giovedì 20 maggio 2010
Il racconto dei pellegrini siciliani al Papa day: con Benedetto a guardare le stelle (Di Fazio)
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Con Ratzinger a guardare le stelle
Il racconto dei pellegrini siciliani al Papa day. «Benedetto non ha bisogno del nostro sostegno, ma noi del suo»
Giuseppe Di Fazio
«Sicuramente fare 24 ore di viaggio in auto tra andata e ritorno per stare a Roma solo un paio di ore può sembrare una follia: o si è stupidi o si ha un motivo per farlo». Ilenia Vasta, terzo anno di Giurisprudenza a Catania, è una dei mille siciliani che domenica erano in Piazza san Pietro a pregare col Papa. Quando ha saputo del raduno dei movimenti ecclesiali per pregare con, e per, Benedetto XVI non se l'è fatto dire due volte. S'è cercata gli amici e in auto s'è avventurata verso la Capitale.
«Sono andata a Roma - dice il giorno dopo - per affermare la cosa più importante che mi sia capitata nella vita: l'incontro con Cristo.
Non sono andata per sostenere il Papa, che non ha bisogno del mio sostegno, ma perché io ho bisogno del Papa!».
«Quando si è affacciato - prosegue Ilenia - vedevo solo un puntino bianco che spalancava le braccia e mi sono commossa della sua commozione per il destino degli uomini ed ho provato un'immensa gratitudine per il fatto di essere lì».
Strana storia quella di Ilenia, così come quella del compagno di viaggio Salvo Lussi, anch'egli studente di Giurisprudenza a Catania, già candidato al consiglio comunale del suo comune d'origine nelle liste di Rifondazione. Entrambi facevano parte di quel comitato studentesco del liceo Spedalieri che partorì, subito dopo l'uccisione dell'ispettore Raciti al Cibali, un drammatico documento pieno di domande sul senso della vita e dello studio. Quel documento, attraverso i giornali, finì sul tavolo di Benedetto XVI, che incontrando l'arcivescovo di Catania gli raccomandò: «Non lasci cadere la domanda dei giovani».
Alcuni di quei ragazzi, con Ilenia e Salvo, erano in Piazza san Pietro, domenica scorsa. Erano pronti ad andare alla crociata per difenderlo. Invece Benedetto XVI li ha spiazzati. Il nemico, ha detto, non è esterno, è dentro ciascuno di noi, è dentro la stessa Chiesa. E, citando il pensatore russo Pavel Florenskij, ha aggiunto: «Quando avrete un peso nell'animo, quando vi offenderanno, guardate le stelle o l'azzurro del cielo. Allora la vostra anima troverà la quiete».
«Forse non ero così consapevole del gesto che stavo vivendo - racconta Sandra Condorelli, studentessa di Lettere a Catania - fino a quando non sono arrivata. Ciò che mi ha fatto maturare il giudizio non è stata la moltitudine di persone viste a Piazza san Pietro ma fissare lo sguardo su quell'uomo così saldo nella sequela di Cristo». Sandra parla del Papa come di un amico. «Nessuno - dice - quando la persona amata sta male o è ingiustamente attaccata può far finta di niente: è naturale correre da lei! Non sono andata a Roma per far numero, ma per riaffermare il legame con il punto concreto, umano, storico in cui io ho incontrato la Speranza per la mia vita».
«Di fronte a una presenza - racconta Marcello Pisani, docente di Italiano e Storia al Nautico di Siracusa - la fatica fa un passo indietro». Il professore è rientrato in pullman da Roma alle 4 di ieri mattina. Alle 8 e 30 era in aula. Valeva la pena fare quella fatica, professore? «Certo - risponde Pisani - Quel "Grazie" del Papa mi ha colpito, quando l'ha detto e come l'ha detto. Mi ha colpito il senso di gratitudine che traspariva dai suoi occhi, dalle sue parole e da quelle braccia spalancate, molto più accoglienti dello stesso colonnato del Bernini. Ecco, tanti chilometri in così poco tempo per imparare da Benedetto XVI questo senso di gratitudine che solo gli uomini veramente grandi hanno».
«Ieri in classe - prosegue il prof - ho chiesto a un mio alunno che era venuto a San Pietro se ne fosse valsa la pena: "Certo!", mi ha risposto. Eppure era tornato a casa alle 4 di mattino del 17; come me, era partito in pullman il 15 sera alle 20.00. 24 ore di viaggio in appena un giorno e mezzo. A pranzo ho chiesto pure a mia figlia, che ha quattordici anni, se fosse stata contenta di essere stata in Piazza San Pietro; mi ha risposto di sì. Io ho incalzato: "Ma la fatica è stata tanta; potevi startene comodamente seduta a casa a guardarti la diretta televisiva". Mi ha risposto: "Non è la stessa cosa! Ero lì presente". Mia figlia ha ragione, non è la stessa cosa».
«Mi sono commosso domenica nel vedere quel popolo stretto davanti al Papa e giunto lì per testimoniare ciò che recitava uno degli striscioni esposti: non abbiate paura, Gesù ha vinto il male», racconta Massimo Dragone, 39 anni, titolare di un bar a Ragusa.
A Roma è andato in aereo, ma la fatica c'è stata lo stesso. Sveglia alle 3 del mattino; partenza in auto alle 4 da Ragusa per Fontanarossa per prendere il volo delle 6 e 15. Rientro col volo delle 20 e, poi, di nuovo in auto verso Ragusa per essere pronto alle 4 e 30 del mattino ad aprire il bar. «Sono stanco ma contento. Il volto del Papa - dice - mi ha emozionato».
Benedetto XVI, secondo il suo stile, ha concesso poco alla spettacolarizzazione dell'evento. E ha puntato tutto, invece, sulle ragioni della fede. Ai rappresentanti dei movimenti ecclesiali venuti da tutt'Italia ha detto semplicemente: «Grazie!». Ma con le lacrime agli occhi. E ha dato un compito: «Servire Dio e l'uomo nel nome di Cristo». E ha aggiunto: «Proseguiamo insieme con fiducia questo cammino, e le prove, che il Signore permette, ci spingano a maggiore radicalità e coerenza».
Le storie di Ilenia, Sandra, del professore siracusano e del titolare del bar ragusano aiutano a capire perché nonostante lo schieramento massiccio dei mass media contro il Papa, il popolo cristiano continua a vederlo come un punto di certezza in un mondo di confusione.
© Copyright La Sicilia, 18 maggio 2010
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3 commenti:
grazie a Di Fazio per aver scritto questo articolo e a voi per averlo pubblicato; grazie soprattutto alle persone che, intervistate, ci hanno fatto dono della loro ricchezza.
Ringraziamo sempre e comunque Dio, datore di ogni bene e ispiratore di ogni pensiero e cosa buona
Un sacerdote malato
Auguri di pronta guarigione :-)
R.
Oggi la giornata inizia davvero bene con la lettura di quest'articolo. d'ora innanzi anch'io quando avrò un peso sull'animo guarderò il cielo e non romanticamente ... oggi è nuvolo, ma va bene lo stesso.
Buona giornata e buon lavoro a tutti. Maria Pia
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