domenica 14 febbraio 2010

Il Papa: gli scienziati non possono mai pensare di avere tra le mani solo materia inanimata e manipolabile (Tornielli)


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Il Papa: La vita umana sia riconosciuta sempre come soggetto inalienabile di diritto e mai come oggetto sottoposto all'arbitrio del più forte

Il Papa: "Il riconoscimento della dignità umana in quanto diritto inalienabile trova il suo fondamento primo in quella legge non scritta da mano d’uomo, ma iscritta da Dio Creatore nel cuore dell’uomo, che ogni ordinamento giuridico è chiamato a riconoscere come inviolabile e ogni singola persona è tenuta a rispettare e promuovere" (Discorso)

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Bioetica Il Papa: «La vita umana non è materia in mano agli scienziati»

di Redazione

«L’idea che la vita sia materia manipolabile dalla scienza al pari di altri agglomerati organici, o il pietismo facile di chi si commuove davanti a situazioni limite e crede che ciò valga come rispetto della dignità umana», rappresentano per Benedetto XVI delle «derive pericolose».
E lo è anche la pretesa dello Stato di «fissare per legge questioni etiche facendosi esso stesso principio di etica».
«Ciò è possibile - ha aggiunto il pontefice - solo se si riconosce che in esse brilla il fondamento della legge naturale, inscritta non dall’uomo ma da Dio».
Nel suo discorso alla Pontificia accademia della vita il Papa ha poi spiegato che «la scienza da sola non basta a comprendere il valore della dignità umana, né a garantire il rispetto per la sacralità della vita».
Benedetto XVI ha affrontato il nodo delicato del corretto approccio legislativo ai temi dell’etica nell’udienza concessa agli esperti (medici, giuristi e bioeticisti) del dicastero, riuniti in assemblea generale e guidati dall’arcivescovo Rino Fisichella.
Ieri il Pontefice ha ribadito che la partita dello «sviluppo umano integrale» si gioca nel campo della bioetica. «Si tratta di un ambito delicatissimo e decisivo, in cui emerge con drammatica forza la questione fondamentale: se l’uomo si sia prodotto da se stesso o se egli dipenda da Dio. Le scoperte scientifiche in questo campo e le possibilità di intervento tecnico sembrano talmente avanzate da imporre la scelta tra le due razionalità: quella della ragione aperta alla trascendenza o quella della ragione chiusa nell’immanenza». La bioetica necessita di un solido «richiamo normativo» e questo si rifà alla «legge morale naturale». Perché il riconoscimento della dignità umana in quanto diritto inalienabile «trova il suo fondamento primo in quella legge non scritta da mano d’uomo, ma iscritta da Dio Creatore nel cuore dell’uomo».
E gli scienziati «non possono mai pensare di avere tra le mani solo materia inanimata e manipolabile. Fin dal primo istante, la vita dell’uomo è caratterizzata dall’essere vita umana e perciò portatrice sempre, dovunque e nonostante tutto, di dignità propria».

© Copyright Il Giornale, 14 febbraio 2010 consultabile online anche qui.

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