martedì 16 febbraio 2010

I vescovi irlandesi dal Papa: nove ore e mezza di incontri, in tre sessioni, distribuiti su un giorno e mezzo (Gagliarducci)


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Nove ore e mezza di incontri, in tre sessioni, distribuiti su un giorno e mezzo.

Andrea Gagliarducci

Ventiquattro vescovi di Irlanda si confrontano con il Papa e la Curia sullo scandalo della pedofilia nelle diocesi e nei monasteri di Irlanda.

Una vicenda venuta alla luce in due differenti rapporti: il Murphy, che riguarda gli abusi commessi nei monasteri, e dunque gli ordini religiosi; e il Ryan, che invece riguarda gli abusi avvenuti all'interno delle diocesi. Due procedimenti diversi per i quali sono state avviate due diverse procedure di risarcimento. Le cifre sono altissime: si tratta complessivamente di 1,2 miliardi di euro.
Le diocesi di Irlanda si trovano ora alla resa dei conti: messe alle strette dalla pubblicazione di due rapporti, hanno ammesso le loro responsabilità. Ma questo non basta: Benedetto XVI vuole dare un segnale forte riguardo la questione pedofilia nella Chiesa, che «è una barca in mezzo alla tempesta», come ha detto il cardinal Bertone, segretario di Stato.
Ci si aspettano provvedimenti durissimi nei confronti dei vescovi irlandesi, anche se Benedetto XVI non vuole trascurare la cura pastorale delle vittime: le ha sempre incontrate (negli Stati Uniti e in Australia), e sta preparando una lettera pastorale per i fedeli di Irlanda.
Lettera dei cui contenuti si è parlato nella blindatissima riunione: i ventiquattro vescovi irlandesi si riuniscono nella Sala Bologna del Palazzo Apostolico, e vi escono solo per recarsi a Domus Sanctae Martae (quella che ospita i cardinali in conclave).
Non escono praticamente dalle mura vaticane: ognuno dei vescovi irlandesi ha sette minuti di tempo per spiegare il proprio punto di vista sulla vicenda, spiegando le possibili soluzioni. Si pensa che diano un suggerimento anche riguardo i contenuti della lettera pastorale, molto attesa dai fedeli d'Irlanda, che chiedono una risposta. Risposta che Benedetto XVI è del tutto intenzionato a dare. Non è segnalato tra i partecipanti al meeting, ma è sempre presente: vuole valutare personalmente la situazione ed esporsi in prima persona per eventuali provvedimenti. Si tratta, in ogni caso, del primo di una serie di incontri. E se la Chiesa d'Irlanda non rischia ancora la bancarotta per risarcire le vittime, è anche grazie al contributo statale. I monasteri implicati nello scandalo hanno deciso di dare un contributo alle vittime di 128 milioni di euro, ottenendo in cambio di non essere perseguite in giudizio. I soldi sono stati ricavati attraverso il passaggio di proprietà della Chiesa allo Stato, ma anche con il parziale contributo del governo irlandese, secondo un accordo stipulato dal governo del 2002. Le residenze dove sono avvenuti gli abusi, infatti, sono state fondate dallo Stato, e spesso date in affidamento agli ordini religiosi. Diversa la situazione finanziaria delle diocesi: dal 1996 hanno istituito un fondo per il rimborso delle vittime, e nel 2005 già era quasi esaurito, prosciugato dai rimborsi a 143 persone abusate da 36 sacerdoti, che ammontavano a 8,77 milioni di euro, e costi legali di 2,53 milioni.

© Copyright Il Tempo, 16 febbraio 2010 consultabile online anche qui.

3 commenti:

mariateresa ha detto...

leggevo ieri tutti gli articoli dedicati a questa orribile questione. Amici preghiamo molto, prima di tutto per le vittime che sono state violate anche nel loro futuro eppoi preghiamo per la Chiesa, non tanto per la sua immagine davanti al mondo, ma per la sua immagine davanti a Dio.
Come per altre vicende ecco che il nostro Benedetto si carica questa croce in spalla e prende il problema di petto. Preghiamo molto con queste intenzioni.

Anonimo ha detto...

Al di là della vergogna che provo per tutta la chiesa per le miliaia di vittime abusate,pare che dieto il caso irlanda ci sia dietro un "grande affare economico", vista la cifra di 1.200 milioni di €uro che sarà devoluta alle vittime o rispettive famiglie o aventi causa (visti i casi del 1930). Mi chiedo: se anche in Italia fosse prevista l'azione risarcitoria, quanti sarebbero i casi denunciati?
ANTONIO CALCIURI

Anonimo ha detto...

Una lettura da incubo, Mariateresa. Nonostante tutto dobbiano avere fiducia. Il Signore non ha abbandonato la Sua Chiesa. Ha messo un grande capitano coraggioso al timone, il nostro Benedetto. Preghiamo affinché il clero si converta e sia disposto a seguire questo grande Papa nella sua opera di pulizia da tanta sporcizia, abbandonando ostilità e opposizioni.
Alessia