venerdì 19 marzo 2010

Brutto clima ad arte contro il Papa (Lucio Brunelli). Da incorniciare!


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Riceviamo e con grandissimo piacere e gratitudine pubblichiamo questa bellissima riflessione di Lucio Brunelli.
Non so che cosa si possa fare per eliminare il pregiudizio contro Benedetto XVI. In tutta onesta' credo che non sia possibile sperare in una maggiore "indulgenza", in un "anticipo di simpatia" da parte di alcuni media. Il Papa ha alcuni grandi "difetti": non e' politicamente corretto, e' coerente, parla chiaro, si rivolge direttamente ai fedeli, non concentra su di se' (almeno non volontariamente) l'attenzione mediatica), e' tedesco e non e' Giovanni Paolo II. Da questi "difetti" non si puo' prescindere.
Per fortuna pero' ci sono ottimi commentatori. Brunelli e' uno di questi
.
R.

Brutto clima ad arte contro il Papa

Lucio Brunelli

A Dublino i bookmakers accettano scommesse sulle dimissioni del Papa. Verrebbe da ridere, a leggere sui giornali stramberie come questa. Ma queste stramberie sono il frutto di un clima che si è voluto creare attorno al Papa. Si è tentato, contro ogni evidenza, di capovolgere l'immagine di Benedetto XVI: dal Papa che più si è adoperato contro la piaga dei preti pedofili nel! Papa che sapeva, nel Papa moralmente complice.
Questa operazione si è palesata non appena lo scandalo degli abusi contro i minorenni dalle coste irlandesi ha virato bruscamente verso il continente puntando dritto sulla Germania. Hanno cominciato con lo sfrugugliare su fatti di mezzo secolo fa con l'intento di incastrare quel buon uomo di Georg Ratzinger.
La prima raffica di titoli sparata, quella che poi resta nella mente, lasciava credere che il fratello del Papa fosse coinvolto fino al collo negli atti di molestie sessuali commessi ai danni dei «passerotti» di Ratisbona. Si è appurato poi che Georg Ratzinger, in realtà, non era direttore del Coro all'epoca dei fatti. La prova provata della sua estraneità ai fatti l'ha fornita il candore ingenuo con cui lui stesso ha ammesso, con sincero rammarico, di aver mollato qualche ceffone ai ragazzini più indisciplinati.
Ma l'intento era coinvolgere comunque un Ratzinger e quindi anche questa, ripeto, candida, ammissione, fu stravolta e trasformata in una sorta di «confessione». A quel punto, anche il più sprovveduto degli osservatori, ha capito che era questione di giorni.
Che prima o poi sarebbe emerso un caso «sospetto» a Monaco, per poter infangare anche l'altro Ratzinger, Joseph, il Papa.
E infatti ecco la nuova raffica di titoli: un prete pedofilo a Monaco, negli anni in cui l'attuale Papa era arcivescovo della città. Poi, è vero, sono stati riferiti dettagli non secondari: Ratzinger aveva dato il proprio assenso solo ad ospitare un prete con precedenti di pedofilia, privo di incarichi pastorali, in cura da uno psicoterapeuta.
Altri nella burocrazia curiale, trasgredendo a questa direttiva, commisero l'imperdonabile errore di consentire a quel sacerdote di tornare a compiere le sue malefatte.
Come già visto nel caso di Georg, però, è la prima raffica di titoli quella che impressiona. E quindi, in molti fruitori di quest'informazione così rapida e maliziosa, è rimasta l'impressione che in fondo in fondo c'è anche il Papa. Fa parte di una strategia già vista e logora anche l'utilizzo di una voce «interna», «cattolica», per accreditare un dubbio o una tesi che scientemente dall'«esterno» si è voluto diffondere.
E fa tristezza che ancora una volta sia caduto in questo gioco l'antico collega del Papa, il teologo Hans Kung. Proprio lui negli Anni Sessanta chiamò a insegnare nella prestigiosa università di Tubinga il professor Ratzinger.
Lo stimava come un esponente dell'avanguardia cattolica e rimase deluso, in eterno, quando capì che il futuro Papa non avrebbe seguito le sue idee, che per Ratzinger il vero rinnovamento della Chiesa non era fare tabula rasa del passato ma il ritorno alla freschezza ed essenzialità dell'origine.
È la razionalità la prima vittima di questo clima deformato e ideologico. Come quando il vecchio Kung, e relativa vulgata mediatica-popolare, indicano nel celibato la causa delle perversioni del clero pedofilo. Il celibato non è mai stato un dogma, e la Chiesa di Roma onora i suoi pr! eti sposati delle comunità cattoliche di rito orientale. Ma davvero si può credere che un prete sia attirato dai bambini perché gli è fatto divieto di sposare una donna? Si tratta di persone malate, che non sentono attrazione fisica verso una donna matura.
Ma è solo un esempio. Di cosa succede quando il pregiudizio, la dimostrazione di una tesi a priori, prevale sui dati di fatto.

© Copyright Eco di Bergamo, 19 marzo 2010

8 commenti:

sonny ha detto...

Veramente ottimo Brunelli.

sam ha detto...

Sono sempre più contenta dell'Eco!

Unknown ha detto...

LODI HA IL CITTADINO CHE TIRA 25MILA COPIE! NON UNA PAROLA IN DIFESA DEL PAPA!
IL VESCOVO ED IL VICARIO SONO GLI EDITORI DEL GIORNALE! DI vesco-VILI NE HO PIENE LE PALLE!
VIVA IL PAPA!
Matteo Dellanoce

mariateresa ha detto...

tante volte ho avuto la tentazione di dare un bacione a Brunelli anche se sono una matura signora sposata.

euge ha detto...

Un grazie di cuore a Brunelli! Condivido Raffaella le tue premesse a questo post! Infondo Paolo VI non era amato anche perchè non aveva la faccia di Giovanni XXIII .......... Vi ricordate le parole di Ersilio Tonini dopo l'elezione di Benedetto XVI?

Anonimo ha detto...

"... per Ratzinger il vero rinnovamento della Chiesa non era fare tabula rasa del passato ma il ritorno alla freschezza ed essenzialità dell'origine."
Mi sembra che Brunelli lasci trasparire tutto il suo amore per il Papa. E' per questo che condividiamo le sue tesi, del resto logicissime,e lo apprezziamo. Maria Pia

Cindy ha detto...

Povero Papa! Anche suo fratello gli toccano!
Comunque una cosa è certa non si dimetterà mai! perchè dovrebbe?

euge ha detto...

Ci mancherebbe altro! che le dimissionei Ma, stiamo scherzando veramente?

SANTO PADRE NON CI ABBANDONI!