martedì 19 gennaio 2010

Il Papa non beatifica chi è contro gli ebrei. Il rinvio del decreto su Pio XII ed il blocco della beatificazione di Dehon già decisa da Wojtyla


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Clicca qui per leggere il commento di Sandro Magister.
Di seguito pubblichiamo l'articolo di Gianni Cardinale.
Un vero peccato che queste verita' siano state scritte solo domenica, a poche ore dalla visita del Papa in sinagoga. Avevo infatti letto l'articolo ma ritenevo che ormai fosse tardi per mettere qualche puntino sulle "i" a proposito di Dehon. Mi ero ripromessa di segnalare il pezzo ieri, ma poi mi sono dimenticata.
Probabilmente nulla sarebbe cambiato se l'articolo fosse stato pubblicato la settimana scorsa, ma almeno molti Cattolici avrebbero avuto qualche elemento in piu' di chiarezza.
Non posso comunque non ringraziare Avvenire e Cardinale. Si continui su questa linea della verita', della coerenza e del mediaticamente non corretto
.
R.

Il Papa in Sinagoga, incontro alle radici della fede

Oggi la visita al Tempio Maggiore di Roma: un gesto nel segno del dialogo e dell’amicizia

Dopo Colonia e New York, l’Urbe: Benedetto XVI per la terza volta in un luogo di culto ebraico. Ma il rapporto di conoscenza e stima verso i «fratelli maggiori» precede l’elezione a pontefice e risale agli anni dedicati al lavoro teologico e, poi, alla guida della Congregazione per la dottrina della fede

DA ROMA GIANNI CARDINALE

Benedetto XVI visita oggi pomeriggio la Sinagoga di Roma e incontra la comunità ebraica della capitale, la più antica del mondo occidentale. Gesto storico ed eccezionale, ma non estemporaneo alla luce dei gesti e della sensibilità manifestata da Ratzinger nel corso del suo pontificato. Quello di oggi infatti è il terzo tempio ebraico che lo ospiterà, dopo le sinagoghe di Colonia e New York. Senza contare poi la commovente visita di Benedetto XVI ad Auschwitz.
Oltre al rapporto particolare di reciproca stima con il rabbino statunitense Jacob Neusner – che papa Ratzinger ha lungamente citato nel suo volume su Gesù di Nazaret. Ma l’atteggiamento di Benedetto XVI nei confronti del popolo ebraico è in perfetta continuità con quello manifestato dal professore e dal cardinale Ratzinger. «Nei suoi scritti e discorsi», ci ha detto il cardinale Jorge Maria Mejia a margine dell’intervista che pubblichiamo in questa pagina, «non si può trovare nulla che contraddica le aperture manifestate fin dal Concilio a cui partecipò come perito. Basta leggerli». In questo senso un testo paradigmatico può essere quello scritto dall’allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede sulla prima pagina dell’Osservatore Romano del 29 dicembre 2000, dopo alcune incomprensioni sorte per la beatificazione di Pio IX e la pubblicazione della dichiarazione D ominus Iesus. Ratzinger cominciò il suo articolo sottolineando che la storia della Salvezza «comincia con la fede di Abramo, Padre dei credenti, Padre anche della fede dei cristiani e per la fede nostro Padre». È «evidente che il dialogo di noi cristiani con gli ebrei si colloca su un piano diverso rispetto a quello con le altre religioni. La fede testimoniata nella Bibbia degli ebrei, l’Antico testamento dei cristiani per noi non è un’altra religione ma il fondamento della nostra fede. Perciò i cristiani – e oggi sempre più in collaborazione con i loro fratelli ebrei – leggono e studiano con tanta attenzione, come parte del loro stesso patrimonio, questi libri della Sacra Scrittura». Nell’articolo in questione il cardinale Ratzinger interveniva anche sul delicato problema dell’antigiudaismo cristiano.
«Anche se l’ultima esecrabile esperienza della Shoah – scriveva – fu perpetrata in nome di un’ideologia anticristiana, che voleva colpire la fede cristiana nella sua radice abramitica», ciò non «può negare che una certa insufficiente resistenza da parte di cristiani a questa atrocità si spiega con l’eredità antigiudaica presente nell’anima di non pochi cristiani».
È vero infine che non pochi ambienti ebraici – ma non tutti – hanno sostanzialmente disapprovato la decisione di Benedetto XVI di autorizzare la promulgazione del decreto sulle virtù eroiche di Pio XII.
Ma, è bene ricordarlo, tale decreto era stato predisposto dalla Congregazione vaticana competente già nel luglio 2007 senonchè – con un gesto più unico che raro – papa Ratzinger ne bloccò la pubblicazione predisponendo un supplemento di indagine.
Non solo. Giovanni Paolo II per l’aprile del 2005 aveva già fissato la data della cerimonia di beatificazione di padre Leone Dehon. Ebbene, uno dei primi atti del pontificato di Benedetto XVI – gesto anche questo più unico che raro – fu quello di rinviare sine die la beatificazione perché nel frattempo era stata segnalata la presenza di scritti del religioso francese considerati antisemiti.
Insomma, anche nel campo delle canonizzazioni Benedetto XVI si è dimostrato – nel rispetto della verità – sempre pieno di attenzione nei confronti della sensibilità del mondo ebraico.

© Copyright Avvenire, 17 gennaio 2010

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Impossibile che la Comunità ebraica non lo sapesse, a suo tempo se ne era parlato e molto. I dehoniani ne furono molto delusi (vedi http://www.ilregno.it/ew/ew_page/news/Benini%20-%20Dalla%20Zuanna.rtf).
Non dolerti per la dimenticanza, non sarebbe cambiato nulla.
Alessia

Maria R. ha detto...

Segnalate a poche ore.
Raffaella, ti meravigli ancora? Io ho lasciato quella cosa chiamata "stupore" sotto al letto. E anche da un pezzo.
Pero' lascia amarezza in bocca, questo si. Anche se reputo che abbia ragione Vian: si puo' dire quello che si vuole, alla fine, secondo me, non si risolverà nulla, sotto questo punto di vista.

Anonimo ha detto...

Dal Foglio:
La visita del Papa in sinagoga è stata un successo, altroché di Giorgio Israel
Alessia

Anonimo ha detto...

I dehoniani comunque nelle loro pubblicazioni chiamano il fondatore "beato"! E a dire il vero ne hanno ragione: una volta ottenuto il decreto delle virtù eroiche ed una volta approvato il miracolo... la cerimonia di beatificazione resta una formalità (altra cosa è la canonizzazione che impegna l'infallibilità pontificia)

Anonimo ha detto...

A proposito di silenzi:
Il silenzio degli altri
Da Croce alla Resistenza, Pigi Battista smaschera tutte le bocche cucite sul destino degli ebrei di Maurizio Crippa disponibile sul Foglio
http://www.ilfoglio.it/soloqui/4244
Alessia

Anonimo ha detto...

Il pezzo di Israel è sulla rassegna stampa di Tracce.
Alessia

Raffaella ha detto...

Grazie, Alessia, sei un angelo!

I dehoniani disubbidiscono al Papa se chiamano il loro fondatore beato.
R.