giovedì 3 giugno 2010
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Appello del Papa: la violenza genera altra violenza. Poi invita tutti a pregare per il suo viaggio a Cipro e per i Cristiani in M.O. (Izzo)
Il Papa: "Tommaso d’Aquino mostrò che tra fede cristiana e ragione sussiste una naturale armonia. E questa è stata la grande opera di Tommaso, che in quel momento di scontro tra due culture - quel momento nel quale sembrava che la fede dovesse arrendersi davanti alla ragione - ha mostrato che esse vanno insieme, che quanto appariva ragione non compatibile con la fede non era ragione, e quanto appariva fede non era fede, in quanto opposta alla vera razionalità; così egli ha creato una nuova sintesi, che ha formato la cultura dei secoli seguenti" (Catechesi)
Il Papa invita i fedeli ad accompagnare con la preghiera il suo prossimo viaggio a Cipro. Intervista a George Poulides (R.V.)
Il passaggio delle Frecce Tricolori sopra piazza San Pietro, dove si teneva l'Udienza Generale, e' stato salutato dal Papa con un grande sorriso
San Tommaso d’Aquino al centro della catechesi del Papa all’udienza generale (Radio Vaticana)
Appello del Papa dopo i fatti di Gaza: "Ancora una volta ripeto con animo accorato che la violenza non risolve le controversie, ma ne accresce le drammatiche conseguenze e genera altra violenza"
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VIAGGIO DEL PAPA A CIPRO: LE DIRETTE TELEVISIVE
Preghiera per il Santo Padre in occasione del viaggio apostolico a Cipro
Le ferite aperte dell’ultimo Paese diviso d’Europa
Resta difficile il dialogo con la parte occupata dalla Turchia
Luigi Geninazzi
DAL NOSTRO INVIATO A NICOSIA
Il reticolo di filo spinato avvvolge i pesanti bidoni metallici, sbarrando la strada all’altezza della «linea verde» di demarcazione che taglia in due questa splendida isola mediterranea e divide la capitale. Proprio qui, all’interno della zona cuscinetto controllata dall’Onu, sorge il palazzo della Nunziatura vaticana dove alloggerà il Papa nei tre giorni della sua visita a Cipro. Dal balcone della villetta rimessa a nuovo Benedetto XVI vedrà tutt’attorno i caseggiati ridotti a ruderi con i segni delle pallottole, dolorose cicatrici della guerra civile del 1974. «Il Santo Padre si troverà circondato da un panorama desolante – ammette padre Umberto Barato, frate francescano da più di vent’anni a Nicosia –. Ma è giusto che tocchi con mano la triste realtà». Il muro nel centro città è stato abbattuto nel 2008 ma, a distanza di quasi quarant’anni, Cipro resta ancora un Paese diviso in due, l’ultimo in Europa dopo la caduta della cortina di ferro. Di qua la Repubblica greco-cipriota, entrata a far parte della Ue di cui rappresenta l’estremo confine orientale. Di là uno Stato fantasma che governa la comunità turcocipriota e che nessuno al mondo riconosce salvo la Turchia, il cui esercito continua ad occupare la parte settentrionale dell’isola.
In questo crocevia tra un’Europa in crisi e un Medio Oriente sempre più insanguinato dopo l’uccisione dei nove pacifisti da parte dell’esercito israeliano, Benedetto XVI comincia domani uno dei suoi viaggi apostolici più importanti e delicati. La divisione dell’isola non risulta tra i temi in agenda della sua visita pastorale che si colloca nell’orizzonte del dialogo ecumenico, del sostegno alla piccola comunità cattolica locale e dell’atto preparatorio al Sinodo sul Medio Oriente che vedrà riuniti qui a Cipro i massimi esponenti delle Chiese orientali. Ma il nodo irrisolto dei territori sotto occupazione turca farà inevitabilmente da sfondo ai suoi discorsi. «Non è compito del Papa prendere posizioni di carattere politico, ma invitare a rapporti di dialogo e comprensione sulla cui base si possono anche prendere decisioni politiche», ha dichiarato il portavoce vaticano, confermando che Benedetto XVI non andrà nella parte nord dell’isola.
In quest’area esiste ancora qualche sperduto villaggio maronita i cui abitanti avevano espresso il desiderio che il Papa si recasse in visita da loro. L’idea era stata presa in considerazione ma poi si è rivelata irrealizzabile. Da un lato la Repubblica greco-cipriota temeva che in questo modo il Pontefice, che è anche Capo di Stato, avrebbe in qualche modo riconosciuto il governo fantoccio del Nord. Quest’ultimo, da parte sua, non ha mai presentato alcun invito ufficiale. Pochi giorni fa il capo del Dipartimento turco-cipriota per gli affari religiosi, Yusuf Suicmez, ha dichiarato alla stampa di vedere con favore l’eventualità di una visita del Papa nella zona Nord o almeno la possibilità di un suo incontro con gli esponenti musulmani. Esclusa la prima, resta aperta la seconda.
«Non solo i cristiani ma anche una larga parte della comunità turco-cipriota seguirà con grande attenzione il viaggio del Papa», dice l’ambasciatore di Nicosia presso la Santa Sede, George Poulides, secondo il quale la visita di Benedetto XVI costituirà «un incoraggiamento a proseguire gli sforzi per la riunificazione dell’isola ». Il lungo e laborioso negoziato per giungere ad uno Stato federale e binazionale si è interrotto un mese fa con l’elezione a presidente della comunità turco-cipriota di Dervish Eroglu, il leader oltranzista che punta invece ad una confederazione tra due Stati. Ma pochi giorni fa si è incontrato con il presidente della Repubblica di Cipro, Demetris Christofias, il che fa sperare nella ripresa delle trattative. Di questo certamente si parlerà nel faccia tra lo stesso Christofias e Benedetto XVI in programma per sabato mattina. Per Cipro la visita del Papa rappresenta «una grande opportunità per promuovere i principi umani e cristiani di libertà, perdono, pace e riconciliazione, valori più che mai necessari per la nostra società», afferma l’arcivescovo maronita, monsignor Joseph Soueif, coordinatore generale dei preparativi. E si dice convinto che Benedetto XVI saprà parlare al cuore ferito di quest’isola dove la convivenza di diverse nazionalità ha bisogno del dialogo inter-religioso.
© Copyright Avvenire, 3 giugno 2010
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