domenica 14 febbraio 2010
Oggi il Papa nelle strutture Caritas di Termini (Badaracchi)
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Oggi il Papa nelle strutture Caritas di Termini
DA ROMA
LAURA BADARACCHI
E' una «veterana» dell’ostello della Caritas diocesana in via Marsala: nel dormitorio femminile suor Maria Vittoria Broccoli, delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida, presta servizio da oltre vent’anni. E ora attende con gli ospiti l’arrivo di Benedetto XVI, previsto stamani prima delle 10. «Per la prima volta un Papa visiterà la nostra struttura – testimonia –. Per gli ospiti è una grande novità piena di gioia: lo aspettano, si interessano per sapere se potranno vedere da vicino il Pontefice e vogliono sentire le sue parole».
Quando l’Ostello ha aperto i battenti, nel 1987, suor Vittoria insegnava da più di trent’anni nella scuola materna. «Don Luigi Di Liegro, allora direttore della Caritas romana, cercava religiose che prestassero servizio in questa nuova opera. Così, nel 1989, lasciai i bambini per dedicarmi ai poveri». Da allora, per tre o quattro volte alla settimana, raggiunge l’Ostello nel primo pomeriggio e si ferma fino all’ora di cena. Gli ospiti cominciano ad arrivare verso le 17; finora ne sono stati accolti circa 9 mila, italiani e stranieri che hanno trovato un letto, abiti puliti, la possibilità di lavarsi e di consumare cena e colazione, ma soprattutto tanti volontari e operatori. «I bisogni? Le relazioni umane, e poi il lavoro: su 60 donne (gli uomini sono 133), oltre la metà sono immigrate che provengono soprattutto dall’Est europeo per fare le badanti, ma perdono il posto alla morte dell’anziano accudito e si ritrovano anche senza casa, con una famiglia da mantenere in patria», racconta suor Vittoria.
E le italiane? Qualcuna ha passato da poco la soglia dei 40 anni, molte sono ultrasessantenni con problemi psichiatrici o di alcolismo che hanno compromesso il loro rapporto con le famiglie di origine. «La figlia di una di loro mi confidava: 'Non ho mai avuto una madre, mi ha lasciato crescere con una zia e non si è interessata a me; ora non me la sento di accudirla'. Ricostruire i legami è difficile », dice con rammarico la religiosa, che ha proprio il compito di far respirare alle ospiti aria di casa con un po’ di musica, offrendo un tè caldo accompagnato dai dolci e l’ascolto attento. Uno stile di accoglienza che le ha insegnato Di Liegro: «Si avverte la sua presenza: ci sarà anche lui oggi, fra i poveri per i quali aveva un carisma particolare». Anche Roberta Molina, responsabile dell’Ostello e impegnata nei servizi di via Marsala dal 1988, lo ricorda: «Ci esortava a non essere dei mestieranti, ma di mettere sempre al primo posto la persona » Proprio a don Luigi è intitolato l’ostello che il Pontefice vedrà dopo aver incontrato, nella struttura attigua del poliambulatorio Caritas, medici, infermieri e volontari; approderà alla mensa, dove ogni giorno – dal ’93 – vengono serviti 500 pasti caldi. Qui lo accoglieranno il cardinale vicario Agostino Vallini, operatori e volontari, oltre agli ospiti: uno di loro, Angelo, racconterà a Ratzinger la sua esperienza. Sarà lui, a nome dei circa 200 poveri accolti nella struttura, a salutare il Papa.
© Copyright Avvenire, 14 febbraio 2010
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