lunedì 15 marzo 2010

Il presidente di «La Caramella Buona Onlus» scrive al Papa: «Bene la linea della fermezza, ora punire chi copre le violenze» (Tornielli)


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Su segnalazione di Sonny leggiamo:

«Bene la linea della fermezza, ora punire chi copre le violenze»

di Andrea Tornielli

Roma
Le parole usate due giorni fa dal «pubblico ministero» dell’ex Sant’Uffizio per definire la situazione italiana non sono passate inosservate: Charles J. Scicluna, riferendosi al nostro Paese, al quotidiano Avvenire aveva detto che «finora il fenomeno non sembra abbia dimensioni drammatiche, anche se ciò che mi preoccupa è una certa cultura del silenzio che vedo ancora troppo diffusa nella Penisola». Scicluna aveva quindi osservato che la Cei «offre un ottimo servizio di consulenza tecnico-giuridica per i vescovi che devono trattare questi casi», notando «un impegno sempre maggiore da parte dei vescovi italiani di fare chiarezza» su questi casi. Dunque, per il promotore di giustizia della Congregazione per la dottrina della fede, che guida la task force vaticana contro la pedofilia, in Italia ci sarebbe una «cultura del silenzio» ancora diffusa.
Proprio a questa fa riferimento un appello rivolto a Benedetto XVI da Roberto Mirabile, presidente dell’associazione contro la pedofilia «La Caramella Buona Onlus» (www.caramellabuona.org), che scrive al Pontefice manifestando apprezzamento per la linea della fermezza intrapresa da Ratzinger e chiedendogli di verificare le responsabilità di chi nella Chiesa ha coperto gli abusi dei sacerdoti e non li ha fermati. «Mi permetta – scrive Mirabile – di essere diretto e sintetico: il problema non è dato dai preti pedofili – lo dico come forzatura – ma da chi, da sempre, li copre e alimenta l’abuso, spostando di sede il sacerdote permettendogli così di seminare violenze in giro per le parrocchie». «Sono loro i diretti responsabili del singolo prete sottoposto alla giurisdizione territoriale, sono loro che devono curare l’anima tormentata del sacerdote. Sono loro che devono accogliere le denunce dei fedeli e – da buoni padri e custodi della fede – portare alla luce la verità di crimini orrendi».
Il presidente dell’associazione quindi afferma: «Sappiamo che ogni istituzione, per sua natura, tende a lavare i panni sporchi in casa. Questo non è più possibile, non è assolutamente accettabile quando soprattutto si tratta di un reato penale orribile e gravissimo quale la violenza sessuale su minore». Mirabile chiarisce che all’origine del suo appello non c’è alcun accanimento nei confronti della Chiesa cattolica.
Ma chiede a Benedetto XVI di fare chiarezza «sulle responsabilità di sacerdoti e vescovi in Italia, senza aspettare qualche causa per risarcimento danni milionario prima di accorgersi del fenomeno nel nostro Paese».
Il presidente ha infine offerto «la massima collaborazione alla Santa Sede per debellare questo problema, certo non esclusivo dell’istituzione cattolica, basti pensare a come l’Islam accetti i matrimoni combinati fra bambine e adulti».
Ieri pomeriggio il Papa ha visitato la Christuskirche luterana di Roma e ha predicato a braccio, in tedesco, dal pulpito: «La vita non è ricevere ma darsi, l'unità della Chiesa è un dono, mentre la divisione è frutto del peccato». In precedenza, pur senza fare riferimenti diretti agli scandali di questi giorni, il pastore Jens-Martin Kruse, nel suo discorso, aveva detto che le Chiese cristiane devono essere vicine le une alle altre specie nei momenti di sofferenza e di dolore.

© Copyright Il Giornale, 15 marzo 2010 consultabile online anche qui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mirabile ha ragione! e una collaborazione con esperti in materia potrebbere essere già un primo e significativo passo...