mercoledì 17 febbraio 2010

Il Papa: Abusi sessuali crimine odioso e peccato grave (Bobbio)


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Abusi sessuali crimine odioso e peccato grave

Pedofilia, il Papa parla ai vescovi irlandesi
Disponibilità a collaborare con le autorità


Alberto Bobbio

Città del Vaticano

Determinazione, onestà e coraggio. Sono state queste le parole d'ordine dettate ieri da Benedetto XVI a conclusione del summit con i vescovi irlandesi dove è stato affrontato il caso degli abusi sessuali commessi da sacerdoti e religiosi.
In un comunicato ufficiale della Santa Sede emesso alla fine dei colloqui, durati due giorni, si legge che il Papa «ha sfidato i vescovi ad affrontare i problemi del passato con determinazione e decisione e la presente crisi con onestà e coraggio».
Sono sei i vescovi coinvolti nello scandalo, accusati di aver coperto per anni i responsabili degli abusi. Finora il Papa ha accettato le dimissioni di uno solo di essi, mentre altri tre hanno rassegnato le dimissioni, uno è andato in pensione, e un sesto vescovo si rifiuta di dare le dimissioni.
Non si sa se della questione delle dimissioni si sia parlato nel summit. Ma il padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, ieri parlando con i giornalisti dopo aver consegnato il testo del comunicato, ha detto che «può darsi che il tema sia stato affrontato».
Padre Lombardi ha anche sottolineato le parole che riguardano «la chiara autocritica» su quanto è accaduto. Nella nota vaticana si parla di «fallimento per anni delle autorità ecclesiastiche irlandesi nell'agire efficacemente» rispetto agli abusi sessuali e si spiega che «tutti i presenti hanno riconosciuto che questa grave crisi ha portato a un crollo della fiducia nella guida della Chiesa e ha danneggiato la sua testimonianza del Vangelo e del suo insegnamento morale». L'incontro è cominciato lunedì in un'«atmosfera franca e aperta». Lunedì c'è stata un'introduzione del Papa, di cui non è stato diffuso il testo, e poi ogni vescovo ha esposto «le proprie osservazioni e i propri suggerimenti». In discussione infatti non ci sono state solo questione di ordine spirituale e morale, ma anche giuridiche.
All'incontro, infatti, oltre ai vescovi irlandesi, al Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, e ad altri capi dicastero della Curia romana, era presente anche monsignor Francesco Coccopalmerio, responsabile del Pontificio consiglio per i testi giuridici.
Padre Lombardi ai giornalisti ha confermato che la Chiesa d'Irlanda «è pronta a collaborare con le autorità per mettere in pratica misure di prevenzione», mentre il deferimento alle autorità giudiziarie di presunti colpevoli di abusi sessuali «è un problema che riguarda anche la situazione della legislazione dei singoli Paesi e dubito che sia stato affrontato».
Invece si è parlato nel vertice della lettera che il Papa ha già annunciato che invierà ai cattolici d'Irlanda. Ai vescovi è stata consegnata una bozza della lettera pastorale e una parte della discussione è stata dedicata ad essa.
Adesso Benedetto XVI, tenendo conto di quanto è emerso, aggiunge il comunicato, la «completerà».
La lettera verrà pubblicata durante la Quaresima, che inizia oggi. Non si sa cosa conterrà, anche se difficilmente tratterà le questione di natura tecnica e giuridica. Si sa invece che i vescovi nel corso del dibattito hanno parlato «con sincerità del senso di dolore e di rabbia, di tradimento, di scandalo e di vergogna», che numerose persone in Irlanda hanno espresso a loro. La nota parla di «senso di oltraggio» ripetutamente espresso ai vescovi da parte di «laici, sacerdoti e religiosi». Il Papa ha osservato che «l'abuso sessuale sui bambini e sui giovani non è soltanto un crimine odioso, ma anche un grave peccato che offende Dio e ferisce la dignità della persona umana».
Quindi occorre lavorare per un «rinnovamento della fede» e per «ripristinare la credibilità spirituale morale della Chiesa». Benedetto XVI, Papa e teologo, ha osservato che sull'intera questione è necessaria «una riflessione teologica più profonda» e una «migliore preparazione pastorale, accademica e spirituale» sia dei seminaristi, sia di quanti sono già sacerdoti e religiosi. Ma ha anche fatto un ragionamento più generale sulla «crisi di fede che colpisce la Chiesa» e l'ha collegata alla «mancanza di rispetto della persona umana».
È questo «indebolimento della fede» che ha contribuito in «maniera determinante al fenomeno dell'abuso sessuale».
I vescovi irlandesi hanno descritto il sostegno che stanno dando a volontari laici delle parrocchie «per garantire la sicurezza dei bambini in tutte le attività ecclesiali» e hanno assicurato il Papa che già collaborano con le autorità e con l'Ufficio nazionale della Chiesa cattolica per la salvaguardia dei bambini per «garantire che i criteri, le politiche e le procedure della Chiesa rappresentino la miglior pratica in questo settore». La Santa Sede ieri ha anche pubblicato il Messaggio per la giornata delle vocazioni, nel quale il Papa sottolinea che alla Chiesa servono «sacerdoti fedeli alla loro missione», capaci di aiutare a «superare divisioni, a ricucire gli strappi, ad appianare contrasti e incomprensioni, a perdonare le offese: «Se i giovani vedono sacerdoti isolati e tristi non si sentono certo incoraggiati a seguirne l'esempio».

© Copyright Eco di Bergamo, 17 febbraio 2010

3 commenti:

Anonimo ha detto...

La giustizia terrena del Papa di Filippo di Giacomo
http://www.unita.it/news/italia/95170/la_giustizia_terrena_del_papa
Alessia

Anonimo ha detto...

Da cattolico praticante mi pongo una sconvolgente domanda. Non è, in ipotesi, che le vocazioni sacerdotali dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi siano state, almeno in parte, fatte (cioè volute) da Satana e non dalla Chiesa di Cristo?. La domanda può sembrare un'esagerata provocazione e una semplificazione numericamente grossolana, ma qualche dubbio è legittimo. Solo per restare negli ultimi anni cito quanto è emerso: casi di pedofilia pesante in Austria, vasta pedofilia negli USA, pedofilia in Canada, vasta pedofilia in Irlanda, emergente pedofilia in Germania, casi di pedofilia in Italia. Un numero notevole di religiosi consacrati che preferisce le gonne (soprattutto corte e seducenti) alle tonache presbiteriali; preti che ingravidano donne sposate, qualcuno che addirittura stupra qualche pia donna o qualche suora,
vescovi che di dedicano a stregonerie (Milingo docet) religiosi maneggioni che inseguono, in maniera smodata, il vil denaro ed il successo sui media, religiosi a cui stanno a cuore, esageratamente, le prostitute da recuperare, ma che poco si occupano della generale cura delle anime nelle loro parrocchie, preti che contrastano le direttive del Papa in materia di etica, preti che addirittura uccidono o si suicidano.
E' inutile girare intorno al problema e fingere di non vedere le degenerazioni esistenti. Nella selezione dei religiosi, per anni la Chiesa, ha commesso errori di selezione, aggravati da un certo lassismo e permissivismo che ha completato il quadro devastante.
Molti sacerdoti girano in abiti borghesi, al più con microscopici crocifissi su qualche abito, cosicché ben difficilmente siano subito riconoscibili come "religiosi consacrati". Alcuni frati talvolta abbandonano il saio e girano in comuni abiti dimessi; alcune suore, al posto delle loro tradizionali "divise del loro ordine" portano abiti civili a dir poco ridicoli. Boh! Io non ci capisco più niente; ma il Vangelo dice che è dai frutti che si riconosce l'albero, e non pochi frutti non sembrano né buoni, nè maturi.

Raffaella ha detto...

Non possiamo generalizzare.
A fronte di tanti disastri abbiamo anche esempi limpidi ed illuminati.
R.