sabato 20 marzo 2010

I cattolici irlandesi sotto shock per le continue rivelazioni attendono l’intervento del Papa (Stupino)


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I cattolici irlandesi sotto shock per le continue rivelazioni attendono l’intervento del Papa

di CAROLINA STUPINO

DUBLINO - Travolta dalle polemiche sul suo primate, il cardinale Sean Brady, e da nuove rivelazioni sull’insabbiamento degli abusi sessuali sui bambini da parte dei suoi sacerdoti, l’Irlanda cattolica riflette e attende. Aspetta la lettera pastorale di Papa Benedetto XVI, che verrà firmata oggi, pubblicata domani e letta ai fedeli nella messa di domenica e si interroga su come fare finalmente i conti con il suo torbido passato e sradicare il male dal futuro.
In attesa della lettera - che può essere interpretata come un messaggio non soltanto agli irlandesi, ma a tutte le chiese toccate dallo scandalo sulla pedofilia - le autorità ecclesiastiche irlandesi preferiscono non pronunciarsi sul futuro del cardinal Brady.
Due giorni fa - nel giorno di San Patrizio, il patrono d’Irlanda - durante la sua omelia nella cattedrale di Armagh il cardinale aveva chiesto perdono dinanzi ai fedeli per aver preso parte 35 anni fa ad alcuni incontri in cui era stato chiesto a degli adolescenti - un maschio e una femmina, secondo alcuni, due maschi, sostengono altri - di non denunciare gli abusi subiti per mano di un prete pedofilo, padre Brendan Smyth, che negli anni a seguire avrebbe poi molestato molti altri bambini.
L’umile richiesta di perdono e l’esortazione a riflettere fatta da Brady nella sua predica, gli sono valsi sì un applauso da parte della sua congregazione di Armagh, ma non hanno convinto né accontentato le centinaia di vittime delle molestie, che ieri, a Dublino, hanno chiesto in coro le sue dimissioni. Per Sam Adair, che quando da bambino viveva in un istituto a Belfast era stato una delle vittime di Smyth, se la chiesa cattolica d’Irlanda vuole davvero dimostrare di voler chiudere con il proprio passato, Brady allora deve essere il primo ad andarsene. «Non ha più credibilità - ha detto - tutto questo dev’essere estirpato dalla chiesa. E’ terribile pensare che ha imposto il silenzio a due bambini che venivano molestati».
Colm O’Gorman, una vittima di abusi che in seguito ha fondato l’associazione contro le molestie sui minori One in Four, ha apprezzato invece l’ammissione di colpevolezza del cardinale, ma sostiene che dovrebbe assumersi anche «la responsabilità per ciò che l’istituzione che rappresenta ha insabbiato negli anni».
Brady per ora rifiuta di lasciare il posto, ma mentre l’Irlanda intera si chiede cosa ne sarà di lui, la bufera di scandali e rivelazioni che sta travolgendo il clero non sembra acquietarsi.
A finire sul banco degli imputati proprio ieri è stato il vescovo di Derry Seamus Hegarty, accusato dal nordirlandese Belfast Telegraph di essere stato coinvolto in un accordo in cui il silenzio di una bambina abusata da un prete per 10 anni a partire dal 1979 fu “comprato” per 13 mila euro.

© Copyright Il Messaggero, 19 marzo 2010

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