lunedì 18 gennaio 2010

Il Papa in sinagoga e i Cattolici. Quali passi nuovi ci chiede nel dialogo con il popolo della Promessa la giornata di ieri (Bernardelli)


Vedi anche:

Il Papa si è presentato in Sinagoga come l’umile successore dell’ebreo Pietro (Tornielli)

Visita del Papa alla sinagoga: il commento di Franco Cardini nell'intervista di Eleonora Barbieri

Visita in sinagoga, Il Papa tira dritto e non si fa processare (dell'Orefice)

VISITA DEL PAPA ALLA SINAGOGA DI ROMA: RASSEGNA STAMPA DEL 17 GENNAIO 2010

Il Papa: restano le ferite ma il dialogo va avanti. Benedetto XVI viene più volte applaudito (Izzo)

Rabbino Di Segni: Dialogo a rischio se Concilio in forse

Nella sinagoga di Roma il papa rilegge le "Dieci Parole". Anna Foa e Mordechay Lewy: anche l'ebraismo deve fare autocritica (Magister)

LA PUNTATA DELLA TRASMISSIONE DI LUCIA ANNUNZIATA: VIDEO INTEGRALE

Il Papa in sinagoga: il commento di Monteforte (Unità). Precisiamo (per i vaticanisti soprattutto!) alcuni punti essenziali prima della visita

Straordinario ed umilissimo discorso del Santo Padre

Il Papa: Ebrei romani strappati a loro case, straziati a Auschwitz

Il Papa in Sinagoga: "Sia sanata per sempre la piaga dell'antisemitismo"

Il Papa alla sinagoga di Roma: "Le piaghe dell'antisemitismo e dell'antigiudaismo possano essere sanate per sempre" (Discorso integrale)

Il Papa applaude in piedi i sopravvissuti a lager

Sulla Shoah, Benedetto XVI ha pronunciato le frasi forse più forti mai dette da un Papa, la condanna della «furia nazista» (Vecchi)

Rabbino Rosen: Israele oltraggioso con Vaticano. Su accordi bilaterali altro paese avrebbe ritirato ambasciatore (Haaretz)

GRANDIOSA LUCIA ANNUNZIATA :))

Il Papa: oggi nuova tappa del cammino di amicizia con gli ebrei. Dialogo maturo nonostante le difficoltà (Izzo)

Il Papa all'Angelus: la visita alla Sinagoga, un ulteriore passo di concordia tra cattolici ed ebrei. Appello per la tutela dei minori migranti

Il Papa: «Vado al Tempio Maggiore, nuova tappa nel cammino di amicizia» (Corriere)

Immigrati, il Papa: proteggere i bimbi da emarginazione e sfruttamento. Costante l'attenzione della Chiesa per i migranti (Izzo)

La rivista Azure da Gerusalemme: «Ratzinger è il miglior amico del popolo ebraico nella Chiesa» (Missionline)

VISITA DEL PAPA ALLA SINAGOGA DI ROMA:RASSEGNA STAMPA DEL 13, 14, 15 E 16 GENNAIO 2010 (SONO PRESENTI INTERVISTE E ARTICOLI PARTICOLARMENTE OFFENSIVI)

Dopo la visita

Il Papa in sinagoga e i cattolici

di Giorgio Bernardelli

Quali passi nuovi ci chiede nel dialogo con il popolo della Promessa la giornata vissuta oggi

I commenti a caldo sulla visita che il Papa ha compiuto oggi alla sinagoga di Roma si concentrano - come è ovvio che sia - sulle reazioni del mondo ebraico. E questa volta prevalgono decisamente le voci positive. C'è un rischio però: quello di leggere l'evento che si è consumato oggi a Roma come qualcosa che riguarda essenzialmente il rapporto tra Benedetto XVI e gli ebrei. Ci sono stati degli «incidenti» in questi anni, anche oggi tra le righe sono emersi i punti di vista diversi sulla vicenda di Pio XII, ma questa visita ha comunque rimesso le cose a posto.
Si tratta ovviamente di una lettura molto superficiale. E si fa davvero torto a ciò che invece è successo oggi se non ci si pone anche un'altra domanda: che cosa ha detto questo evento del 17 gennaio 2010 non tanto agli ebrei, ma a noi cristiani? Credo che sia su questo aspetto che il discorso di Benedetto XVI (clicca qui per leggere il testo integrale sul sito della Sala Stampa vaticana) ha espresso idee molto significative. Mi permetto allora di proporre - altrettanto a caldo - tre sottolineature.

1) La giornata vissuta oggi a Roma ci ha dato un'indicazione importante sullo stile con cui va vissuto il dialogo non solo con l'ebraismo, ma con tutte le altre religioni. Per descrivere il rapporto tra la Chiesa e il popolo ebraico Benedetto XVI ha parlato di «stima ed affetto». Può sembrare scontato, eppure oggi l'impressione è che sia proprio la stima reciproca ciò che fa più fatica a emergere nel dialogo interreligioso. È forte il rischio di restare intrappolati in una visione sostanzialmente «politica» del dialogo: le nostre dottrine religiose dicono cose differenti, non andiamo a complicarci la vita, troviamo delle cose concrete da fare insieme e vivremo in pace. Questo «minimalismo» stride profondamente con quanto affermato dal Concilio Vaticano II nella dichiarazione Nostra Aetate, in cui non a caso il termine «stima» è utilizzato anche per esprimere lo sguardo con cui la Chiesa guarda al mondo musulmano. Il Papa che nella Sinagoga di Roma conclude il suo discorso recitando un salmo in ebraico, non fa un atto di cortesia, ma dà un'indicazione di percorso: è la stima reciproca l'ingrediente che dobbiamo ritrovare. Solo così il dialogo è solido e non esposto ai venti della prossima incomprensione (che puntualmente arriverà).

2) Il Papa è tornato a parlare dell’«opportunità di promuovere un rinnovato rispetto per l’interpretazione ebraica dell’Antico Testamento». Questo è un messaggio ben preciso alla comunità cristiana e fa riferimento a un documento fondamentale del magistero rimasto purtroppo lettera morta: la nota della Pontificia Commissione Biblica, Il popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana, pubblicata 2001. Un documento che Joseph Ratzinger conosce molto bene, dal momento che uscì sotto la responsabilità della Congregazione per la dottrina della fede, che allora era lui a guidare. Per noi cristiani - ci dice oggi il Papa - è fondamentale prendere sul serio la radice comune che ci lega al popolo ebraico. E questo significa uscire dal pregiudizio secondo cui l'ebraismo sarebbe - fondamentalmente - una religione «vecchia», in qualche modo «superata» dopo l'avvento di Gesù. la vitalità dell'ebraismo, il modo in cui ancora oggi continua a interrogarsi sulla Torah è una ricchezza su cui anche noi cristiani dobbiamo cominciare ad aprire gli occhi.

3) «Cristiani ed ebrei - dice ancora il Papa - hanno una grande parte di patrimonio spirituale in comune, pregano lo stesso Signore, hanno le stesse radici, ma rimangono spesso sconosciuti l’uno all’altro. Spetta a noi, in risposta alla chiamata di Dio, lavorare affinché rimanga sempre aperto lo spazio del dialogo, del reciproco rispetto, della crescita nell’amicizia, della comune testimonianza di fronte alle sfide del nostro tempo, che ci invitano a collaborare per il bene dell’umanità in questo mondo creato da Dio, l’Onnipotente e il Misericordioso». È uscire da questa estraneità il passo in più che la visita di Benedetto XVI chiede a tutti noi. Ed è un percorso che si gioca molto più nella quotidianità della vita delle nostre comunità, che nei faldoni dell'Archivio segreto vaticano. Adoperiamoci davvero per una conoscenza senza pregiudizi dell'ebraismo. Tutto il resto verrà di conseguenza.

http://www.missionline.org/index.php?l=it&art=2071

Nessun commento: