mercoledì 7 aprile 2010

La battaglia di Papa Ratzinger: il commento di Francesco Perfetti


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l'editoriale

La battaglia di Ratzinger

C'è chi vuole il Pontefice dimissionario. I cardinali fanno muro: "Bassa e inqualificabile speculazione politica contro un grande uomo". Una campagna denigratoria che si sta sviluppando in Italia e all'estero per trasformare colpe individuali in collettive.

Francesco Perfetti

È inutile negarlo. È in atto una vera e propria campagna denigratoria contro il Pontefice e contro la stessa Chiesa cattolica. Una campagna di una virulenza eccezionale che si sta sviluppando sia in Italia sia all’estero. Ha perfettamente ragione il cardinal Sodano a stabilire parallelismi storici fra l’attacco a Benedetto XVI e le aggressioni contro Pio X in difesa del modernismo, contro Pio XII per il presunto "silenzio" nei confronti del nazionalsocialismo e le persecuzioni ebraiche e contro Paolo VI per l’Humanae vitae. Ha ragione anche su un altro punto, e cioè sul fatto che questa campagna denigratoria e sottilmente demolitoria, fondata sul tentativo di trasformare le colpe individuali in una colpa collettiva, esprime, al fondo, un vero e proprio scontro fra due concezioni della vita, della famiglia, della società, della storia.
La nostra epoca, per usare una forte espressione del filosofo cattolico, Augusto Del Noce, è l’«epoca della secolarizzazione», ovvero l’epoca nella quale il divino è stato mondanizzato e si assiste a un fenomeno di «espansione dell’ateismo» grazie alla diffusione di una cultura, filosofica e non, di tipo progressista. Una cultura che rifiuta i cosiddetti «valori permanenti» o «valori tradizionali», ai quali Benedetto XVI, da teologo profondo, ha fatto più volte implicito richiamo. Questa cultura progressista si presenta, dal punto di vista filosofico, sotto forma di neo-illuminismo e, dal punto di vista religioso, sotto forma di neomodernismo: essa ha portato sugli altari gli idoli della scienza e del progresso inneggiando a una società del benessere che esprime, nella sua essenza, una profonda empietà e una altrettanto profonda irreligiosità. Lo scontro fra concezioni della vita, della famiglia, della società, della storia - lo scontro cui fa riferimento, come si rilevava, il cardinal Sodano - sta proprio in questa contrapposizione tra una cultura, non solo filosofica, a base materialistica e una cultura di tipo tradizionale.
È uno scontro che riguarda gran parte del mondo occidentale, soprattutto (e comprensibilmente per motivi storici) le società anglosassoni come, per esempio, ben evidenziano le tante fiction che puntano a dare una rappresentazione, nella migliore delle ipotesi, caricaturale e, nella peggiore delle ipotesi, meschina del clero cattolico. In Italia gli attacchi a Benedetto XVI e alla Chiesa Cattolica hanno una portata ancora maggiore. Essi riguardano anche la sfera della politica pura, perché contestano il sacrosanto diritto del Papa e della Chiesa di richiamare i fedeli a comportamenti coerenti con i principi e i dettami della religione. In nome del laicismo e della difesa della laicità dello Stato, si levano alte grida contro le presunte ingerenze del Vaticano in politica. Si assiste a un vero e proprio tentativo di rinverdire i temi più vieti e più logori dell’anticlericalismo di stampo ottocentesco: un anticlericalismo, che è cosa ben diversa dal laicismo e che ha la sua genesi in una anomalia storica che ancora pesa sulle origini dello Stato nazionale, nel fatto cioè che l’unità fu costruita in gran parte contro il Vaticano. Il liberalismo italiano, in altre parole, tranne pochi casi, finì per assumere una valenza anticlericale e anticattolica.
I quotidiani e i periodici del «politicamente corretto» continuano a battere sul tema del laicismo ignorando o fingendo di ignorare che uno Stato autenticamente laico è uno Stato che non cerca di confinare in un ghetto di retrogradi i cattolici che credono in certi valori. E, prendendo spunto da alcuni episodi riprovevoli ma comunque espressione di comportamenti individuali, portano avanti vere e proprie operazioni di bassa e inqualificabile speculazione politica contro un Pontefice che, con profonda dottrina ma anche con grande umanità, richiama le coscienze al recupero e all’osservanza di valori permanenti. Un grande Pontefice, contro il quale nulla potranno le piccole e velenose calunnie.

© Copyright Il Tempo, 7 aprile 2010 consultabile online anche qui.

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