune personalità del mondo ebraico accusano quel Papa di “silenzio” nei confronti dell’Olocausto, molte altre ringraziano invece lo stesso Papa, che con la sua opera, ha salvato centinaia di migliaia di ebrei dallo sterminio.
Il fatto è che, mentre quelle azioni di salvataggio di migliaia di ebrei, effettuate tutte con il pericolo di vita incombente, sono tutte dimostrate, comprovate e ricordate addirittura dagli stessi interessati, il presunto silenzio è solo evocato come un non-fatto accaduto…
Come se si volesse assurdamente condannare qualcuno, non solo già assolto dai dati di fatto, ma che addirittura operò in aiuto di quei testimoni, con solo ipotesi ed illazioni su di un qualcosa di presunto che si sarebbe dovuto “dire” allora e che, oggi, si reputa una grave mancanza indispensabile, tale da infangare il ricordo dell’operato di quella Santa persona. Ma, parliamoci chiaro: Indispensabile a cosa? A che fine?
Ma, ammettiamo pure che Pio XII avesse fatto un proclama con il quale avesse condannato la deportazione degli ebrei, quali conseguenze e ritorsioni ci sarebbero state non solo per i cattolici o per gli ecclesiastici, ma per tutti quelli che, giocando al buio, di nascosto e nel silenzio, aiutavano proprio gli ebrei a mimetizzarsi nella società romana?
Per caso, pensate veramente che i nazisti avrebbero avuto paura di entrare dentro i conventi, nelle chiese e valicare il sacro confine dello Stato del Vaticano? O è più logico, invece pensare che questi signori aspettassero proprio qualche intemperanza cattolica per eliminare per rappresaglia anche quei rifugi “extra-territoriali” dei luoghi sacri per trasformarli in bivacchi delle soldatesche? Forse non tutti-tutti i militari tedeschi avevano la mentalità della germanica gestapo (alcuni erano perfino alto-atesini) e forse qualcuno faceva pure finta di non vedere e di non sentire,… in assenza di veri ordini tassativi specifici, ma certo, se il Papa avesse dimostrato un accanimento politico avverso al nazismo di caratura internazionale, certamente avrebbero messo a tacere la questione definitivamente, dietro un deciso ordine dall’alto, molto, ma molto semplicemente e velocemente!
Ammettiamo ora, invece, quello che effettivamente sarà successo e cioè che il Pio XII sia stato ricattato psicologicamente e che gli sia stato fatto capire: noi non tocchiamo Voi e i vostri piccoli traffici… basta che non facciate proclami al mondo, -domando- ha fatto bene o male a sottacere il dramma?
Valeva la pena che il Papa facesse l’eroe per sé stesso e guadagnarsi gli allori del martire di fronte al mondo, a scapito della sicura catastrofica reazione nazista, a questo punto, non solo contro i soli ebrei, ma anche nei confronti del popolo romano di cui il Papa è anche vescovo?
Una istintiva reazione, io penso, che sarebbe stata nella norma umana, ma gestire nel silenzio il dolore per permettere un benché piccolo aiuto ai bisognosi nell’ombra è dei Santi.
Mi dica qualche insoddisfatto rabbino: ma che se ne faceva l'ebreo deportato nei carri bestiami il sapere che il Papa cattolico, però, aveva condannato e disprezzato l'azione dei tedeschi? Quale conforto spirituale avrebbe avuto, ammesso e concesso che l'avesse saputo...?
Certo adesso è facilissimo dire: Il Papa poteva fare di più; asserisco invece che è degli stolti mettersi a gridare, condannare o a sbraitare inutilmente, essendo già sicuri in partenza di non poter avere soddisfazione, non solo, ma avendo la certezza di subire una rappresaglia tremenda di ritorno: è vero esattamente l’opposto: l’astuzia, la falsa remissione ed il mercanteggiare, in questi frangenti si dimostra l’arma più potente dei più deboli e sottomessi, confermando la tesi che tale azione è stata vincente anche se una sola persona è stata salvata!
A me pare, comunque, che il fatto di Pio XII è montato e resta d’attualità, purtroppo, per mascherare questioni meramente politiche tra i due Stati del Vaticano ed Israele.
Il Rabbino Rosen sembra dare più importanza ai ritardi con cui l’Accordo fondamentale stipulato nel 1994 fra Santa Sede e Israele viene attuato da parte di Tel Aviv, secondo il quale patto : “Israele promise di riconoscere lo status delle istituzioni cattoliche in Israele l’esenzione fiscale delle proprietà vaticane in Israele”.
Ci risiamo: Israele dilaziona i tempi, perché vuol far pagare le tasse al Vaticano in Israele!

Roberto Pepe

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